Critica Sociale - anno XLII - n. 15-16 - 1-16 agosto 1950

CRITICA SOCIALE 225, po istruito; un simpatizzante liberale proveniente da una generazione più vecchia, imbarazzato e pietòsa– mente inconscio di esserlo; vi sono due estatici ado– lescenti, ancora in età da frequentare la scuola, pre– si in un'interminabile disputa ideologica; vi è un ateo neurotico che si crede un superuomo, un mise– rabile ciarlatano· ubbriàcone ed un ex forzato fisi– camente e mentalmente contorto, ed infine vi è un contadino pensoso e. colto, che cerca di districarsi dalla cospirazione e paga questo tentativo con la vi– ta. Ciò che manca - e l'omissione non è casuale - è il personaggio dell'operaio. Abbiamo delle buone ragioni per essere quasi sicu– ri che l'omissione dei lavoratori dalla congrega dei rivoluzionari de « Gli « Ossessi » non è casuale, come non è casuale nelle attuali rivoluzioni. Vi è infatti, p.el racconto· una gra~de fabbrica, situata nella città in c ui' avviene la rivoluzione, e che accoglie un com– plesso di 900 operai. Questi uomini sono vittime di una serrata ·e di conseguenza tutta la rispettabile po– polazione delle vicinanze soffre - attraverso tutto il romanzo - per un colpevole timore di ciò che gli operai perseguitati potrebbero fare. -Ma in realtà es– si non fanno niente: e alla fine del libro ci si do– manda quale possa essere il loro significato. La ri– sposta, io credo, è che essi sono stati introdotti nel r:fco~_to proprio per non avere alcuna parte nella rivoluzione, proprio per dimostrare il punto di vista di Dostoievsky secondo cui la rivoluzione, nel suo nuovo. significato, non èra affatto un compitq del pro– letariato oppresso. E se questo lo scrittore ha voluto dire, sappiamo oggi per esperienza che egli ha avuto · ragione. L'assassino istruito Il primo atto di ostilità de'lla moderna rivoluzione si manifestò circa un mese dopo la morte di Dosto– ievsky: esso avvenne, come egli aveva previsto, in Russia, e fu ·compiuto da un uomo che rassomigliava stranamente ad uno dei personaggi de « Gli Ossessi ». Il 1. marzo 1881 lo Zar Alessandro II fu assassinato a Pietroburgo da un gruppo di rivoluzionari capeg~ giato dà un tale che si chiamav,a Zhelyabov. Zhèlya– bov era nato in servitù nel 1850, ma grazie alla libe– razione dei servi secondo la Legge sull'Emancipazio– ne del 1861, aveva ·potuto frequentare .i corsi uni– versitari. Egli però si disgustò della classe dirigente e si volse alla rivoluzione in seguito a due sfortu– nate esperienze, la prima riguardava l!na ragazza, sua stretta parente, che fu violentata nella casa del suo datore di lavoro, e l'altra fu la si:ta ·ingiusta e– spulsione dall'uI).iversità per indisciplina. Ciò che è curioso è che questi c;lue fatti della biografia di Zhe– Iyabov ·corrispou.dono a due episodi della, biografia immaginaria che Dostoievsky ha creato per il più attraente dei suoi personaggi de « Gli Ossessi»: Sha– tov, la cui uccisione èostituisce l'acme del roìnanzo. Shatov non è il capo dei' rivoluzionari nel libro co– me Zhelyabov lo era nella realtà, ma. una generazio– ne più tardi vi fu in Russia un altro capo rivoluzio– nario che aveva una rassomiglianza non meno note– vole con l'uomo a capo ·della congiura nel romanzo. Al principio del secolo XX operava in Russia un fa– migerato individuo, chiamato Azev, che era contem– poraneamente un terrorista e ·una spia della polizia: nessuno poteva prevedere un giorno quale sarebbe sta– ta la' sua identità il giorno dopo. Azev l:)otrebbe es– sere considerato come una versione molto più .sini– stra del capo cospiratore del romanzo di G. K. Che– sterton, « L'Uomo che era Giovedì », e anteriormente alla prima guerra mondiale vi fu un ben noto roman– zo russo basato sulla sua storia. Ma questi due libri fur,ono scritti ,quando ila carriera di Azev era già fi- · nita: « Gli