Critica Sociale - anno XLII - n. 23-24 - 1-16 dicembre 1950

CRITICA SOCIALE 339 iimore•.sia fondà,to op.pure no; basta sapeore ,che esso esiste. Se non dovesse scomparire, se i sociali– sti e i sindacalisti dcvessero astenersi dal parteci– pare all'opera comune, questa probabilmente ·non si· compirebbe mai. E' dunque di capitale importanza, nell'interesse generale, che le soluzioni preconizzate siano tali da non perme'ttere che venga rivolto ai socialisti con– tinentali il biasimo di fare il gioco o di essere gli ostaggi della reazione sociale. Il pensare che eiò si– gnifichi chied'ere a dei non socialisti di costruire un'Europa socialista sar-ebbe una nuova assurdità. Si tratta semplicemznte di preconizzare oggi e di edificare domani istituzioni tali che ogni forza po– litica e sociale trovi in esse forze democratiche che diiano a ciascuna forza .politica l'oppodunità di far trionfare il proprio punto di vista. Sono queste le soluzioni. che i f.ederaJisti devono proporre ... ». Anche il congresso dell'organizzazione cattolica delle « Nouvelles Equipes Internationale », tenutosi contemporaneamente a Strasburgo, è giunto alla conclusione che i tempi fossero maturi per la con– vocazio.ne immediata, e pur nell'attuale c:risi, di u.,na AssembJea Costituente europea in.caricata di p're– parare il patto federale dei po,poli disposti a legarsi. Più lu ngo discorso merita il congressi> che· si è chi13.ma ,todapprima del ConsigHo Europeo di Vigi– lµnza po i del Consi-glio Europeo deJ.l'Orang,e·rie, e infine del Consiglio dei Popoli d'Europa. Questa assemblea di circa duecento 'delegati, vedeva riuniti dei personàggi cosiddetti rappresentativi dell'opi– nione pubblica dell'Europa continentale senza di– stinzione di partiti. Vi erano scrittori come Gabriel Marce! et Denis de. Rougemont, sindacalisti come Pastore e Le Bour– re, segretaI"io della federazione, Forces Ou.urières clei sindacati dello spettacolo, il pre-sidente Tremintin dei sindaci di F•ra-nda, diecimila dei quali ave– vano firmato la richiesta del patto federale, parla– mentari 'come le signore Baenisch, presidente del governo di Hannover et Germaine Peyroles, vice pre– sidente dell'Assemblea nazionale francese, i senatori belgi Vermeylen e Dehousse, socialisti e,nt:rambi, e molti altri fra cui gli italiani Romita, Carmagnola, Preti, Calosso, Raffeiner, signora Cingolani, Giorda– ni, Camposarcuno, Colonneitti e altri. L'ass-emblea era quindi rappresentativa di una l'a:rgMssima. por– zione del'l'opinione pubblica qualificata d'Europa. Anche qui gli ihizi della riunione sono stati incerti. Si era creduto dapprima di poter istituire un dia– logo, sia pur tempestoso, con l'Assemblea Consµlti– va che era riunita nel palazzo d'Europa distante solo duecento metri dal luogo dove questo piccolo con– siglio dei popoli teneva la sua prima assise. La condotta ambigua che è stata tenuta dal presi– dente dell'Assemblea Consultiva Spa•ak, lo ha impe– dito. Ciò ha disorientato il convegno il quale è ve– nuto poi prendendo coscienza di quel che poteva essere la sua funzione man mano che le relazioni fondaméntali sugli argomenti all'ordine del giorno ne· 'chiarivano l'atmosfe:ra. Anche in questo caso i relatori sono stati di ip<rimo piano,. Il primo rape porto aveva per soggetto l'attività del Consiglio del– l'Europa ed era stato affidato al senatore francese de Felice, il quale ha dato un riassunto storico estre– mamente efficace dei fasti e delle costituzionali in– capacità del Consiglio d'Europa. Il secondo rapporto, sui mezzi necessari per giun– gere ad un governo federale europeo, era stato affi– dato ad Altiero Spinelli: è obiettivo conoscere che è forse quello che ha avuto il maggiore successo per l'unanimità dei consensi dei delegati senza distin-' zioni:!'""dipaese. Esso ha dimostrato che le tappe sto– riche per costituire una federazione, quelle già· per– corse dagli Stati. del Nord America alla fine del XN.111 . sécolo, assemblea: costituente e patto federale BibliotecaGino Bianco