Critica Sociale - anno XLII - n. 19 - 1 ottobre 1950

272 CRITICA SOCIALE ratori a prendere il loro posto come associati comple– ti, in modo che le industrie pubbliche divengano il modello della democrazia industriale. Anche la dire– zione deve essere aiutata e preparata se il nuovo ordine deve lavorare agevolmente. Soddisfazione nel lavoro. - La democrazia indu– striale fiorirà soltanto se il popolo si interesserà in modo vitale al suo lavoro. L'opportunità di espres– sioni creative, di fierezza del proprio lavoro e di sod– disfazione nel lavoro devono essere rinnovate. Per risolvere questo problema chiave, il governo userà tutte le risorse della scienza e dell'amministrazione. LA DEMOCRAZIA DEI CONSUMATORI I consumatori non sono mai stati fortemente or– ganizzati. Essi di solito sono stati senza difesa con– tro gli interessi particolari. Perciò è intento dei socialisti di \ntegrare la de– mocrazia dei lavoratori con la democrazia dei con– sumatori. La carta dei consumatori proteggerà il consumato– re. Ma la democrazia dei consumatori deve significare ben più che la pura protezione dei consumatori da parte dello Stato. Noi siamo tutti consumatori e dob– biamo avere, come consumatori, una voce negli affari economici. Il Movimento cooperativo è un· chiaro esem– pio di controllo dei consumatori. Il Movimento cooperativo. Malgrado l'opposizione dei grandi affarismi e dei governi conservatori, il Movimento cooperativo ha fat– to immensi progressi ed ha raggiunto un alto livello di servizi. Esso si basa sul giusto prezzo e sulla buo– na qualità. Lotta per il consumatore contro gli attac– chi dei monopolisti. Pone fine allo sfruttamento ritor– nando all'acquirente i « surplus» del commercio. So– prattutto, esso mostra che la cooperazione volontaria è una umone dell'alto principio democratico con il fondamentale buon senso pratico. LA DEMOCRAZIA DEI CITTADINI La democrazia politica è il fondamento di tutti gli altri sforzi per il miglioramento sociale. Ma anche qui vi sono molti problemi da superare nel governo na– zionale e locale. Vi è ancora un troppo grande distacco fra lo Stato e il cittadino. Certamente, il governo laburista ha fat– to più di quanto sia mai stato fatto prima per colmare questo distacco. Non vi è nessuna nazione nel mondo meglio informata e meglio preparata per una piani– ficazione democratica. Il Partito laburista continuerà a comunicare i fatti al popolo. · La democrazia fiorisce bene quando il pote-re è di– viso tra tutta la comunità. Non 'si deve riunire al centro più potere di quanto è ragionevolmente neces- ' saric per un governo efficiente. Questo principio de– termina il nostro atteggiamento nei confronti di tutte le forme di gover;no. CONCLUSIONE Questo manifesto ha esposto .gli obiettivi del ,socia– lismo democratico. Vi è la lotta -per la pace. Vi è la lotta per la giustizia sociale. Vi è la lotta per il pieno impiego e per una maggiore produzione. Vi è la 'bat– taglia per una società democratica in cui il popolo ab– bia la responsabilità del governo. Sono tutte parti del– l'unico sforzo per costruire la nuova società. Noi fidiamo abbastanza nel popolo per sapere che vinceremo alla fine. La fratellanza umana, l'integrità dello spirito, l'orgoglio familiare e l'orgoglio naziona– le: queste sono le forze che ci spingeranno avanti. La nostra fede e la nostra speranza sono nell'essen– ziale bontà dell'uomo e della donna comuni. Noi cre– diamo che essi risponderanno alle grandi richieste che la nuova vita pone loro. Noi crediamo nel popolo. BibliotecaGino Bianco Riforma fondiaria e .disoccupazione bracciantile (continuaz. e foine) Abbiamo così dimostrato che un'alta percentuale di. famiglie ritrae dal « podere » a mezzadria, in affitto o in proprietà, un utile netto molto supe– riore al normale, aggiungendo che una buona per- • centuale di famiglie di braccianti, in virtù ..della loro costituzione e dei diversi lavori a cui posso– no essere adibiti i diversi componenti, compreso il terreno a compartecipazione, può far fronte an– che alle esigenze della vita nei periodi di disoc– cupazione stagionale. Abbiamo con ciò sdramma– tizzato il problema, cosa che ne agevola la solu– zione. ALLEVIARE LA MISERIA E' noto che per procurare lavoro ai disoccupati nelle zone dove vige· il latifondo, sarà necessario l'impiego di ingenti capitali, per la costruzione del– le case, delle strade, per trovare l'acqua, portare la luce, per la bonifica agraria, ecc. Qualunque sa– crificio finanzjario sa-rà giustificato poichè si tratta di alleviare la grave iattura della miseria e della fame. Nelle zone dove vige la mezzadria, l'affittanza <, la proprietà del podere, pensiamo si possa risol– vere il problema di dare lavoro permanente a gran numero di famiglie di braccianti disoccupati divi– dendo in due parti i poderi d'i superficie superiore ai dieci ettari; cosa che importa la sola spesa della costruzione di una seconda casa colonica. Nessuna altra spesa è necessari-a pe•rchè, com'è noto, i poderi hanno generalmente un lato prospi– ciente su strade principali o ·secondarie, tutte atte alla viabilità, ed esistono per la relativa vicinanza delle case tutti gli altri servizi necessari alla vita delle famiglie. Un podere di 5-6 ettari è più che sufficiente per l'occupazione normale di una famiglia composta di 7-8 persone - con 3-4 unità lavorative - che può ricavare il necessario alla vita e il giusto utile. Prendendo ad esempio la Provincia di Ravenna, da dati molto approssimativi, ma dài quali si può avere un'idea sufficientemente esatta, su oltre 18.000 unità poderali, di cui circa 15.000 nella pia– nura e nella bassa collina, si potrebbero creare ol– tre 5.000 nuovi poderi e cioè trasformare 5.000 fa– miglie di br.accianti in famiglie di metzadri. Non vi è chi_ non veda quale contributo si por– terebbe con ciò alla lotta contro la disoccupazione. Naturalmente la soluzione che prospettiamo - che avrebbe anche il notevole vantaggio di adi– bire allo stesso quantitativo di terreno un maggior numero di braccia, una più intensa· e assidua cura così da ritrarre maggior rendimento in quantità e in qualità - si presta a serie obiezioni. Trascuriamo le opposizioni che possono essere dettate da motivi egoistici o comunque interessati di persone, di categorie o di partiti, e soffermia– moci su quelle più consistenti, cioè: 1) J capitali per costruire case, stalle e dotare il podere dell'at– trezzatura necessaria di attrezzi e di bestiame; 2) Capacità tecnica e temperamento individuale dei componenti le famiglie di braccianti e difficoltà di trasformarsi in famiglia colonica la cui forza maggiore sta nella tradizione. Ci rendiamo conto che i capitali occorrenti sa– rebbero notevoli. Infatti per la sola provincia di Ravenna la spesa complessiva per le 5.000 case e attrezzature potrebbe ascendere approssimativa-

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