Critica Sociale - anno XLII - n. 15-16 - 1-16 agosto 1950
208 CRITICA SOCIALE Basin che renderà fertili 45.000 chilometri quadra– ti e i~corporerà un milione di contadini nella vita economi-ca nazionale coronerà l'opera di Miguel Ale– man prima della fine del suo mandato. Il comunismo nel Messico è in liquefazione. Tut– tavia, in questi paesi latino-americani, in cui la vita politica è di una mobilità straordinaria, non si può mai considerare un movimento come defi– nitivamente arrestato, il minimo pretesto serve a ravvivarlo. .lltomizzazione della C. T. ll. L. Parallelamente, la Confederazione dei lavoratori dell'America Latina (C.T.A.L.) aderente alla Fede– razione sindacale mondiale attraverso Lombardo Toledano,. è entrata in una fase dI atomizzazione alla quale hanno contribuito lo scacco comunista nel Messico e il successo della Confederazione in– teramericana del Lavoro (C.I.T.). La Confederazio– r:e messicana del lavoro ha deciso, in un congresso, la sua separazione dalla C.T.A.L., così come la Con– ·federazione dei lavoratori della Columbia, che già fu feudò degli amici di Lombardo. La direzione dei sindacati colombiani, finita nelle mani dei li– berali sebbene questi siano molto perseguitati dal governo falangista-conservatore, ha dichiarato che « la C.T.A.L. non ha servito alla difesa degli inte– ressi degli operai», e ha quindi aderito alla fo– derazione mondiale dei sindacati liberi, decisione che sarà imitata tra poco dalla centrale messicana. L'aiuto dato dalla C.1.0. e dalla A.F.L. agli ope– rai della Zona del Canale, nel Panama, promettendo loro di lottare per il miglioramento delle loro c·on– dizioni di vita e per la scomparsa delle discrimi– nazioni razziali, è stato un altro grave colpo dato all'influenza comunista in questo punto vitale in cui, all'ombra delle ingiustizie tollerate dai sinda– cati fino a poco tempo fa, essi erano riusciti a crea– re un'organizzazione tanto più forte in quanto H Canale è una specie di punto d'incontro fra due mondi. La Junta militare del Venezuela ha sciolto qua– rantadue sindacati di petrolieri, il sindacato degli impiegati e l'organizzazione degli studenti di Ca– racas, in seguito· a un: vasto movimento di scioperi nei campi di petrolio. I soli sindacati che conti– nuano a funzionare sono quelli diretti dai comu– nisti, che non si sono uniti a questo movimento il cui carattere politico contro la dittatura militare era assai marcato. Così pure i comunisti continuano a essere tol– lerati nella Columbia e nel Perù, sebbene in questi paesi i regimi dittatoriali perseguitino a fondo tut– ti i partiti e sindacati che non si sono sottomessi al governo. Nel Nicaragua in cui il generale So• moza, dittatore di lunga tradizione, si è fatto rie– leggere, i pochi comunisti che. esistono nel paese non hanno esitato a dargli il loro appoggio. E nel Perù il generale Odria conterà, per farsi eleggere presi~ente al momento delle prossime elezioni, sui consigli « tecnici >> dei suoi consiglieri comunisti. Tutto ciò non avviene senza qualclle assassinio e numerosi imprigionamenti. Minacce nel Brasile. Per compensare gli scacchi che abbiamo segna-. lato gli uomini di Mosca contano sul Brasile. In ot– tobre vi saranno le elezioni per designare il pre– sidente che deve succedere al generale Gaspar Du– tra. Getulio Vargas, l'uomo che ha governato il più vasto paese del continente per quindici anni, ha annunciato che si presenterà candidato. Immedia• fa.mente i comunisti, il cui partito è stato proscrit– to da Dutra, si sono schierati a fianco di' Vargas. Il fatto che Vatgas abbia imprigionato per lungo tempo il loro leader, Luis