Critica Sociale - anno XLII - n. 23-24 - 1-16 dicembre 1950

350 CRITICA SOCIALE CRONACHE POLITICHE ge nel drammatico duello fra D. C. e comunisti (lasciando qualche valvola di sfogo per le manifestazioni filo-nostal– giche dell'ala monarchica e conservatri– ce del partito al timone), e quindi segna il crepuscolo di una terza tona laica, radicale e socialista. Obbliga ai blocchi, nel tempo stesso in cui protesta un ipo- Questi "apparentamenti,, Mentre questo fascicolo esce, il Parla– inento prende in esame l'ennesima edi– zione del progetto di legge per le ele– zioni amministrative. Singolare progetto, per le vicende che ha avuto e per il capovolgimento di posizioni cui ci ha fatto assistere. Nato da· un compromes– so fra i partiti che costituiscono l'at– tuale coalizione governativa e da un presupposto, se non da un preciso im– pegno, proporzionalista, si è venuto via via trasformando ( ci si perdoni l'invo– lontario richiamo a Depretis !) nella ne– gazione della proporzionale, almeno nel suo principio. informatore, poichè in realtà il meccanismo puramente ... con– tabile di una ripartizione proporzionale ancora sussiste. I partiti minori, che erano schierati in origine per la propor– ziorn;,le pura, propensi ad estenderla an– che •ai Comuni fra i 10.000 e i 30.000 abi– tanti (l'attuale legge la limita ai Co– muni con oltre 30.000 abitanti), hanno finito per ripiegare su un congegno so– stanzialmente maggioritario anche per tutti 'indistintamente i Comuni al di sopra dei 10.000 abitanti. Che le sim– patie propor,zionaliste della D. C., ere– de di quel Partito Popolare Italiano che, con Don Sturzo, fu aperto assertore del– la proporzionale, si fossero andate smor– zando per motivi, indubbiamente rea– Ìistici ed apprezzabili, di politica con– tingente, era già chiaro da tempo, ed era un po' nella logica delle cose. Un par– tito composito, eclettico, empirico, co– me la 1 D. C. è inevitabilmente portato a sopravvalutare le esigenze politiche jmmediate, sacrificandovi certi postu– lati programmatici che avrebbero costl– tuito, se realizzati, una limitazione ai potere. In questa concezione puramente tattica dell'azione politica e governati– va, concordano, e non v'è da stupirne, tanto i fautori del governo-regime·, o monocolore, se cosi piace, quanto i con– cillatoristi e paternalisti alla De .Ga– speri, eredi in ritardo, e in tempi as– sai più ferrigni e meno proclivi alle mezze soluzioni é agli insabbiamenti, del giolittismo prefascista. Ma questo machiavellismo elettorale avrebbe dovuto rimanere estraneo ai -piccoli partiti d'opinione, per i quali la proporzionale non è soltanto un e– spediente occasionale, ma è uno dei pi– iastri dell'edificio di uno Stato moderno di effettiva democrazia. In sostanza, il nuovo sistema eletto– rale non solo legittima i blocchi, che posssono talvolta essere utili e necessari, ma costringe· i partiti che non voglio- no scomparire, a farli, e a farli in una determinata direzione. Esso offre, si, at– traverso il premio riservato alle liste apparentate che raggiungono la maggio– ranza relàtiva, qualche seggio in più di quelli che spetterebbero con la pro-– porzionale pura, ma a un prezzo altis– simo: il vincolo precostituito ad uno dei due « grossi » monopolizzatori di voti, D. C. o P. C. I., e pertanto il sacrificio, o una seria limitazione, dell'indipen– denza politica e della libertà di movi– mento nelle diverse situazioni locali d,ci partiti minori collegati. In realtà, questa legge ci riconduce artificiosamente, e cioè in funzione di un voto di maggioranza parlamentare e non già di una riconosciuta evoluzione della coscienza dei cittadini, all'altalena - maggioritaria, e con premio per giunta! - dei due, e solo in certi casi, dei tre partiti o raggruppamenti di par– titi. Un passo indietro - e sensibile - di fronte alla legge attuale, che avrebbe ugualmente permesso la conquista dei Comuni maggiori' da parte dei partiti