Critica Sociale - anno XLII - n. 23-24 - 1-16 dicembre 1950

CRITICA SOCIALE VITA IN TERN AZIONALE Le elezioni In 6ermania Le recenti elezioni in Germania han– no avuto un andamento in parte con– traddittorio. In Assia, in Baviera e nel Wurttemberg Baden, si è avuto un net– to successo dei socialdemocrat1ci, che venne ge~eralmente attribuito al fatto che essi si sono opposti al riarmo della Germania. A Berlino, invece, dove c'era una amministrazione socialdemocratica (nel 1948 la S.P.D., Sozialdemokratische Partei Deutschland, aveva ottenuto il 64,4 % dei voti, restando sqla alla dire– zione dell'amministrazione), pur conser– vando i socialdemocratici la netta mag– gioranza con il 44,7% dei voti, i due partiti della coalizione governativa, quello democratico cristiano e quello li– berale che hanno ottenuto rispettiva– mente il 24,7% e il 23,1% dei voti, co;i– tro i precedenti 19,4 e 16,1 % , miglio– rando la loro posizione non solo, ma impedendo ai socialisti di raggiungere la maggioranza assoluta'. tese, anche sul riarmo in queste condi– zioni. Quanto ai settori occidentali di Ber– lino ed al relativo insuccesso che i so– cialdemocratici vi hanno subito, esso può benissimo spiegarsi, non già con il solo riarmo, ma con tutte le ragioni che abbiamo visto. Bisogna infatti tener presente che proprio a Berlino, dove le condizioni di vita sono anche peggiori che· nel resto della Germania, i social– democratici dovevano subire l'usura dell'amministrazione tenuta da soli, esposti a facili critiche dell'opposizio– ne. Per cui si può ritenere che la mag– gioranza che essi hanno conservato sia rappresentata dalla parte più cosclen'.te della classe lavoratrice, ed in partico– lare dalla classe operaia, mentre l'opi– nione media ha avuto facilmente occa– sione di oscillarp. Eleziol!i . In Austria n, mese scorso hanno avuto luogo le elezioni amministrative anche nella zo– na sovietica dell'Austria. Qui, dove i comunisti, contrariamente a quanto hanno fatto in Germania, era– no presenti con il cosiddetto fronte del- Una spiegazione abbastanza semplici– stica di questo mutamento e di questa diversità è stata data puntando sulla questione del riarmo. I socialdemocra– tici vi sono contrari e cosi la maggior parte dei tedeschi. A Berlino, invece, che si trova più direttamente minac– ciata, i tedeschi sarebbero favorevoli al riarmo stesso. Che ci sia qualche cosa di vero in tutto questo è fuori di dub– bio, ma non crediamo che sia stata questa la ragione determinante. Una spiegazione più completa deve essere ricercata invece nelle condizioni gene– rali della Germania, ed anche la 'que– stione del riarmo deve essere conside– rata da un altro punto di vista. · RASSEGNA Le obiezioni socialdemocratiche al riarmo stesso non sono infatti tanto o– biezioni di principio, o comunque se– gnp di debolezza o di neutralismo. Esse sono invece avanzate come difesa della dignità e della sicurezza nazionali. I socialisti infatti sono st ,1.ti i primi, e pare che ultimamente lo stesso Ade– nauer aci,ettl in pa1'te questa tesi, a ri– fiutare il riarmo del paese se questo avvenisse senza sufficiente garanzia di appoggio da parte degli alleati, specie degli americani, i quali dovrebbero mandare in Germania un certo numero di divisioni come garanzia che il paese non sarebbe abbandonato a se stesso, e in modo tale che i soldati tedeschi venissero considerati come dei merce– nari agli ordini di altre potenze. D'al– tro canto, proprio a Berlino, i social– democratici, ed il borgomastro in par– ticolare, sono ben noti per il loro anti– comunismo intransigente. Un correttivo delle interpretazioni più correnti, anche se qualche giornale e rivista ha posto in luce le cause sociali del successo socialdemocratico (per le quali possiamo rimandare a quanto ab– biamo scritto su questa rivista a pro– posito 4el problema del riarmo della Germania) deve quindi essere portat? dalle considerazioni del malcontento della popolazione per le condizioni di vita specialmente della classe lavora– trice, la quale, nonostante l'aumentata prod!J,Zione del paese e l'jmmentata espoitazione, non vede migliorare le proprie condizioni di vita e non può sentire molto entusiasmo per gli occu– panU e la loro politica e le loro pre- Biblioteca Gino Bianco Il rapporto Gray Verso la metà di novembre l'ex mini– stro della guerra degli Stati Uniti ha consegnato al presidente Truman un ampio rapporto sulla situazione econo– mica europea anche nei riflessi della nuova congiùntura che si è