Critica Sociale - anno XLII - n. 19 - 1 ottobre 1950

266 CIUTICA SOCIALE gli econ.omisti seguono con occhio critico le nuove esperienze. - Lasciamo da parte ·1a contesa scientifica, che non è affrontabile in una breve prefazione come questa. E' ·certo che l'opera del Keynes, comunque la si giudichi, ha avuto un'influenza non facilmente can– cellabile tra gli studiosi di cose economiche e tra gli uomini politici. E' certo che, comunque possa terminare (se mai' terminerà) questa contesa tra economisti, si è riaccesa - più intensa che mai -:– la contesa tra politici. Siamo di fronte, non solo a due differenti concezioni teoriche nel campo eco– nomico, ma a due differenti filosofie sociali; e la palla torna ai politici. Il Keynes, sebbene econo– mista educato alla scuòla ~lassica, fu in politica un radicale: il suo fu definito lo sforzo di conciliare questi-.dqe modi differenti di vedere il futuro della società; si paragonò al tentativo di lanciare un ' ponte sull'abisso che oggi divide questi due mondi. ' (8) W. Bsvl!RIDGB, Full employment in a free society, Lon- - dra 1944 -(trad. ita .. « L'impiego Integrale del lavoro In una società libera•• Torino 1948). Il B. aveva pubblicato nel 1930 Unemployment, a problem of industry (Londra)-: il nuovo li– bro costituisce il seguito d'un rapporto presentato al Governo Inglese nel aov. 1942 sul sistema di assicurazioni sociali. Sulla Conferenza mondiale per il commercio e l'occupazione (Lon– \lra 1946) cfr. l'articolo di F. COPPOLA D'ANNA in « Rivista di politica economica ~. dic. 1946. (8 bis) V. Il libro bianco inglese sulla Employment Policy (1944) cui segui·rà nel 1946 l'E,mployment Act. Sul libro bianco 1944, Il ·Proou dice: « In the pres·imt state of fact and opi,nion, [ am broadly in sympathy with the llnes suggested ». L.e "'r_andi Il solstizio dell'estate 1941 segnava una svolta de– cisil!a non solo nel corso della seconda guerra mon– diale, ma - si pensava da molti - nella storia dell'umanità. L'attacco della Germania di Hitler al– l'.U.R.S.S.. sferrato i,l 22 giugno, metteva fine all'al– l'alleanza t.ede·sco-russa, ritenuta più che innaturale mostruosa. Di colpo, sotto la pressione delle tragiche neces– sità, i. prudenti indugi furono · rotti, le perplessità diplomatiche superate, le diffidenze politiche vinte e si addivenne all'alleanza anglo-russa che si allar– gò poi al vasto complesso delle Nazioni Unite. L'orso sarmatico usciva dal suo sospettoso e rin– ghioso isolamento, si accordava col leone britan– nico e faceva comunella con gli altri felini della gimrigla capUalistica. Le ripugnanze, ide-ologiche fu– ·rono accantonate e si riconobbe la possibilità e la opportunità di una convivenza consapevolmente ac• cettata e praticamente operante. Fra gli uomini liberi o cospiranti nei recessi clandestini, intorno ai bivacchi montani, sorse al– loro Cagrande illusi-One, d'<l speranza immensa: che la fraternità delle armi e il sangue insieme versato impegnassero tutti alla mutua comprensione, alle necessarie revisioni, ai proficui .~cambi intesi a rin– novare il corpo sociale. L'Oriente europeo, non più assediato, liberato da minacce esterne, avrebbe· accolto, sia pure 'gradual– mente, le esigenze individualistiche espresse dalle rivoluzioni dell'Occidente, correggendo la rigidezza e la pesantezza degli ordinamenti collettivistici; il vecchio Occidente si sarebbe liberato delle anacro– ·nistiche e inibitorie strutture di regimi ormai supe– . rati per procedere speditamente verso le nuove rea- lizzazioni imposte dcii corso .agjtato della storia e dalle paurose crisi delle guerre. · E poi,chè gli uomini hanno bisogno di sintesi sem– plicistiche e di miti si cospirava, si combatt~va, si morfoa insieme per la libertà e per la giustizia so– ciale: insieme, comunisti, socialisti, liberali .. Biblioteca Gino Bianco E uno stesso insigne uomo politico inglese, di parte liberale, 'il Beveridge, lo seguirà con appassionato ardimento per' suggerire una risposta all'interroga– tivo maggiore che la società moderna si pone (8). D'altra parte il tema polit~co della « piena occupa– zione » non verrà più abbandonato: se ne parlerà alla vigilia della seconda guerra mondiale, se ne farà argomento di propaganda durante la guer– ra (8 bis), diventerà l'oggetto di programmi elettorali postbellici. E, a un certo momento, quando gli alleati sintetizzano nella Carta Atlantica le aspira– zioni e gli indirizzi futuri, quando nella Carta delle Nazioni Unite li delimitano, il tema della « piena occupazione » diventerà un « punto >i negli impegni internazionali tra governi (9). (continua) ROBERTO TREMELLONI (9) Oltre i rapporti del Consiglio econ. e sociale, vedi le re– c~mti pubblicazioni del S.1.T.: le 1111aintie11 de hauls niveaux d'emploi pendant la période de reconstrucNon et de reconver– sion de l'induslrie (Montreal, 1945); Public inveslment and full employmenl (Montreal 1946); Quatriéme rap,port de l'O.I.T. aux N.U. (Ginevra, 1950, capitolo dedicato alla piena occupa– zione). Le ricerche intraprese dalle N .U. sono documentate dal– la memoria Mesures de caractère national et international pri– ses e11 vue de réallser ou de mainlenir le plein emploi et la stabililé économique (doc. E/1111, 31 genn. 1949, e otto ad– denda); e nella memoria che qui pubblichiamo in lingua ita– liana, Rapporl du groupe d'experls conslitué par le Secretariat generai (Nuova York, dic. 1949), oltre ai resoconti del lavori della Commissione di questioni econ. e dell'occupazione e ai resoconti dei lavori del Consiglio econ. e sociale (docum. E/1600, e E/SR, 3&6.8). Per un riassunto di questi, ultimi la– vori v. « Révue Inter. du Travail », aprile 1950. illùsioni Che rimane di quella grande aspirazione poli– tica e sociale? Nel giro di qualche anno le barriere fra l'Orien- . te e l'Occidente, mai del tutto atterrate, sono state ampliate, e non difendono soltanto, minacciano. Si riparla di assedio, di aggressione, da entrambe le parti, ora. In quest'atmosfera... antebellica risorge l'eterna illusione dei ceti interessati: che si possano disdi– re gli appuntamenti con l'avvenire, che si possa fermare la ruota della storia e girarla a ritroso; La n_uova crociafJa dà animo e rido-llfl forze ai con– servatori di tutte le razze, che hanno attaccato ieri nel Belgio, attaccano oggi in Inghilterra, attacche– ranno domani- in tutti i paesi per riprendere le an– tiche posizio'11i, in nome dell' « union sacrée > e... della libertà! Vecchio e triste gioco che si risolverà contro gli stessi giocatori! I più accesi fra questi giocatori farneticano di guerra preveniiva per schiacciare una buona · volta - l'idra che di-sturba le loro 1'aooriose dige– sti-ani. Dimenticano ess,i che la prima guerra mon– riale - Russia sconfitta - ha portato al potere i bolscevichi; che dopo la seconda il bolscevismo s'e accampato sull'Oder e sull'Adriatico ed è dilagato nell'Asia. Evidentemente la salvezza non è nella guerra, non e ·nella conservazione e tanto meno nella reazione. -Lo spettro evocato da Marx un secolo fa !_lOnsi allontana con le guerre, nè si dissolve con gli esor– cismi dJe-U.e ncicliche; si placa accogliendo, via via, inMlli,geritemente, le istanze de/'la classe che so– spinge, riconoscendo _le esigenze inderogabili che porta in sè, mostrando con fatti probanti e senza attese sornione che la libertà può essere matrice di giustizia sociale. L'aHernativa non è tra comunz'smo e Santa Allean– za e nemme.11JO tra com.unismo e terzo stato, ma tra comun'i-smo e so<él'alismo. ANDREA TACCBINABDI

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