Cultura e realtà - anno I - n. 1 - maggio-giugno 1950
NOTE 99 trato attraverso il new-dealismo è diventato la forma nuova - in parte anche la maschera - della ideologia dell'abbondanza, della prosperity, dell'otti– mismo borghese. Attraverso la mitificazione del full employement e l'assunzione di un certo livello di reddito (siano 200 o 300 miliardi di dollari all'anno) a meta della comunità nazionale; attraverso la trasformazione di esigenze di mer– cato - come l'espansione tecnica e il sollevamento delle « aree depresse» - in missioni illuministiche e crociate di civiltà (vedi l'ormai famoso 4° punto di Truman), il pensiero scientifico di Keynes è divenuto la nuova giusti– ficazione e il moderno fondamento di quel particolare esemplare di « super– uomo » che sono il self made man e oggi, sopratutto, il businessman e il manager. Le formulazioni scientifiche di Keynes hanno portato a immedesimare praticamente l'economia politica con la politica economica. Esse pertanto so– no state lo strumento attraverso il quale la teoria economica è venuta ad assumere direttamente il ruolo di ideologia politica. Tale ideologia, tipico risultato dell'empirismo, del pragmatismo e del funzionalismo anglosassone - espressione a loro volta dell'aspetto riformistico dell'umanesimo borghese, della Riforma - è la ideologia del « giorno per giorno » che regola, su enunciati di tecnica economica, e al di fuori di una sistemazione di prin– cipio nei riguardi della teoria dello Stato, i rapporti fra stato e individuo, fra funzioni pubbliche e proprietà privata. Ciò mentre si assiste quotidia– namente al verificarsi di una trasformazione profonda delle strutture e delle funzioni associative e direttive pubbliche e private, che si realizza, di fatto, in un passaggio continuo dalle « microeconomie l> e « microdecisioni » alle « ma– croeconomie » e « macrodecisioni »: il che è quanto dire in un passaggio dalla <e libera iniziativa >> al sistema autoritativo dirigistico, pianificatore, coordinatore. Il passaggio dall'economia politica alla politica economica ha fondato, attraverso questa sua realizzazione praticistica, avulsa da sistemazioni di principio, la possibilità di identificare senz'altro i dirigenti economici - i tecnici della produzione e della finanza - con i dirigenti politici, e di impersonare questi con quelli. La teoria keynesiana ha potuto pertanto essere assunta come un crisma scientifico alla ideologia utopistica della « rivoluzione dei tecnici >>. Osserviamo ora la sorte di Maritain. Anch'egli appare oggi il rappre– sentante e - entro certi limiti - l'iniziatore di un'ideologia. Espressione tipica, la sua opera, di un mondo culturale in cui la fondamentale_ tradizione Biblioteca Gino Bianco
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