Critica Sociale - anno XLII - n. 15-16 - 1-16 agosto 1950
222 C:RTTTCA SOCIALE ganizzazione dei servizi pubblici inevitabilmente de– ve adattarsi all'ineguale capacità d'acquisto delle classi sociali esistenti. E perciò la disponibilità totale dei beni e servizi nella società borghese-capitalista può essere anche abbondante e ricca soltanto dal punto di vista degli interessi ed esigenze della classe dominante dei possessori del danaro e dei mezzi di produzione, ma è sempre molto insufficiente per sod– disfare compiutamente i bisogni e le necessità del popolo lavoratore. Tale fenomeno avviene non solo perchè le cose utili e necessarie vengono prodotte in quantità molto minore di quella che sarebbe stata ne– cessaria se le masse lavoratrici, del .braccio e del pen– siero, avessero la possibilità materiale ·di soddisfare in pieno il loro fabbisogno anche strettamente indi– spemr,bile, ma anche perchè gran parte di ciò che si produce per l'uso ed il godimento dei « beati possi– dentes » risulta assolutamente superfluo o addirittura inutilizzabile per il popolo. Il pe~siero socialista già da tempo ha chiàrito - e con maggiore ricchezza di· argomentazioni lo ha fatto quasi cent'anni or sono il grande socialista rus– so Cernisèevskij - questo legame fra l'efficienza quantitativa e la composizione qualitativa della pro– duzione capitalistica e l'esistente disuglianza sociale, per colpa del quale nella società basata sull'antago– nismo · rii classe la ricchezza nazionale non sempre e n.>n in tutti i suoi elementi coincide con il benessere collettivo, ma, anzi, spessò in essa queste due conce– zioni risultano in gran parte divergenti e talvoltç1 ad– dirittura antitetiche. Cionostante, soltanto i moderni tentativi di radi– cale trasformazione sociale hanno posto nel dovuto rilievo l'importanza di questo fenomeno. II. Plusvalore e costruzione socialista. Una previsione di Herzen. L'influenza negativa di simile stato di cose, si. ca– pisce, si è manifestata in Inghilterra in forma, molto meno accentuata ed acuta che, per esempio, nell'U– nione Sovietica o in Ungheria. E questo non soltan– Ìo perchè la Gran Bretagna, per l'alto grado della sua civiltà ·democratica e della evoluzione economica e per la maggiore giustizia ne\la distribuzione del red– dito nazionale, è molto più aperta al progresso socia– le, ma anzitutto perchè il rinnovamento radicale in– glese si compie con i metodi democratici e in modo graduale, mentre in Russìa e in Ungheria si preten-· deva e si pretende di realizzare una integrale tra– sformazione delle società in senso socialista con un solo colpo insurrezionale e con i metodi dittatoriali. Ricordo le interminabili ed asperrime discussioni e polemiche che si svolgevano, alla vigilia e nei primi tempi dopo il colpo di Stato ·bolscevico, fra le masse socialiste in Russia. Qùanto c;liffusa era l'opinione che l'annullamento della proprietà privata e la scompar– sa dei capitalisti avrà, come effetto immediato e di– retto, l'immenso miglioramento delle condizioni mate– riali delle masse lavoratrici! Si ragionava in modo mol– to semplice, che di prim'ac;chito a molti, prevalente– mente a quelli abbindolati dalla propaganda bolscevi– ca, sembrava anche razionale. Nell'economia capitali– stico-borghese, si diceva, esiste l'imperiosa necessità di dividere il reddito nazionale in salario, profitto e ren– dita; invece in regime senza proprietà individuale e capitale privato si tratterà di spartire il valore, pro– dotto dal lavoro, solo in due parti', ma entrambe ugual– mente conformi all'interesse collettivo: in una parte che andrà a soddisfare i bisogni· immediati del consu– mo, e in un'altra, che costituirà il fondo di accumula– zione dell'economia collettivizzata, necessario· per l'ul– teriore progressivo _sviluppo di quest'ultima. In simile BibliotecaGino Bianco stato di cose non ci sarà più posto per l'appropriazione del plus-valore da parte del capitalista, e' così la