annunciata con la guerra in Corea, ma soprattutto in vista dell'approssimarsi del momento in cui verranno a cessare gli aiuti dei– l'E.C.A. Il rapporto conclude, dopo un centi– naio. di pagine di importanti anche se sintetiche osservazioni sulla situazione dell'Europa occidentale, con la dichiara– zione della necessità di prolungare gli aiuti al di là del i951 e per un periodo non inferiore ai quattro anni. Le som– me da - erogare dovrebbero variare in– torno ai due miliardi di dollari all'an– no, oltre a quelle somme che Istituti bancari come la Banca Mondiale o l'Ex– Import Bank dovrebbero investire nei paesi dove maggiormente dovesse esse– re sentita la necessità di capitali. Anche se nulla si sa ancora sull'even– tualità che 'il rapporto abbia già scon– tato gli eventuali o probabili aiuti del P.A.M.. è .però certo che ci troviamo davanti ad un programma che non è per nulla meno ambizioso di quello 'che nel– l'ormai lontano giugno 1947 il generale Marshall tracciava dall'alto di una cat– tedra della Università di Harward. Di notevole importanza è ,pure il fat– to che il presidente Truman, all'indo– mani di elezioni politiche che hanno ri– dotto, sia pµre secondo la tradizione dei risultati elettorali negli Stati Uniti, la forza parlamentar.e del Partito demo– cratico, abbia senza esitazioni trasmesso al Congresso con, la sua approvazione il testo del rapporto. E' pertanto assai probabile che il pre– sidente Truman preveda una accettazio- 351 le sinistre, si è avuto il previsto succes– so della democrazia cristiana, seguita ,; breve distanza dai socialdemocratici, mentre i comunisti, che pu~e possono disporre dell'appoggio delle autorità di occupazione (e lo si è visto in occasione dei recenti scioperi risoltisi in un pieno 'fallimento, di cui abbiamo avuto occa– sione di trattare a suo tempo) sono pra– ticamente scomparsi. I risultati hanno sostanzialmente con– fermato quello che è il rapporto di forze politiche esistente nel paese, anche nel– le zone occidentali, rapporto che ha de– terminato la formula di governo bi– partitico socialista-democristiano, su una base di parità. Questa collabora– zione tra i due soli gruppi vivi del paese, che non mancano di contrasti tra di loro, su una base di compro– messo che finora è stata favorevole, ha quindi l'aspetto' di una formula di e– mergenza, necessaria a mantenere un governo solido ad un paese che si tro– va in posizione difficilissima in campo internazionale, essendo ancora in at– tesa del• trattato di pace e della libertà dall'occupazione, ed al quale quindi po– trebbe essere pericolosa l'altalena di un governo e di una opposizione quasi equivalenti. Nel campo economico, poi, si è avuta, specie inizialmente, una pre– valenza del programma socialista, e nu– merose sono state le nazionalizzazioni. p. ga. ECONOMICA ne di massima da parte del Congresso. In tale situazione, stupisce la poca· risonanza che il rapporto Gray ha avu• to in Italia: brevi corrispondenze da Washington sono tutto quanto si è po– tuto scorgere nella stampa italiana. Nessun commentatore ha creduto degno d'interesse un rapporto le cui conclusio– ni saranno senza dubbio fra i presup– posti che condizioneranno i futuri aiuti degli Stati Uniti all'Europa e quindi al nostro paese. Il piano Schuman Dopo l'euforia dei primi mesi, dopo gli articoli infuocati contro tutti quelli che consigliavano cautela e soprattutto concretezza, dopo aver messo alla go– gna il partito laburista per antieuropei– smo, quando non si è approfittato per tacciarlo· di antiitalianità unendo in– sieme carbone, acciaio, Europa e colo– nie, adesso tutto tace, e se qualche voce si leva è soltanto nella stampa te_cnica. Come avevamo purtroppo facilmente previsto anche questo tentativo di unio– ne economica parziale dell'Europa, fat– to più su motivi sentimentali che ba– sato sulla spregiudicata osse;vazione dei fatti reali, sta naufragando non per tem– pestosi contrasti - che non avvengono mai intorno al tavoli della diplomazia, ma per la compie~ « accalmia », ia mancanza assoluta di interesse. Non diversamente dall'Unione doga– nale italo francese, o del Benelux, an– che il piano Schuman andrà a raggiun– ger!' i suoi predecessori nel cimitero delle oneste ma utopistlch~ iniziative. Intanto il contrasto seppure solo par,– ziale per quanto riguarda l'Italia, si manifesta, caso strano, nei confronti della Francia. Il pomo della discordia è il mercato di approvvigionamento del-

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