Ossessi» invece erano già stati scritti e· Dostoiev·sky er~ •già morto prima ancora .che la car– riera di 'Azev avesse foizio. E' interessante perciò no– tare come l'uomo s1,1l" ~tlal~ _è., imp,erniata l'ìmI11agina- Biblioteca Gino Bianco ria cospirazione, di Dostoievsky venga introdotto nel racconto con' la diceria che egli è un agentè del « ser~ vizio confidenziale » del· governo: nemmeno i suòi complici sono mai sicuri se egli sia veramente uno dei loro o una spia della polizia: e tale ambiguità non viene risolta neanche alla fine. Un uomo senz~ scrupoli e non_un soèiàlista· Il fatto è che, naturalmente, egli poteva con la mas– sima facilità essere ambedue le cose allo stesso tempo. Questa possibilità è inerente apa tecnica rivòluziona– ria quale viene oggi praticata. Poichè · questa tecriica trae la sua forza da due cose: assolùta segretezza e disciplina spietata. Questi due elementi tendono ad assicurare la completa lealtà nei seguaci del movimen– to, ma essi anche rendono possibile il tradimento dei capi. Il classico ·esempio di ciò."su larga scala fu la condotta del Governo Sovietico nel 1939, quando con– temporaneamente negoziava da una parte con i go– verni -francese e inglese, e dall'altra con Hitler. Una replica in tono minore fu il comportamento ·dei cap( comunisti greci nel 1944 quando trattavano con il go– verno inglese attraverso ,la µiia person;;i, e con_ l'Alto Comando Tedesco d'Òccupazione ad Atene. Questo ge– ner,e di cose è possibile solo quando una .piccola e chiusa élite di persone ha il controllo assoluto di una, maggioranza· <;>ssequiente; ·Le tegole di tale tecnica fu- , rono esplicitamente tracciate da' Trotsky, irta Dosto-· ievsky aveva descritto con grande· esattezza le condi– zfoni perchè ciò si potesse verificare; -r:riòlto"tempo pri– ma che il comunismo riuscisse a stapilirle con la for– za. Uno dei suoi rivolu~ionari dicè: ;« Un decimo_ gode di assoluta libertà ed illimitato potere sugli altr,i_nove. decimi i>. ··« Gli altri debbono rinunciare a -qualsiasi in– dividualità e diventare, per così dire; un gregge ». Lo stesso personaggio ha la ·buona grazia di aggiungere: «_Io sono perplesso dei miei stessi -assunti e la mia con– clusione è in diretto contrasto 'con. l'idea. originale ...- partendo da un'illimitata libertà arrivo ad u'n illimi– tato dispotismo ». Ma tali timori non tu~panq •~l.c~po che ha- una precisa i,deii della disciplina esse,:p,ziale alla moderna rivoluzione: Egli rimprovera aspramente uno dei suoi compagni perchè osa agjre di « propria inizia– ti va»; organizza con calma l'assassinio di un 'altro che tenta 'di abbandonare la ·cospirazione; ed· enuncia, i suoi principi rivoluzionari còn gelìdà ragicinèvOlezza:· « Io non accetto niente senza disciplihà. Io sorto 'un uomo senza scrupoli e non un sodalis'ta ». ' Ql.1esta è un'importante distinziol).e per. là definizi9ne del rivo-: luzionario moderno:_.ed è interessante saperla enuncia-: ta ottant'anni fa. Infatti fino a poco tempo addietro la maggior parte della gente .a tendenze conservatrici a– vrebbe identificato un socialista con un rivoluzionario.' Ma ora noi sappiamo per esperienza che per il rivo– luzionario nel vero senso dellà parola il socialista, se– condo il nostro significato, 110n è un 'alleato ma un ne– mico da distruggere. E ciò perchè il socialista basa le sue convinzioni, sull'umanità e la ragione e _nqn sul fanatismo o sulla forza. C. M. WOODHO})SE; (Continua) . , BANCA POPOLARE DI MILANO Società Cooperàtiva a r. I. - Fondata nel 1.865 . SEDE CENTRALE MILANO Piazza .Francesco Crispi n. 4 ·capitale L. 119.126.000 . Fondo di, riserva L. ,148.574.622 al.31 dicembre 1949 TUTTE LE OPERAZIONI E TUTTI' I SERVIZI DI BANCA-. NELLA· PIÙ'' ACCURATA: ESECt.r;rqNE BANCA AUTORIZZATA al COMMERCI() !ieLCAMBI1 I ,

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