Critica Sociale - anno XLII - n. 17 - 1 settembre 1950

242 CRONACHE Paroledi Ferragosto. Poi che il gioco si fa, ormai, « a carte sooperte » (vedi Panfilo GentUe, nel Mondo del 27 agosto), non può sor– prendere il tono del discorso Scelba, tanto più che « lo stile è l'uomo ». E' certamente drammatico il contrasto fra l'ideale di libertà e di democrazia, congiuJ1ta nei si.nceri fauto,ri di fo·rme sempre più elevate di vita civile al– l'ideale della giustizia economica, e la realtà regressiva, annientatrice delle conquiste sociali e del fair-play poli– tico, che spinge il mondo sulla sdruc– ciolevole discesa delle guerre e delle faide. Ed i,n ques,tà atmosfera di vio– lenze attuate .e promesse, di liste ner~ e di elementi di gente « da far fuori », di minacce e controminacce di roghi e patiboli nel!'inconfessata quanto vana aspira?.içne a sopprimere l'idea avver– saria, o· l'eresia « tout-court », il so(}ia– lismo è in croce, sull'alto del Golgo– ta, irriso dai ladroni, dai Farisei, dai fanatici e dai pavidi, che si lasciano trascinare dai « fatti » irrevocabili o presunti tali. Il socialismo, la cui voce si perde, soffocata dal clangore delle propagande, e che se è contro i comu– nisti, per ragioni di metodo e di tatti– ca, rischia d'essere accomunato con le destre reazionarie o con i tiepidi demo– cratici del centro conservatore; e se in– voca una politica socialé più aperta e meno miope dalle maggioranze (q_uel– la politica che trova, in fondo, con– cordi i sinceri c1·istiani della D. C., e basta leggere, per persuadersene, le splendide pagine di Giorgio La Pira: Difesa della povera gente in « Crona– che Sociali», n. 5-6, 1 luglio 1950), su– scHa sùbito le balo1rcle a•ccuse di fHo– bolscevismo e simili. E' difficile, nella predominante in– coltura politica, cosl propizia al con– formistno .dei più, far intendere che fra il no·stro antico1nunismo e quello degU ulll'a e dei" miopi della conserva– zione, v'è almeno altrettaùta distanza di quella che passa fra , il «nostro» socialismo e quello di Togliatti. Ma tant'è. ·Le prospettive sono falsate e il mondo è popolato di daltonici! Il disco,rso di Fcrragos,to - che su uri •piano più modesto riecheggia le preoccupazioni e le ansie di Chirchill, De Gaulle... e del pallone-sonda Mat– thews, (non importa qui · 1a Priorità cronologica, 111a lo stato d'ani·n10), - è pertanto un segno dei tcm'pi. Pren– diamone il buono (la riaffermata equi– distanza fra i totalitarisn1i, la rampo– gna ·ai pavidi C ai profitta ori, il pro– posito di difendere lo spirito democra– tico delle istituzioni), 'ma non trascu– riamone il deteriore,.. che è più -nel mo– do, nelJ'acccnto, che non nella sostan-- 1 za. Ahnè, che la crociata della verità incOmincia male, se trascina al turpi.i. loquio dell'avversario, a quelle forme truculente e gladiatorie che sono, pur'.. troppo, la rivelazione delle coscienze in– quiete l l'ultima lezione. Giovanni Papini, nazionalista, futu– rista, pTagmatista, fascista e infine neo– tmnista, ci impartisce... << L'ultima le– zione» ( Corriere della Sera, 11 ago- Biblioteca Gino Bianco CRITICA SOCIALE POLJTJCHE sto 1950). La concezione papiniana· del-. la saggezza è il contrario di quella ci– nese, collaudata da secoli di medita– zione e di contemplazione. Papini odia l'immobilità. Si compiace tuttora, no– nostante le numerose esperienze, lette– rariamente vissute, di sintesi audaci e paradossali. La sua « Ultima lezione ~ traccià un conturbante parallelo fra la nostra epoca e due periodi storici di sfacelo e decomposizione di civiltà: la fine dell',im,p·ero Romano e la fine dell'ancien régime nel 1789. Le analo– gie, nell'acuta e asciutta rapida nota– zione del vegliardo Idalecio Silveira (alias Papini), sono realmente impres– sionanll, sì che sorprende la mancanza di una conclusione, al di là dell'intrav– veduta catastrofe finale: « Se vi sono, come lo credo, ricorsi storici; ae cause simili son destinate a generare effetti shnili, siamo condotti a ritenere che l'età .nostra è, come quelle ricordate, un « finale », cioè la vigilia di una ca– tastrofe ancor più spaventosa e totale delle altre. Ho soltanto una speranza: che la mia rapida analisi, fondata sulle analogie tra epoche troppo diverse, sia un parallelismo fallace e possa essere smentita dalla storia imminente. Gli