Critica Sociale - anno XLII - n. 18 - 16 settembre 1950
248 CRITICA SOCIALE Guardando in faccia la realtà La sostituzione di Marshall a Jonhson nella cari– ca di Ministro della. Difesa ha, nel giudizio della stampa e degli ambienti politici americani, il pre– ciso significato che s'intende di considerare il tea– tro asiatico della guerra come secondario e si vuo– le condurre con maggiore intensità la preparazione militare per una eventuale 'guerra in Europa. Au– guriamoci e vivamente speriamo che al conflitto armato non si venga per ora, perchè veramente ci pare che delle opposte forze nessuna abbia per ora interesse a scatenare una guerra generale. Ma fino a quando? Ad ogni modo è certo che la prepara– zione bellica produce già i suoi effetti dannosi. Attlee, nel presentarsi in questi giorni dinanzi al Parlamento, ha cominciato il suo discorso col dire che il governo brttannico è spiacente di' dover pren– dere i provvedimenti per il riarmo, perchè questi interromperanno la faticosa marcia della Gran Bre– tagna verso il ristabilimento della sua posizione economica. E' evidente che, per un paese come il nostro: 'il ritorno a forti spese per gli armamenti avrebbe un risultato infinitamente più doloroso, anzi disastroso. Nonostante l'innegabile depressione dalla quale veniva ora risollevandosi, la struttura economica dell'Inghilterra è rimasta tuttavia sem– pre sana e discretamente robusta. L'Inghilterra non corre poi all'interno il pericolo di una guerra ci– vile, perchè le quinte colonne non sono forti nè mi– naceiose, e perchè il governo ha saputo mostrare al paese che i poteri dello Stato erano usati a pro– teggere gli interessi generali della Nazione impo– nendo a tutti gli stessi sacrifici, e a sollevare gra– dualmente le condizioni dei lavoratori. L'Italia ha sofferto per la guerra un vero disfa– cimento del suo organismo economico, il quale solo da ·poco tempo andava ricomponendosi, pur attra• verso errori e deficienze di governo che sono stati più volte rilevati. Di fronte alla preparazione bel• lica che si va compiendo in tutto il ·mondo, l'Italia è stretta da una parte dagli obblighi che l'adesione al Patto Atlantico le impone e dall'altra dagli ob– blighi che le impongono le clausole del trattato di pace. Poniamo pure che essa riesca a superare le difficoltà che nascono dal contrasto fra questi due opposti obblighi; rimane tuttavia gravissimo il pro, blema finanziario. Nel suo discorso al Parlamento inglese Churchill ha proposto che alla costituzione dell'esercito atlantico l'Italia partecipi, come la Ger– mania, mettendo in piedi da otto a dieci divisioni. Non abbiamo bisogno di chiedere a tecnici dei pro– blemi militari il calcolo delle somme che occorre– rebbero per mettere in piedi e mantenere forze sif– fatte e possiamo affermare, senza rischio di errori, che a tale scopo non può certamente bastare lo stan– ziamento di cinquanta miliardi che il Governo :µa intenzione di proporre al Parlamento e che eviden– temente, più che una previsione delle necessità, in– dica i limiti delle possibilità a cui in questo mo– mento può giungere l'Italia. E' probabile che della cosa si parli a Washing– ton in occasione del convegno fra · i Ministri degli Esteri delle nazioni aderenti al Patto ,Atlantico. Non di Atene nell'allegoria del cavallo pigro, ma nobile, che Socrate sapeva stimolare con H suo ascendente. Il popolo d'Atene ebbe la mala ventura di perdere Socrate, ma il socialismo, fortunatamente, è ancora vivo. Solo ci domandiamo che cosa accadrà se gli stimolatori predestinati non sapranno stimolare nemmeno se stessi. ANTONIO GREPPI BibliotecaGino Bianco sappiamo se dorante questo periodo di vacanze, che il caldo afoso, insolitamente prolungatosi, ha reso quest'anno anche più torpido e deserto di attività e di iniziative, il Ministero, paralizzato anche dalla malattia dell'on. De Gasperi, abbia provveduto a fissare precise direttive sull'apporto che l'Italia può dare, sicchè il Ministro degli Esteri non si lasci trarre dal suo desiderio di fare apparire che l'Italia ha dignità- e possibilità non inferiori alle altre po– tenze. Ma è certò che sarebbe veramente disastroso se a tutti gli altri obblighi e rischi che l'adesionè ad un patto militare reca inevitabilmente si aggiun– gesse anche un peso finanziario che spezzi lo sforzo di rinascita che la Nazione va facendo con tanta fatica e con tanti sacrifici dei più umili. (Qui non abbiamo avuto un potere politico e un'opinione pubblica che sapessero imporre il regime dell'auste– rity anche a coloro che sono abituati a non porre limiti alla lÒro egoistica sete di godimenti). , Se anche ·è vero che delle difficoltà d'ordine eco– nomico-sociale in cui il nostro paese si dibatte il problema della disoccupazione è il più preoccupante è che questo potrebbe essere attenuato con la ri– presa della produzione di guerra, resta il fatto che Governo e Parlamento hanno assunto verso il paese, e soprattutto verso il · Mezzogiorno, impegni che debbono essere scrupolosamente mantenuti in tutta la. loro integrità. Se anche noi siamo stati tutt'altro che entusiasti dei provvedimenti presi per la isti– tuzione della Cassa del Mezzogiorno e per lo stral– cio della legge fondiaria, riteniamo tuttavia che il Goverl!lo commetterebbe un gravissimo errore se ne differisse, anche in minima parte, l'esecuzione: è chiaro infatti quale appiglio esso offrirebbe alla pro– paganda pseudo pacifista dei comunisti è dei loro alleati e quale sapore di amàra ironia verrebbe a dare alla campagna per la solidari~tà nazionale. Se sono fondate le notizie che ci vengono dal Belgio sull'organizzazione nell'Europa occidentale, e specialmente in Italia, di una attività sabotatrice dei comunisti, è chiaro che il governo non può i~– ludersi di soffocarla con una intensificata attività della polizia e con la ventilata costituzione di squa• dre di volontari, che finirebbero evidentemel!lte per rinnovare le gesta di quelle del 1919/22: :autentico squadrismo fascista al servizio della democrazia cristiana. Sje il governo offrisse argomenti ad ali• mentare il malcontento onde la propaganda comu– nista trae il suo maggiore alimento, nessuna azione di polizia potrebbe riuscire efficace in una situazio– ne come quella nella quale l'Italia presentemente si ,trova. Oltre a ciò è chiaro che ogni interruzione nel– l'opera di ricostruzione 'pregiudicherebbe il nostro avvenire in maniera assai grave e per lungo tempo. Per conseguenza, o_'si riesce ad ottenere dall'Ame– rica, per quanto questo ci ponga in una posizio~e indubbiamente umiliante, tutto quanto è necessario per la nostra prèparazione militare (per cui ripe– tiamo l'augurio e la sper;inza che non abbia mai a sfociare il!l attività bellica), o il governo deve tro– var modo di imporre •ài contribuenti che ne hanno possibilità l'obbligo di fornire allo Stato i 'mezzi ne– cessari, invece che continuare a dar prova del loro modo di intendere la solidarietà nazionale con l'in– vio di valute all'estero, dove molti s'apprestano a cer– car salvezza per la loro preziosa esistenza. Superfluo dire che noi propendiamo per il secon– do corno del dilemma .per ragioni di giustizia e di dignità nazionale e perchè esso costituirebbe una efficace remora alle manie belliciste da cui alcuni si lasciano trascinare. U. G. M.
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