Critica Sociale - anno XLII - n. 17 - 1 settembre 1950

240 CRITICA SOCIALE ne, a diffondere il cinismo e gli scandali, insieme ad una completa sfiducia in ogni cosa esistente e un ardente desiderio per qualche cosa di migliore, ed infine ... se è necessario, a ridurre, ad un determinato momento, la nazione alla disperazione». Fin qui tutto bene: ciò che i suoi complici de « Gli Ossessi» non sapevano era che essi non facevano parte af– fatto di una gigantesca cospirazione: con una lo– gica dimostrazione per assurdo sistema, essi costi– tuivano l'unica « cellula » del paese. Quando uno di essi comincia a sospettare questo fatto, il capo lo fa assassinare, in base al principio che « il sangue è il cemento della rivoluzione». « Persuadete quattro membri di un gruppo ad uccidere il quinto col pre– testo che egli è un traditore» egli spiega « e voi li legherete irnieme con il sangue che hanno versato_ come con un nodo». Ho visto io stesso mettere in i1tto alla lett.era questa massima, in Grecia, da parte di Arres Veloukhiotis, una volta famigerato condot- tiero dell'esercito comunista greco. ' Falsific; J.re la Storia creando la Leggenda. Vi sono rìe « Gli Ossessi» ancora altri esempi del– la preveggenza di Dostoievsky. Egli previde il si– stema di Lenin di falsificare la storia creando la leggenda; egli prescrive l'epurazione degli artisti e , degli scienziati che noi abbiamo visto effettuarsi , più tardi a Mosca. « Abbasso la cultura », dice il suo capo cospiratore, « i grandi intelletti saranno banditi o uccisi: noi ne abbiamo abbastanza della scienza. L'unica cosa necessaria è la disciplina». E potrem– mo continuare a citare esempi, ma abbiamo detto abbas·tanza per dimostrare come 'ottant'anni fa Do– stoievsky previde il corso che avrebbe seguito la moderna rivoluzione. Rimane ancora da rispondere a<,iuna domanda: come mai i dirigenti sovietici si ·- sono accorti solo nel 1949 della sua « enorme mal– vagità»? Non possiamo pensare che Essi abbiano avuto solo adesso il tempo di leggere « Gli Ossessi», perchè per la generazione che ha seguito la rivolu– zione Dostoievsky è stato uno degli eroi letterari dell'Unione Sovietica. Possiamo difficilmente crede• re che essi temano di veder tradita dalla sua pre– veggenza la loro immediata linea di condotta, per quanto esistano ancora molte profezie che non si sono avverate,, come quella dell'occupazione russa di Costantinopoli e quella secondo la quale l'Jnter– nazionale comunista concluderà nel futuro un trat– tato segreto col Papa. I capi sovietici si lasciano difficilmente spaventare da cose cosi .semplici eppu– re essi sembrano spaventati di qualche cosa perchè negli ultimi due anni vi sono stati molti segni di · questo timore. Io credo che la spiegazfone, forse, potrebbe esse– re la seg_uente. Quando i comunisti chiamano Do– stoievsky « un malvagio e spietato nemico della ri- . voluzione », essi non danno alla parola « rivoluzio– ne» il significato che le daremmo noi: per loro la rivoluzione è una cosa compiuta ed ormai stabili7.– zata, e quindi il significato della parola assomiglia molto a que-llo che noi diamo al termine « costitu– zione». La cattiveria di Dostoievsky, allora, consi– ste nel fatto che, per quanto conservatore per tem– peramento, egli non di meno indica come si possa attaccare l'ordine costituito: perciò inconsapevol– mente addita la strada alla controrivoluzione. E se questo è il pericolo, àllorà l'attacc~ a Dostoievsky può essere collegato a quello portato dal Governo Sovietico ai musicisti, artisti, scrittori e scienziati viventi e a tutti gli altri che si sono resi colpevoli di ciò che i giapponesi chiamavano « pensieri