Cultura e realtà - anno I - n. 1 - maggio-giugno 1950

98 NOTE schierarsi del mondo in parti avverse appaiono in pieno sviluppo, così sul . terreno pratico - economico e politico - come sul terreno ideologico. Due esponenti, e insieme artefici importanti della presa di coscienza del mondo nei riguardi della crisi - come crisi di sistema, crisi generale e non più riassorbibile nei termini di una comune fluttuazione - sono J. M. Keynes e J. Maritain. La Teoria Generale di Keynes è stata data alle stampe a cavallo fra il 1935 e il 1936. « ... Dimostrerò che i pos~ulati della teoria classica si possono applicare soltanto ad un caso particolare e non in senso generale, la situazione da essa supposta essendo un caso limite delle posizioni di equilibrio possibile. Avviene inoltre che le caratteristiche del caso particolare supposto dalla teoria classica non sono quelle della società economica nella quale effettivamente viviamo; e che quindi i suoi insegnamenti sono ingannevoli e disastrosi se si cerca di applicarli ai fatti dell'esperienza». Con queste frasi, ormai celebri, Keynes apriva ufficialmente la crisi del pensiero economico borghese e, con ciò, apriva anche la crisi della sistema– zione cui in modo organico era giunta, nella sua prima fase, la scienza economica. Nel 1936 Jacques Maritain presentò il suo « Humanisme Intégral »: opera in cui si avanzava una teorizzazione del « rovesciamento » dell'uma– nesimo antropocentrico sia rinascimentale, sia borghese, sia socialista, in umanesimo teocentrico cristiano. A proposito della crisi del capitalismo Maritain diceva: « Il processo del capitalismo è stato ormai fatto... ». « ... Se preso in sé il meccanismo ideale dell'economia capitalistica non è essenzialmente cattivo e ingiusto, co– me pensava Marx, considerando lo spirito che si serve concretamente di questo meccanismo e che ne determina le forme concrete e le realizzazioni particolari, è necessario dire che vi è nascosto un disordine radicale. L'ener– gia che stimola e sostiene questa economia è stata progressivamente guastata da un peccato capitale». Di carattere scientifico l'espressione dell'inglese, di carattere filosofico quella del francese: ugualmente radicale il loro giudizio sulla crisi del siste– ma capitalistico, nel suo funzionamento reale e nella sua sistemazione teorica. Rivediamo questi due autori a distanza di quindici anni. Essi ci appaiono qualche cosa di diverso da due capiscuola: essi si presentano ormai chiara– mente come espressione e quasi personificazione di due ideologie. Keynes è divenuto l'ideologia dominante dell'occidente anglosassone. Fil- BibliotecaGino Bianco

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