Critica Sociale - anno XLII - n. 15-16 - 1-16 agosto 1950
206 CRITICA SOCIALE LETTEBA DALL' A USTBIA. Un passo verso la pianificazione economica < 1 > Una delle maggiori questioni dopo l'ultima guer– ra era: deve il nostro ordinamento economico ri– manere lo stesso che prima della guerra? Dobbiamo continuare a godere i benefici deH'economia capi– talista con le sue arbitrarie alternative di sottopro– duzione e di sovraproduzione, con le deficienze di investimenti, con le crisi economiche e la disoccu– pazione, o dobbiamo inv-ece sostituirlo -con u:n.a ra~ gionevole e bene orientata pianificazione nella rico– struzione e nella produzione dei benì necessari? E' chiaro che un ordinamento economico durato a lungo, non può essere mutato dalla sera alla mat– tina. Ed altrettanto chiaro deve essere che noi ac– canto ai. vecchi metodi della economia dobbiamo introdurne altri che siano nuovi e più progrediti. S'inte nde d a sè ·che per noi la classe lavoratrice deve esse.re la protagonista storica anche nella gui– da dell'economia. In ,Austria, con la nazionalizzazione della maggior parte della economia delle energie, dell'industria pesante e delle banche, noi abbiamo costituito un valido strumento per la guida dell'economia. Con la pianificazione e la guida economica noi possia– mo anche correggere la strutt,ura dell'economia au– stria;::a, innaturale ed alterata dalla economia di guerra, e correggere gli eccessi e le deficienze del– l'attuale corso economico. Per mezzo della valutazione della capacità dei bi– sogni e della produzione hanno potuto essere da noi elaborati alcuni parziali piani economici. Tali sono, ad esempio, il piano decennale per la econo– mia elettrica, il piano quindecennale per la economia carbonifera, il piano decennale per la produzione del ferro, dell'acciaio, dei metalli. La partecipazio– ne al programma di ricostruzione europea (piano Marshall) costringe per la prima volta anche alla formulazione di un piano generale a lungo termine (Long-term programm). Il pianoper l'economia carbonifera. L'Austria possiede solo poco carbon fossile; un po' più di antracite e lignite di minore valore. La produzione complessiva copre soltanto un terzo circa del>bisogno; gli altri due terzi deivono essere importati. Ciò significa una forte dipendenza del- 1' Austria per quanto riguarda il carbone, ciò che aggrava in maniera notevole la bilancia commer– ciale. Il piano decennale •che è già da, due an.m m attuazione, prevede un aumento della produzione di oltre 4 milioni di .tonnellate, ottenuto principal– mente con la modernizzazione d~gli impianti, anche se ciò prevede l'abbandono di alcune miniere ed una riduzione delle loro forniture. Per l'esercizio minerario è stato creato .l'ente sta– tale « Bergbauforderungs G.m.b.H. »; le miniere na– zionalizzate, che rappres~ntanò il 92 % della pro– duzione totale, sono ora collegate per mezzo dell'en– te statale « Hohlen-Holding-G.m.b.H. ». Il pianoper l'economia elettrica . . , La forte imrnfficienza di carbone dell'Austria ri– chiede un rapido e vasto sfruttamento delle forze idriche. Sino ad oggi queste hanno servito alla produzione di circa 3.5 miliardi di kwh.; le forze idriche devono ora essere sfruttate sino a dare una produzione di 25 miliardi di kwh. Lo sfruttamento (1) Il compagno Rauscher, che è già stato in passato nostro collaboratore è deputato al Parlamento austriaco ed è stato Ministro delÌa pianificazione (nota di C. S.). ' Biblioteca Gino Bianco delle fonti· di energia diverrà decisivo per lo svi– luppo economico avvenire dell'Austria. Oggi !,'intera grande produzione di corrente elet– trica è riunita in una rete di collegamento unitaria. Tutte le grandi imprese che impiegano energia sono registrate secondo il grado di necessità e regolano il loro fabbisogno secondo un piano di distribuzio- 1n.ein quattro gradi diversi. Negli ultimi due anni le misure di risparmio forzato di energia sono state meno necessarie. Nell'economia elettrica austriaca devono essere ancora risolti tre grandi problemi. Il primo è l'equilibrio tra le grandi ricchezze idroelettriche dell'Austria Occidental~ ed il grande consumo di corrente dell'Austria Orientale. Que– sto compito viene ass.olto con l'incremento di im– pianti idroelettrici nella parte occidentale del Pae– se (Danubio, Enns, Inn) come pure con la costru– zione di reti di trasporto a 220 kw. Il secondo compito è l'equilibrio tra il grandet deflusso di acque nella primavera e l'enorme biso– gl}.o di corrente invernale. Questo problema viene risolto con l'incremento dell'attività estiva degli sta– bilimenti che sono forti co'nsumatori di energia co– me pure con la costruzione di grandiosi bacini idri– ci nelle Alpi, in grado di accogliere l'acqu·a flu<rnte da marzo ad ottobre, onde soddisfare l'aumentato bisogno ·invernale. Il terzo problema è l'equilibrio tra la costante produzione di corrente diurna e I).Otturna e l'au– mentato fabbisogno, soprattutto nelle ore del mat– tino e della sera. Ciò avviene con l'impiego della corrente notturna ec_cedente in impianti per acqua calda, per f,orni, per il pompaggio di depositi di acqua da serbatoi inferiori a serbatoi superiori, co– me pure con l'esercizio intensificato degli impianti fluviali durante il giorno. · L'attuale produzione di corrente s'aggira sui 4 miliardi di kwh. Il piano decennale per la economia elettrica prevede la costruzione di numerosi altri impianti idrici e con ciò il raddoppiamento dellil, produzione della corrente. Una parte di questa maggiore produzione verrà impiegata per la com– pleta elettrificazione all'interno, l'altra per la espor– tazione. Con la costruzione degli impianti idrici nella parte orientale e mediana dell'Austria potran- · no essere soddisfatti i grandi settori di fabbisogno dell'Austria Orientale, mentre gli impianti idrici dell'Austria Occidentale serviranno al rifornimento dei paesi vicini. Con ciò l'Austria fornirà un con– tributo ricco di valore alla ricostruzione economica dell'Europa. Pianificazione petroilfe!a? Una pianificazione dell'economia petrolifera non è possibile in Austria, perchè la potenza d'occupa– zione russo-sovietica, .con la sua organizzazione eco– .nomica (l'U.S.I.A.), ha nelle sue mani la intera tri– vellazione esplorativa e la intera produzione, come pure la raffinazione. La produzione normale di pe– trolio sarebbe annualmente di circa 800.000 tonn. IJato che il petrolio viene ricavato soltanto in de– terminati punti, subentra un graduale esaurimento dei giacimenti. Perciò si ritiene che lo sfruttamento dei campi petroliferi austriaci sarà redditizio non , J)er circa 15 anni, ma verosimilmente per 12 anni. L'economia petrolifera si svolge al di fuori del com– mercio estero austriaco. L'Austria con i prodotti del -,uo sottosuolo contribuisce solo ad un terzo del suo fabbisogno.
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