Cultura e realtà - anno I - n. 1 - maggio-giugno 1950
100 NOTE latino-cattolica, tutta propensa alle sistemazioni di principio e meno sensibile alla elaborazione delle tecniche dell'azione, si accorda con l'astratta raison e il moralismo di pretta marca francese. A ben vedere qui si tocca una questione che non riguarda la siste– mazione dell'opera di Maritain sul piano teoretico, ma il nocciolo del pro– cesso di formazione di un'ideologia che, come si è detto, trova in Maritain un eminente rappresentante e artefice. L'ideologia è, - grosso modo - quella dei movimenti di « democra– zia cristiana » affermatisi negli ultimi anni essenzialmente nei paesi del- 1 'Europa occide.ntale. Grosso modo, diciamo, perché in realtà le formazioni politiche della democrazia cristiana hanno ibride posizioni ideologiche, in cui si incontrano discendenze liberali o corporative, con formazioni a ispi– razione laburistica. L'ideologia umanistica che fa capo a Maritain è in complesso riferibile più all'Azione Cattolica che ai partiti di democrazia cristiana: e a questi ultimi nella misura in cui vi confluiscano le correnti dt'll'umanesimo mari– tainiano sviluppatesi nell'Azione Cattolica. Infatti, l'umanesimo maritainiano, cioè l'umanesimo « capovolto », e au– todefinitosi teocentrico, può presentarsi come l'espressione e l'elaborazione ideologica di un ritorno dei laici a posizioni di cosciente responsabilità e di attiva partecipazione alla organizzazione e direzione storica della Chiesa; e in questo ritorno e intervento dei laici può essere ravvisato uno dei signi– ficati storici dell'organizzazione dell'Azione Cattolica. In linea di principio il problema della riattivazione dei laici nel corpo della Chiesa non può non toccare direttamente il problema del ritrovamento della forma storica in cui realizzare il « Date a Cesare quel che è di Ce– sare e a Dio quel che è di Dio ». Questo è anche il tema posto al centro dell'opera di Maritain: distin– zione e rapporti tra etica e scienza in generale, tra etica e politica in parti– colare; tra piano temporale e piano spirituale dell'azione del singolo. E la questione posta è di vedere come sia possibile non fare rigetto, di principio o di fatto, del lavoro umano e delle sue proprie regole ed espressioni, pur riuscendo a sottoporre tale lavoro alla guida dello spirituale. Il problema di queste distinzioni e rapporti tocca necessariamente il problema di un rinnovamento della vita attiva dei laici nella Chiesa, e questi due problemi insieme toccano di necessità uno dei fondamentali problemi di quest'epoca della storia del cattolicesimo: il superamento, o me– glio, il riassorbimento della Riforma. Maritain ha enunciato il problema di questi rapporti, ma non ha tro- BibliotecaGino Bianco
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