Critica Sociale - anno XLII - n. 23-24 - 1-16 dicembre 1950

336 CRITICA SOCIALE cente quello che è detto a proposito della bomba atomica, per cui Truil)an « conserva la speranza che la situazione mondiale non ne richiederà mai l'uso » e informerà Attlee « degli sviluppi che potrebbero condurre ad una modificazione di questa situazione». Quello che ad ogni modo è evidente è che il la– v:oro della diplomazia è ancora molto vasto. Se su tutti i punti esaminati finora rimane palese un dissenso, almeno tattico, l'accordo tra Inghilterra e America è invece completo per quanto riguarda l'Europa, e la necessità del suo riarmo. Questo accor– do costituisce la parte positiva del comunicato e si riallaccia pertanto alle dichiarazioni preliminari di - solidarietà anglo-americana, che non sono quindi del– le dichiarazioni di principio ma la constatazione di una realtà che non mancherà di avere ripercussioni in Europa. Poichè su questo terreno si può affermare che l'Inghilterra non è esattamente portavoce del re– sto dell'Europa occidentale, e in modo particolare della Francia. La questione del riarmo dell'Europa. Sulla questione del riarmo dell'Europa l'Inghilter– ra occupa una posizione che si potrebbe definire di punta rispetto agli altri paesi europei, e ·1e è in un certo senso peculiare. Il comunicato afferma infatti ·due punti: 1- il potenziale militare degli Stati Uniti e del Regno Unito dovrà essere accresciuto quanto più rapidamente è possibile; 2- i due paesi dovranno incrementare la produzione delle armi che potranno essere impiegate dalle forze di tutte le libere nazioni nella comune difesa. Di concerto con queste nazioni, gli Stati Uniti e il Regno Unito continueranno a ela– borare accordi reciproci mediante i quali tutte le na– zioni contribuiranno adeguatamente alla difesa co– mune. E aggiunge: - « Abbiamo concordato che non appena sarà stato approvato il piano di un esercito integrato per la difesa dell'Europa (piano che è in via di rea– lizzazione all'interno dell'organizzazione atlantica) do– vrà essere nominato un comandante supremo. E' no– stro comune desiderio che questa nomina avvenga entro breve tempo ». Ora, su questa enunciazione di carattere generale • sembra non possa esserci alcuna divergenza tra i , paesi europèi. Ma riarmo dell'Europa significa anche riarmo della Germania, significa cioè un problema che. all'atto pratico ha già mostrato di dividere, tra i più direttamente interessati, la Francia e la stessa Germania dagli altri Stati. E su questo terreno, oltre alle considerazioni sul na_zionalismo t~desco, ,vi sono da parte francese anche ragioni di speranza in una distensione con la Russia, che alimentano una sem– pre viva tendenza francese al neutralismo. E' ancora , •allo studio, mentre scriviamo, la proposta di nego– ziati diretti con la Russia che sono particolarme:nte caldeggiati dalla Francia, in risposta alia nota pro- ,posta sovietica di un incontro a quattro. · .Attendiamo gli sviluppi prossimi di questa azione. Ma dobbiamo notare intanto una discordanza tuttora sensibile, che se. su qualche punto è puramente tat– tica, su qualche altro potrebbe anche diventare stra– tegica. PIERO GALLARDO RINNOVARE L'ABBONAMENTO, FARE SE E' POSSIBILE UN · ABBONAMENTO SOSTENITORE, 'PROCURARE NUOVI ABBONATI E' DOVERE DI TUTTI I SOCIALISTI. BibliotecaGino Bianco L'Europa di Strasburgo (I> Mi limiterò a commentare brevemente il fatto sa– liente dell'ultima giornata di Strasburgo e a sottoli– neare una volta di più le ragioni che ci impegnano, come socialisti, a prendere tutta la parte che ci spetta nelle attività del Consiglio dell'Europa. Il dibattito sulla difesa occidentale è valso alla Francia un chiaro successo di prestigio. E' apparso, non soltanto che la posizione francese non era iso– lata, ma che, ad eccezione dei laburisti britannici - , che si sono astenuti - e dei socialdemocratici tede– schi - che hanno votato contro - la quasi unani– mità dell'Assemblea era disposta ad unirvisi. A dire il vero, questa posizione era stata definita dal Ministro degli Affari Esteri della Francia sotto una forma molto più elastica di quanto non lo sia stata tempo fa a New York. « La Francia, ha detto Schuman, è pronta a tutti gli accomodamenti che avessero per fine la messa in opera della difesa co– mune ». Il voto finale non è meno significativo: la maggior parte dei delegati dei quattordici paesi han– no approvato l'idea di un esercito dell'Europa, distin.– to dalle forze atlantiche. Il governo francese· raccoglie così il beneficio della politica abile e tenace che deve assicurargli un po– sto preponderante nell'unione europea. Già il piano di messa in comune del carbone e dell'acciaio apriva la prospettiva di un accordo franco-tedesco d1 vasta portata, che tendeva a contenere in giusti limiti la -nuova espansione industriale che si annuncia oltre Reno. Il piano della difesa europea unificata si inse– risce nella stessa direzione. Esso permetterà alla Francia, secondo una dichiarazione ufficiale in data 1 ° novembre, « di disporre in Europa, in ogni mo– mento, di una forza terrestre equivalente alla metà delle divisioni eu'ropee o alleate di stanza sul conti– nente, comprese le divisioni americane in Germa– nia». Infine, non è dubbio che la Francia non sia chìamata ad avere la parte maggiore in quelle « auto– rità specializzate » che i suoi rappresentanti hanno fretta di veder creare nei numerosi settori-chiave della produzione e degli scambi continentali. Senza dubbio, questi non sono che progetti, la cui attuazione richiederà del tempo. Ma basta che a Stra– sburgo questi ,progetti abbiano· ottenuto uria larga adesione di principio perchè i nostri amici francesi ne ·concepiscano una viva e legittima soddisfazione. E' bene che sia così. L'Europa ha bisogno di una Francia che ritrovi il suo equilibrio e riprenda còn– fidenza ricup~rando il suo prestigio. Nessun rischio · di egemonia è da temere. Politicamente e finanzia– riamente indebolita da un succedersi di crisi gover– native e di svalutazioni, alle prese con gravi difficoltà esterne, divisa tra il comunismo, il gollismo e la de– mocrazia tradizionale, la Francia non potrebbe pre– tendere a nessuna mira dominatrice. Essa fonda grandi speranze sulle sue iniziative eu– ropee.• Nell'interesse della sicurezza occidentale, bi– sogna auspicare che ,non ne sia delusa, nel momento in cui si avvia verso elezioni generali che potrebbero ben avere un carattere critico. Il nostro partito non si è impegnato senza diffi– denza nel movimento per l'unificazione dell'Europa. · Esso aveva le sue ragioni. Prima di tutto, il ricordo di un precedente poco incoraggiante. Noi abbiamo conosciuto,. nel periodo tra le due guerre, una propaganda del tutto simile, ugualmente alimentata da una abbondante lettera– tura e ugualmente sfruttata dalle cancellerie. Dopo ; (1) ~.1· compa-g,no ILaTock, che i nostri lettori già conoscono, ~ iii diretltoTe de[ Peuple, ia quotidi•a,no organo• ufficia•le crei Parli-lo soci1>Hsta belga. ('Nota di C. S.)

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