Critica Sociale - anno XLII - n. 20 - 16 ottobre 1950

286 .CRITICA SOCIALE pienza dell'uomo ma un complesso di anticipazioni di capi– tali che, a volte, superano largamente il valore della terra nuda. Di ciò mi riservo di trattare altra volta da queste colonne; oggi mi voglio -soffermare a trattare un argomento partico– lare: l'assiste-nza. Non vi è forse altra attività - come l'agricola - sulla quale ognuno abbia la strana pretesa di saper dare pareri; ricordo che un avvocato di notevole valore un giorno mi scrisse, che avendo avuto in eredità una proprietà di 300 ettari, desiderava di avere da me un poco di bibliografi.a agricola volendo assumerne la gestione: è uno dei tanti esempi di faciloneria agricola: in treno, dove si parla co:n facilità di un poco di tutto, si sentono emettere sentenze .su questioni agricole, anche tecniche, da gente che non sa distinguere un... broccolo da un cavolfiore. E' chiaro che, quando si parla e si vuole trattare di redi– stribip:ione della terra, assegnandola a contadini e special– mente a quei contadini che non furono mai altro che lavo . ratori manuali della terra - per ciò si dicono braccianti - il meno ·che si può e si deve chiedere è di dare ad essi un poco di istruzione « professionale • agricola. Intendiamoci bene: « istruzione professionale », il che non vuol dire riempire i loro cervelli di lezioni teoriche, ma insegnare loro quello che devono sapere fare per trarre dalla terra ad essi affidata non solo il poco grano per vivere, ma una produzione tale che ripaghi le loro fatiche e giovi alla collettività che è intervenuta e interviene ad aiutarli. Della istruzione agricola professionale mi sono già occu– pato da queste colonne e non intendo ripetermi: del resto la legge sulla Sila e la- legge • stralcio • indicano già agli organi, incaricati di applicare la riforma, l'obbligo di fa. vorire la istruzione degli assegnatari di terre; ma l'istru– zione u professionale ", vale a dire essenzialmente pratica, ha bisogno di insegnanti adatti e veramente capaci. Non basta la laurea o la licenza delle scuole di agraria: occorrono speciali attitudini per insegnare ai contadini, mol– te volte analfabeti, ciò che debbono effettivamente e prati– camente fare. Occorrono uomini e mezzi : sarà bene osservare se lo Stato ne disponga e se, per caso, ne disponesse bisognerà tenere presente che molte volte l'insegnante che si fa onore dall<i Cattedra non ha - e ne ha colpa - attitudini ad istruire un modesto contadino. Lo Stato deve cioè avere cura di scegliere e di formare gli istruttori dei contadill\, Ma non si tratta solo di istruzione da impartire : occorre assistere i contadini in genere e in particolare gli assegna - tari di terre. Qui l'assistenza ha un suo particolare significato: in un,1 pubblicazione americana, che i nostri uomini politici e di Governo dovrebbero conoscere, troviamo illustrato un curioso ente: la Farm security administration. Si tratta di una isti– tuzione che si propone di assistere i contadini, ma quei con- 1tadini • i quali. non possono godere delle forme di credit,J particolari all'agricoltura ". Ciò ci fa pensare a quei i, pre– stiti sull'onore ", che un tempo le Banche popolari ispirate da Luigi Luzzatti - ahimè se ne è quasi perduta la trac– cia! - accordavano agli artigiani la cui firma acquistava un valore in quanto vi era in essi la capacità di produrre e la volontà di fare ad essa onore. La Farm security administration è basata su un prin– cipio: in agricoltura l'onestà è largamente diffusa· un cre– dito aperto a favore di chi sia tecnicamente assi~tito e si si sottoponga volonterosamente ad una vigile assistenza tec– nica è in linea generale sicuro. · L'applicazione di -questo principio è stata fatta a oltre un milione di famiglie di contadini con uno spirito di ele– vazione economica e morale