Critica Sociale - anno XLII - n. 15-16 - 1-16 agosto 1950
204 CRITICA SOCIALE dalla Corea settentrionale possa essere collegata in alcun modo alla definizione di altri problemi at– tuaimente all'esame delle Nazioni Unite. Non si è mai avuto alcun ostacolo alla piena partecipnione dell'Unione Sovietica al lavoro delle Nazioni Unite, salvo la determinazione dello stesso governo so– vietico». E aggiunge,,va: « A nostro avviso la deci– sione della questione in atto fra due governi che reclamano il diritlo di rappresentare la Cina nelle Nazioni Unite è una decisione che le Nazioni Unite .debbono raggiungere giudicando in base agli ele– menti propri della questione stessa ... » e concludeva che· « la decisione non deve essere dettata da una illegale aggressione o da qualsiasi altro atteggia– mento che intendesse sottoporre le Nazioni Unite a forme di coercizione e di intimidazione». Nehru chiariva poi alcuni punti e affermava di non credere che l'ammissione della Cina in questo momento costituirebbe. un incentivo all'aggressione. Ma intanto il tentativo era fallito. La politica di Nehru, che meriterebbe più ampio discorso, come all'interno del paese mira a. portare questo 'verso il progresso sociale spezzando la crosta medievale senza ricorrere ai metodi del comunismo, così al– l'esterno punta sull'appoggio dei paesi democratici dell'Occidente, dei quali condivide, pur salvando tutte le caratteristiche proprie del paese, l'imposta– zione e la concezione fondamentali della politica, ma non con lo scopo di giungere ad una cristal– lizzazione, bensi di creare in Asia una nuova forza '(la cosidd.etta terza forza asiatica). Ciò che è possi– bile soltanto se sarà evitato un conflitto mondiale. La politica di Nehru, H quale è l'erede di Gandhi nel pacifismo, è anche materiata di sano realismo e non si a:ccampa sulle nuvole, tanto è vero chel all'ONU il primo ministro indiano ha scelto la sua posizione votando per le risoluzioni sulla Corea adottate il 25 e il 27 giugno, ·e non è eia credere che il suo· tentativo, anche se fallito, come non po– teva non avvenire, sia da considerare soltanto -sul piano di uno sforzo di buona volontà. Forse la de– cisione della Russia di riprendere essa stessa le iniziative in seno al Consiglio di ,Sicurezza è im– che una conseguenza dell'atteggiamepto indiano. Re– sta da. giudicare in base a quello che la Russia fa– rà, ora che ha deciso di scavalcare le intromissioni degli altrt, che potrebbero essere nocive alla sua propaganda, e forse trascinarla più di quanto essa voglia essere trascinata. • Può essere ad ogni modo che, se la Cina comu– nista ha da essere ammessa all'O.N.U. e se le osti– lità in Corea devono cessare, la Russia preferisca che questo appaia come merito tutto suo e corrie prova, per chi ci crede, del suo attaccamento alla pace. Ma comunque vadano le cose, è probabile che il tentativo indiano non rimanga del tutto senza frutti. Varrà comunque· la pena di tornare sulla questione delle mediazioni, e sulla loro possibilità e convenienza. PIERO GALLARDO Abbonarsi alla « Critica Sociale» e procu– rarle nuovi abbonamenti è dovere di tutti i _socialistiche vogliano contr1buire alla affer– mazione del socialismo nel nostro paese. Ma c'è anche un mezzo facile per aumentare la diffusione della rivista e quindi delle nostre idee. Segnalateci il nome di vostri conoscenti che potrebbero diventare nostri abbonati, o che comunque si interessano dei problemi che la rivista discute. Provvederemo poi noi ad inviar loro una copia di saggio senza nessun impegno. BibliotecaGino Bianco Difesa europea Con sincronisJpO perfetto i due maggiori quoti– di.ani di · informàzi'oni dell'Italia settentrionale, la « Stampa» e il ·« Corriere della Sera », si sono ri– svegliati ed hanno portato la loro attenzione sul pro– blema dell.a difesa militare il venerdì 21 luglio, for– se a ciò richiamati dal colloquio del giorno prece– dente fra il presidente del Consiglio e il Ministro della Difesa. . Da allora gli artico.li di quotidiani su questo ar'.. gomento si sono moltiplicati e, in complesso, son9 stati tutti •caratterizzati da un'impostazione del pro~ blema sul piano puramente nazionale e del tutto inadeguato. Di questa inadeguatezza si è reso conto Silvio Negro quando ha affe,rmato: « Non ha torto, quindi, chi dice che la nostra posizione non è di~ versa da quella. degli altri paesi occidentali, che il problema del nostro armamento non può essere considerato ed esaurito che nel quadro del sistema difensivo europeo, di cui il nostro settore è un'!lr- ticolazione ». · A parte questa resipiscenza, la fantasia. dei gior. nalisti si è scatenata assolutamente come se la Re– pubblica Italiana fosse del tutto « autarchica » nell~ capacità di stabilire la propria difesa, ed in modo non diverso da quanto s_uppongo avrebbe potuto essere scritto su questo tema nell'ago~to del 1914 quando la difesa poteva essere considerata in. fun– zione di neutralita e non di intervento. La pigrizia mentale degli Italiani li fa essere fo ritardo di tren– tasei anni sui tempi in cui vivono. · , Se una lezione, può .trars,i .dagli avvenimenti in Corea, le;lione per gli americani e lezione molto più ammonitrice ,per gli ·europei, essa è la,; neces– sità di a<leguare la propria potenza, anche militare, alla. politica che si v:uo1e seguir.e. E' d)fficile ;iin– inettere che ·gli Stati· Uniti fossero all'oscuro dell'ag~ gressione che in Corea si andava preparando e non ci si può impedite di pens!lre che, avendo de– ciso di reagire con le armi all'aggressione, essi avrebbero dovuto meglio· adeguare la loro prepa– razione militare locale a questa ·eventualità. · La lezione della Cçirea per l'Europa in generale, e per l'Italia· in particolai:e, è quindi un sobrio ri– !<v:eglio . all'esigenza o di adeguare i mezzi, anche militari, alla politica che si vuol fare, oppure di adeguare la politic_a allà scarsità, o alla totale ca– r·enza di mezzi di cui si dispone. L'Europa Occidentale ha deciso di fare la politica del Patto Atlantico, che è una politica di difesa uni– taria dell'Euròpa Occidentale contro l'aggressione, difesa che implica la reazione armata nel caso de~ pr,ecato che l'agressione si verifichi. L'Europa Oc– _cidentale' non ha in questo momento i mezzi per perseguire tale politica. E' possibile che essa sé li procuri in tempo utile ad una sola condizione: che · nessuno degli Stati europei continentali commetta l'errore suicida di considerare la propria difesa co– me un problema nazionale. I ministeri dellà difesa all' Aja, a Bruxelles, a Parigi, a Roma e presso gli uffiçi staccati in Germania occidentale, non devono perdere un istante nel cambiare la loro dicitura da ;ministeri della difesa nazionale in « Ministeri delh difesa europea». I popoli dell'Europa occidentale non devono dimenticare per un solo istante che in questa estate del 1950 i due soli eserciti efficaci del– l'Europa Occidentale continentale sono l'esercito svizzero e l'esercito svedese. Comunque si calcolino il numero delle divisioni e gli effettivi, l'esercito di terra dell'Unione Sovietica è una forza poderosa di fronte. alla quale sono pulviscolo atmosferico le due divisioni corazzate fantasma francesi e l~ ~ltre dieci o dodici non cçH,-azzate,la _dozzina di. divi:5i9ni
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