ric– chezza nazionale - la quale è il complesso del plus– valore accumulatosi durante un lungo periodo di tem– po - diventerà patrimonio comune della collettività lavoratrice: quindi il benessere di quest'ultima subito i;tumenterà proporzionalmente alla totalità di ricchezza o di plus-valore accumulatosi in ogni paese. Ma l'esperienza non ha tardato a rivelare -,-- a chi. voleva darle ascolto - l'inconsistenza di queste trop- ' po semplicistiche e troppo astratte argomentazioni tèo– riche. E su questo organico difetto dottrinario del pro– gramma rivoluzionario dei bolscevichi ha per primo attirato l'attenzione il noto leader del partito socialista– rivoluzionario russo Victor Cernov, uno dei più forti teorici fra i socialisti degli ultimi decenni. Ma è curio– so che anche il noto economista comunista ungherese Eugenio Varga ,ex-presidente del Consiglio Superiore .Economico in Ungheria, in, un libro, dedicato ancora nel 1921 all"esame delle cause che hanno determinato il fallimento dell'esperimento ungherese, descrivendo fedelmente le tormentose vicende della rivoluzione un• gherese, eo ipso ha fornito un ricco materiale concreto che illustra la fallacia teorica e pratica di tali esage– rate speranze sull'efficacia della totalità del plus-va– lore accumulata dal capitalismo. La dura lezione della vita ha cost,retto ad accor– gersi di un normalissimo fenomeno economico che la maggiore avvedutezza teorica dovrebbe far prevedere: di quello ,cioè, che il problema di edificazione socialista non si esaurisce con il passaggio del plus-valore allo Stato. E poi non si è tenuto conto neppure del fatto che il plus-valore si divide in due parti ben diverse. Delle quali l'una deve essere capitalizzata, cioè· trasformata in edi!ici, macchine ,inventario ,apparato tecnico e am– ministrativo delle imprese ecc. E, quindi, anche dopo iwvenuta l'espropriazione degli espropriatori, essa non può. in alcun modo servire per il miglioramento imme– diato della situazione materiale del popolo. Rimane così soltanto quella parte che andava per soddisfare le esigenze di carattere personale della classe dei « beati possidentes ». Ma qui si è stati costretti a con– statare che l'immensa· quantità dei beni materiali e di altro genere, in cui si è cristallizzata questa parte . del plus-valore, spremuto dalla energia lavorativa del– le masse, è destinata esclusivamènte a saziare parti- . colari esigenze; usi e godimenti della classe privile– giat,a, economicamente e politicamente dominante, e perciò non rappresenta alcun valore e utilità per il popolo. Dal punto di vista degli interessi del popolo ,inteso come complesso dei gruppi sociali che creano, pro– ducano e lavorano senza sfruttare nessuno, il mondo capitalistico risulta, quindi, molto più povero di quan– to sembra ,e perciò il semplice passaggio dell'attuale sistema produttivo. alla collettività non è sufficiente per• garantire i vantaggi· immediati al proletariato, il quale per trasformare t; i.li vantaggi potenziali in reali deve prima di tutto ricostruire, hel senso qualitativo, tutta la struttura del1'economia esistente. « Intere branche d'industria: che servono a soddi– sfare le particolari esigenze delle classi privilegiate - così Victor Cernov - devono essere annullate o so– stanzialmente diminuite, e il capitale e· gli operai de– vono essere trasferiti in altri rami industriali; il rap– porto. proporzionale fra tutte le ramificazioni dell'at– tività industriale deve essere stabilito sulla base dei· nuovi e più razionali criterii: soltanto dopo queste riorganizzazioni l'economia nazionale diventerà capa– ce di produrre un complesso di beni, che, per quantità e genere, sarà molto più di prima conforme alle esi– genze- delle masse lavoratrici. Nella letteratura marxista ha avuto finora larga ospitalità - pure oggi non sc@mparsa del tutto - la tendenza ad attribuire al capitalismo una troppo esa-
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