peri– colosi». II pericolo di questi pensieri non risiede nel– le cattive intenzioni degli intellettuali che li sugge– riscono, ma nelle idee che essi possono suscitare nelle menti degli altri uomini; « sfiducia· in tutto riò che esiste e desiderio ardente di qualche cosa BibliotecaGino Bianco Storia dell'uomo ··che creò l' I. L. O. La storia deUe .o,rganizzazioni in.te· rnazionaU è cosparsa di delusioni. La gente ricorda ben poco della Società delle Nazfoni al dd fuori del1e sue de– bolezze e dei suoi fallimenti. Ma c'è un ent•e, isti– tuito con la Società 30 anni fa, che costituisce una eccezi.o-rne a questa regola. L'Organizzazion·e Inter: na7!ionale del Lavoro (I.L.O.) ha acquistato sempre p'1ù autorità e prestigio: non vi è parte del mondo -in cui gli uomin-i noIL abbiano a ringrazia-re l'I.L.O. per qualche miglio-ramento nelle loro condizion1 di lavoro. , L'uomo che ~ettò le fondamenta del succe1sso del– l'I.L.O. fu il primo Direttore dell'Ufficio Interna– zionale del Lavoro - il Segretario Permanente del– I'Organizzazione1 - Albert Thomas. Dirigente socia– Hsta france-se, Ministro degli Approvvigionamen.tli durante ],a prima guerra mondia,le, egLi non fu cer– to scelto naturalmente nè dai governi che avrebbe– r.o potuto temeirlo come uomo politico, nè dai datori di lavoro che vedevano in lui 1H socialista. Infatti egli dovett,e la sua nomina ad una casuale concomi– ltanza di speciali interessi, caratteristici della di– plomazia internazi:onale. ~ Sotto tutti i punti d,i vista ·egli era un uomo ec– cezionaLe, che possedeva nello stesso tempo un'im– maginazione prratica e costruttiva, un. solido buon senso, una lucida eloquenza ed un buon discerni– mento politico. E soprattutto egli ·e·ra guidato da una costan•te passione p 1 er tutti i lati positiv,i della vita. ' Rendendosi pien-amente conto che1 la funzione dell'I.L.O.- doveva essere quella di arma decisiva J]ella lotta• p-er la giustizia sociale, egH combattè brillanteme,nte le prime batlaglrie costitutive affer– mandosi ben presto quale iniziatore dri una deter– minata politica. La sua posizione come socialista Io metteva in grado di ,resistere alle p·ressfoni sinda– cali quando lo ritenerva necessario, senza per que– sto alienarsi la fiducia dei lavoratori. Non vi era li– mite geografico nè politico alla vardetà dei suoi in– teressi. Egli 1era ugualmente pronto a dfa-cutere Sun Yat, s,en con i dirigenti de~ Koumintang o El Greco con i grandi di Spagna se .ciò lo pote1Va avvicinare di un passo-· alla meta. Una prova incontrovertibile del sqo valore è stata_ data dal fattQI che dopo la sua morte a':'venuta rnel 1932, l'Ufficio Internazio– nale del Lavoro potè continuare indisturbato la propria opera s•eguendo le diretbive da lui tracciate. Compagni di lavo:r'o. Egli fu fortunato nell'avere fin dal princ1p10 dei collaborato•ri che condividevano la sua passione: Mr. (ora Sirr) Har-old Butler, che era il suo sosti– tuto e che gli sùccesse come direttor-e e Mr. E. J. P,helan., che flnchè Albert Thomas fu dn vita diresse il dipartimento che raccoglieva le, informazioni sul– Je condizioni di lavoro attraverso gli uffici spa·rsi iri tutte le parti del mondo. In segudto anch'egli- ri– coprì la carica di dirrettore. Nel periodo in cui l'attenzione mondiale etra con– centrata sull'asces·a di! HiUer, la guerra civile spa- ·di migliore », come diceva Dostoievsky: idee insom– ma di controrivoluzione. E ciò ci porta ad un'ultima e meditata conclusione: non ci sarebbe ragione di attaccare pubblicamente questo pericolo, se questo pericolo non fosse una cosa reale. C. M, WOODHOUSE

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=