democratici (dato e concesso che si ri– petesse lo schieramento del 18 aprile), anche con il meccanismo della propor– zionale, sia pure con minore scarto, di seggi fra maggioranze e minoranze. I partiti minori della coalizione go– vernativa argomentano che l'accordo con la D. C. è già implicito nell'attuale for– mula ministeriale. Ed è vero. Ma una combinazione ministeriale è, per sua natura, transitoria e contingen– te;· è volontaria e non imposta per leg– ge. I.;a formula 'di oggi potrà cambiare domani, e non è saggio vincolare il fu– turo all'illusorio miraggio faustiano di una impossibile eterna giovinezza. Una collaborazione che diventa fine a se stessa e che pone sullo stesso piano i principi e i seggi nelle amministrazioni loeali, si condanna e si svaluta da sé. La collaborazione, che chi scrive ritie– ne ancora necessaria, acquista invece forza e vigore se si basa sulla parità morale e politica, se non numerica, dei contraenti, e lascia ai me.desimi la ne– .cessaria libertà di valutazione, ili criti– ca e di movimenti nell'àmbito di pre– cisi impegni nettamente precisati e qe• limitati. Progetto di legge, dunque, clie rise;1- te del disagio e dell'incertezza del mo - mento, e che risponde più all'interesse immeqiato della maggioranza parlamen– tare che ad una· visione alta e meditata dell'interesse del Paese e dell'avvenire delle istituzioni democratiche. Esso li– mita le alternative politiche e le costrm- Olivetti . crita ossequio alla « libera » espressio– ne delle voci non conformiste. Nega ld proporzionale, mentre fa mostra di af– fermarla. Sarà abile, sarà furbesco, ser– virà a metter nel sacco gli avversari ( e i... parenti poveri), ma questo non è sufficiente per giustificarlo e per accet– tarlo. Se mai, per subirlo, come un Se– gno - non certamente felice! - di Q)le• sti tristissimi tempi di oscurantismo, di timore, di adattamento. Il duellooratorio Si è avuto a Roma il contraddittorio fra il ministro Pacciardl, repubblicano storico, e il liberale ... storico on. Cocco Ort.u. Quest'ultimo ha riyendicato • la libertà all'errore». Al che, il primo lia opposto, con una logica inoppugnabile, gli insegnamenti degli ultimi trent'anni di storia italiana. La « libertà all'erro– re » si chiama Facta, e, lascia't.emi insi– stere su questo tasto, si chiama Giolitti. E' una libertà all'errore... reazionario. Per l'errore comunitario, e semplice– mente socialista, quando ancora non v'erano partiti di sinistFa legati a Stati esteri, c'erano Crispi, Pelloux e Bava– Becçaris. Certi 'liberali vorrebbero rifare que– ste dolorose esperienze? Cocco-Ortu non ha risposto. Si è richiamato al Codice penale, quando tutta la storia recente sta a dimostrare che il singolo fatto pu– nibile si perde, nel vortice dei movi– menti di folla ... Nè maggio~mente r.as– sicura, su questo punto, il progetto Scelba! Il contraddittorio .ha avuto il merito di proporre il problema nei suoi tenni– n,i poiitici, anche se non si è spinto al– l'analisi della cause sociali, e morali, e non ha indicato i mezzi per rimuo– verle. Permane tuttavia nell'opinione dei più, il dubbio che la pubblicità ·gra– tuita fatta negli ultimi mesi, dai ma– gni organi « indipendenti » d'informa– zione al neo-fasc\smo, non s~a del tut– to estranea alla sua alzata di scudi. Che si vogUa dar loro fiato, nella rin– novata illusione di ne,;_tralizzare il pe– ricolo comunista, o peggio, di soffocare in germe il rinnovamento sociale del Paese? Ahimè, che la lezione dell'espe– rienza e dei fatti nulla avrebbe gio,·a– to a raddrizzare la miopi,..- congenita di certi nostri qeti dirigenti I Ant. V. Divisumma La Olvisumma è l'unica macchina al mondo . che possa eseguire automaticamente le quat • · tro operazioni ed il saldo negativo, Imprimendo tutti gli elementi di ogni operazione sulla atri• scia di carta documentatrice. calcola e scrivepervoi BibliotecaGino Bianco

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