che ha raggiunto altezze che difficilmente ho visto raggiungere: si tratta di ptendere le BibliotecaGino B,anco famiglie di contadini in condizioni di povertà economica e morale e di fame degli esseri migliori, capaci cioè d{ e&Sere utili a sè e alla collettività .. Mi diceva un autorevole nostro compagno, al qn.ilc pro– spettavo UD programma di attività assistenziale J!0n iimita!a solo a fornire le medicine in caso di malatti'., o 11n letto in caso di mancanza di casa o un ricovero di vecchiaia, ma un'assistenza nel lavoro e nella vita dei campi con ogni mezzo e in ogni caso: « ma se tu vai in campagna, galla Campania in giù..., dovrai assisterli tutti perchè vi tro– verai oltre il 50% di analfabeti, cifre altissime di disoccu– pati in grande parte dell'anno e gente che coltiva la poca terra come la si coltivava ai tempi di Columella!... • Proprio così! Vi sono in tutta l'Italia, naturalmente più o meno a seconda delle Regioni, contadini in condizioni miserabili, contadini che hanno briciole di terra e non pos– sono o non sanno coltivarle, altri contadini che hanno terra e sono rimasti all'aratro a chiodo: ...di tali condizioni essi soffrono ma ne soffre la collettività perchè la disoccupazione o l'irrazionale impiego del lavoro umano sono un danno so– ciale. Bisogna organizzare una assistenza che abbia per mèta di elevare i contadini d'Italia e sopratutto dell'Italia me– ridionale. Questa è la vera « riforma agraria •... : l'altra può, per alcune regioni, essere la premessa; ma l'assistenza nelle campagne deve essere tecnica, economica e sociale. Tecnica perchè solo così la terra - la cui superficie è enormemente inferiore ai bisogni della popolazione cre– scente - potrà compensare meglio il ~avoro umano. Pochi sanno ancora che la tecnica agricola può veramente fare miracoli se associata ad uomini disposti a realizzarla; ec0- nomica perchè senza denaro non è possibile perfezlonarn l'agricoltura; sociale perchè senza la casa sana e illuminata, senza l'istruzione, senza la difesa della salute, non si puZ> sperare di elevare i milioni di contadini economicamente e moralmente. Fra gli interventi assistenziali non dimentichian:io l'avvia– mento dei contadini, misoneisti e individualisti, alla pra– tica _della cooperazione. Non fermiamoci ai nostri contadini del nord e, in parte, del centro d'Italia - dove pure l'assistenza tecnica avrebbe tanto valore - ma pensiamo ai contadini meridionali e del– le isole rimasti ad u'n.livello pauroso, in condizioni di igno– ranza e di miseria. Soltanto con un'assistenza tecnica, economica e socia:.e si può farne veramente degli uomini. La legge sulla ·riforma fondiaria accenna ad un'assistenz.1 economica e tecnica ed è bene che ciò sia affermato; ma il socialismo democratico deve dare un significato più pre– ciso e lar~o alla parola • assistenza • nelle campagne. Non so se la formula adottata dal F. S. A. po~sa essere adatta a noi ma essa dice bene ciò che si deve realizzare: elevare tecnicamente, economicamente, socialmente i con– tadini poveri... senza di che là: terra che viene dat,a loro non varrà a trasformarli veramente come dobbiamo volere. So bene che senza denari non si attua neppure l'assistenza e tengo conto della obiezione; ma in questo campo l'errore sta nel volere generalizzare: perchè non creare intanto • cen– tri di realizzazione »·? Ho seguito ciò che nella vicina Svizzera, ben più ricca cli .'noi, si fa per l'assistenza alla gente di campagna: il . Pab.inat - coop. ha iniziato il lavoro con un piano a svi– luppo progressivo, cioè a gruppi di Comuni per anno. Perchè non facciamo lo stesso intervenire... dai Comuni più poveri e arretrati... conquistando alla vita sociale nuclei · di contadini. Sarà almeno qualche cosa meglio del nulla! MARIO CASALDII

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=