Carlos Prestes, non im- BibliotecaGino Bianco pedisce a questi di mantenere eccellenti rapporti con l'ex dittatore. Il ·partito comunista brasiliano, che la clandesti– nità, lungi dall'i1ndebolire, ha 'rafforzato, è il più nu– meroso e forte del continente. Esso conta 120.000 iscritti, e alle elezioni del 1947 ottenne 700.000 voti. Varg3s, che è riuscito a dividere l'opposizione e troverà di fronte a s~ due o tre candid\ati, può es– sere quasi sicuro della vittoria, se la situazione nel frattempo non cambierà. La politica di repressione del governo Dutra, accompagnata dall'indifferenza ufficiale per la situazione economica in sempre peg– giori condizioni, e glÌ effeitti dell'i.nfla.zione, dànno alla coalizione Vargas-Prestes tutte le possibilità di successo. Evidentemente Vargas, che è una vecchia volpe della politica, conta di sbarazzarsi di Prestes, se ciò gli converrà. Ma Prestes sembrerà allora il salvatore. Non vi sono nemici piccoli, certamente. E il Bra– sile conta su 41 milion.i di abitanti e 3.291.000 mi– glia quadrate, come pure sul ferro, il caucciù, il cotone, i diamanti, il caffè ... Infine; c'è di che stuz– zicare )fosca ed allarmare Washington. VICTOR ALBA La riforma peni\enziaria Quaranta anni fa, fa1. un discorso rimasto famoso nel'la storia parlamentare italiana, Filippo Turati -parlò a. Montecitorio con frasi dure e1 sever-e della situazione penitenziaria italiana. Quel giorno, il 18 marzo 1904, il deputato socialista disse -che « soven– te ci gonfiamo le gote a parlare di emenda di col– p'.evoli ,e le nostre ca·rceri sono fabbri.che di delin– qu,em,ti », che « le carceri italiane rappresentano J'e– splicazion-e della vendetta sodale nella forma più atroc,e che si sia mai avuta ». Disse ancora che « la pena di mort,e che ammanniscono a goccia ·a g-oc– cia le nostre galere è meno ·pietosa di quella che era data uh tempo per mezzo del ,carnefice,». Il discorso di Turati ebbe vasto cons·enso fra i parlamenta'r~ -e presso l'·opinion,e pubblica, si pensò che fosse ormai giunto il gionno per por mano ad una radi·cale illuminata trasformazione de1i sistemi penale e penitenziario 0nde · daI"e ~Ha ·pena una concreta funzione emendatric 1 e. Ma Rocc-o nel 1930, nella sua relazione al codice di diritto penale vigente, potè amcora affermare senza troppi con.trasti e opposizioni che le pene « concorrono con le misur,e di sicurezza neilla lot– ta c·ontro il reo» e che: « l'emenda e la rieduca– zione del reo non sono le funzioni principali delle pene, si tratta invece1 di scopi secondari e accesso– ri». Fu l'Ass•emblea Costituente, approvando nella se-. duta mattutina del 15 aprile 1947 l'articolo 27 della costituzione che stabilisce: « che le p,ene deivono tendere alla -rieducazione del condannato » a po-rre fa premessa indisp-ensabHe della riforma. La Costitue1nte 'si è pronunciata in favone di una formula che mette l'accento suHa preminenza della funzione rieducatrice su tutte le altre funzioni della pena, dando sanzione costituz.iona-Ie ad un principio ormai emirato nella comune coscie!Ilza dei popoli ci– vili. La elaborazione ·di un ,progetto p 1 relimina,re del coàice di diritto penale, reso noto all'inizio del 1949, e d-ei ·progetti di riforma del Codice di Proce– dura P,enal-e e del Regolamento de,gli Istituti di Pre– venzione e Pena, resi noti quest'ultimi all'inizio di quest'anno, avrebbe dovuto costituire il primo pas– so sulla, via deU'attuazione dei prim.cipi costituzio– nali in matell'ia di penà. Il pro~etto preliminare del codice penale, in.vece, pur mitigando alquanto la durezza delle pene, ha
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