aperto ad ulteriori adesioni, rappresentano la sola strada che permetta di giungere al super stato so-; pranazionale senza che vi sia soluzione della conti7_ r nuità giuridica degli Stati nazionali come essi at– tualmente esistono, la sola strada in cui si possa pa~sare dalla nex condita alla condenda,' seITTza i-I ta-' glio di un soprassalto rivoluzionario o barricadiero; soprassalto che l'Europa occidentale non può certò permettersi nelle condizioni attuali e che è dubbio si potrebbe· concedere, con. la' coordinazione nece~ saria al suo successo, neppure in futuro; . Infine il terzo rapporto, di Dehousse, partendo da un'analisi della nascita dell'Assemblea d'Europa e facendo la critica al suo operato, ne ha rivendicato l'allargamento anche a, rappresentanti non parla– mentari rammentando l'assurdità che un uomo come .Jouaux sia escluso da quell_'assemblea. Ed ha con– cluso perchè si superino le controvers,ie oziose co– me quelle fra funzionalisti ed istituziona!isti, che ricordano le dispute durante l'assedio di Bisanzio da p~rte dei turchi nel 1453, perchè si spurghi lo statuto. del consiglio d'Europa da quella piaga che è il diritto dti veto, perchè, con ragione1vole f,errnezza si raccorcino le tappe per giungere ad una con{ eren~ za diplomatica la quale farà .un trnttato, sul pro– getto preparato dall'assemblea costituente, e que. sto istituirà il primo nucleo d'Europa federale, che beninteso non escluderà nessuno. Non si può aggi– rare il federalismo, ma bisogna orientarvisi con de– cisione e abbastanza presto. Perchè se tutto ciò tra– scinasse un po' troppo, potrebbe darsi che certi europei fossero poi costretti a scr,ivere un volume intitolato « Da Strasburgo a Ircutsk, ossia l'arte di mangiare della scorza di betulla ». Le discussioni che hann<;>seguito i rapporti sonò state spesso veementi ed hanno visto affiorare una certa diffidenza dei delegati belgi sia nei confronti della posizione d.i pilota che le altre delegazioni era• no unanimi nel riconoscere alla Francia, sia della opportunità di presentare alla loro opinione pub– blica in modo troppo drastico la necessità dell'im~ pegno nel patto federale. Le conclusioni, adottate a larghissima maggio– i-imza dal Consiglio dei popòli d'Europa, sono tut– tavia perfettamente allineate con le decisioni dei congressi delle associazioni con finalità più ristret– te e sfociano nella _richiesta della convocazione quanto più rapida possibilé di una Assemblea Co– stituente che prepari il patto federale da stringersi subito tra tutti gli Stati europei che lo desiderano'. Il Consiglio dei .Popoli ha provveduto al prose– guimento dell'azione iniziata decidendo di perpe– tuarsi in una commissione, formata dal suo seggio e dal suo comitato di iniziativa, la quale ha il man– dato di riunirsi prima della fine dell'anno e di pre– paPare un Comitato d'Azione per l'Unità Federale. Questo dovrà in un temp(? brevissimo ·preparare, per i vari parlamenti nazionali, uno schema di trattato che convochi l'assemblea costituente e ne fissi le modalità del funzionamento e la durata. Questa. azio,– ne a largo raggio è dunque in pieno sviluppo e sarà difficile che po,ssa essere ari:estata dalla pigrizia o dall'inettitudine dei governi o. dalla coalizione degli interessi a sfondo autarchico che sono contrari al~ l'integrazione europea. Sul piano .politico immediato il consiglio dei popoli ha pure approvato .all'un ani~ mità meno due voti un appello al Governo e al Par– lamento francesi circa il piano Pleven riportato in altra parte della rivista e di cui lo scrivente si era fatto il promotore. E' interessante nota·re che fra coloro che l'hanno appoggiato sono rappresentati ,,i partiti liberale, democristiano, repubblicano e socia– lista, sia unitario che dei lavoratori, per l'Italia, ed f tre pa11iti fondamentali si ritrovano pure nelle fir– · me de i delegati, tedeschi. Per interessamento del– l 'on.le Germaine Peyroles· questa, mozione venne re-

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