uomini, ridestati a un tratto dall'istin– to di conservazione, possono forse rav– vedersi, correre a ripari, i·estaurare i valori, ,mutare le anime e perciò anche il corso degli eventi ... ». - E come? E per quale moto e compo– sizione delle forze in gioco, sociali ed economiche non ultime? Papini è muto. Si rimette _alla prov-vjdcnza', Non vuole risalire alle cause delle cause. Dimen– tica che le due cadute di epoche stori– che hanno dato l 'avv.io a nuove civil– tà, a nuovi Rinascimenti, e che nulla giustifiica una., prev.h,io,vc assolntamentc negativa del futuro. Non basta sperare, illustre accademico, che « mutino "le /~ASSEGNA La situazione. Poche volte le vacanze di 1ninistri fu– rono più turbate da preoccupazioni dl quest'anno. A parte la grossa questione della capacità del nostro paese a resistere ad un'aggressione, vi è tutta una serie di problemi la cui soluzione è di scot– tante attualità. Si pensi a tutto quello che già bolle in .pentola:· dalla riforina agraria alla legge sindacale, dalla- messa in azione della Cassa del Mezzogiorno alla siste– mazioric dell'industria n1eccanica; vi si aggiung~ la necessità di risolvere il con– flitto tra la Confindustria e le tre Con– federazioni del Lavoro e si coroni il tutto con la qu'estione dei sensillili au– menti dei prezzi, già verificatisi per una lista notevole di generi e di ma– teriali di prima necessità, e si dovrà riconoscere che la vita del governo al– la ripresa dei lavori sarà tutt'altro che facile. Non solo, ma purtroppo si potrà an– che prevedere che malgrado tutta la buona volontà di cui i ministri po- anime », ma è urgente costruire una barriera contro la dissoluzione. Il ma– stice primo - speriamo .che Papinl ila d'accordo con noi! - è il pane quoti– diano, elemento indispensabile di quel– la conquista incommensurabile, e crt– tiana, che è la dignità umana. UngestoInutile. Il ritiro della squadra italiana dal « Giro di Francia » - sia pure sotto la ·impressione di un atto fazioso e vio– lent,o - •merita d'-essere giudi,c:ato con minore indulgenza (e leggerezza) di cer– ti quotidiani. Le deplorevoli escande– scenze di un tifoso (non andiamo a cercare lo scio·vini1smo, Aigue--les-Mor1·s, « les italiens macaroni » ed altre ame– nità serie e facete ·del genere, per un episodio cosi banale), esigevano una risposta più convincente ed efficace. Continuare la corsa, dimostrare UQ_asu– peri-ori tà di nerv,i ...e di gambe. Codicilli alle sentenze. Nessuno contesta l'indipendenza e la insindacabilità della magistratura. Ma il magistrato che sente la digl)ità della toga interpreta e giudica in base alle leggi e non ai risentimenti. Se il magi– strato si comporta altrimenti, è chiaro che si espone a sua volta ad essere giudicato. E guai a quella giustizia che alla chiarezza dei dettati sostituisce le 1 oscurità· delle chiose. Le sentenze nei processi Maugeri e Gray-Sforza, per non ricordare che le ultime, rivelano tipiche mentalità del vecchio regime, e confortano la nostra tesi del mancato rinnovamento della nostra classe diri– gente, dopo la caduta del fascismo; causa non ultima <,lei disagio presente e del profondo diss,i,d,io fra la coscienza. reale del paese e le manifestazioni di certi burocrati, uom'ii1i di penna, ~i toga e di spada ... Ani. V. ECOIVOMICA trebbero essere animati, essi hanno po– che probabilità di risolvere con sod– disfazione i punti del loro ordine del giorno. Sopratutto perchè il governo è privo degli strumenti adatti a fronteg– giare i maggiori problemi di una 1no– derna economia. Più che mai si farà sentire, nei prossimi mesl, Ja gravHà d_e! danno causato al paese dal fatto che non si è provveduto a suo tempo a quel– la riforma degli organi tec,nici dello Sta- 1o, che ha costiit:uHO, già subito dopo la Jibe-razione, uno dei punti essenziali dei progranuni dei partitli socialisti. I p!ezzi. L'atmosfera del mese testè trascorso è stata in particolare dominata dalle preoccupazioni degli aumenti dei prez– zi. Tutta la gamma ,dei prodotti base, ad esclusione del pane e della pasta che sono· controllati dallo Stato attra– verso J'ammasso del grano, hanno su– bito aumenti variabili ma tutti di en– tità non indifferente. Negli ultimi giorni del mese il mo– vimento si è fermato. Naturalmente il

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