Critica Sociale - anno XLII - n. 15-16 - 1-16 agosto 1950
214 CRITICA SOCIALE susseguirsi di trattati più o meno rispettati. Come Yedremo più oltre questa politica non pare abbia raggiunto i risultati che gli agrari aspettavano: le resistenze hanno galvanizzato l'attacco e le cam-• pagne, malgrado l'ausilio della delinquenza, vanno defezionando. Resta, invece, la città povera e mal– trai tata, la quale sfoga il suo malumore contro il governo che ritiene colpevo\e della sua miseria dan– do un appoggio equivoco e pericoloso a coloro che fanno l'opposizione: lo dà non già perchè li ri– _tenga espressione dei propri interessi, ma perchè non ha fidueia in ,chi non si è, fino ad oggi, pre– so cura del suo stato. Il popolo della città è ancora inconscio dei suoi reali interessi e l'insipienza dei propagandisti socialisti e comunisti non ha trovato come pare abbia· fatto per i contadini, uno sloga~ che possa colpire la loro immaginazione: bisogne– rà, prima, che siario profondamente rivisti i rap– porti tra l'apparente interesse del nord e il sostan– ziale interesse del prol~tariato meridionale. Così la vita della Sicilia si dibatte in una so– stanziale contraddizione: ima contraddizione non nuova ,nella sua storia, per: la quale lo sfruttato ap– pare solidale con il suo sfruttatore in quanto uno. sfrutta~ore più lontano si sovrappone a' quello e lo pone spesso in luce di sfruttato o, il che vale lo stesso, ·gli dà la possibilità di operare un « tra– sferi"!e,n,lo » (usiamo un termine della pskologia freudiana) sul nord e, in rappresentanza di esso, su Roma. ENRICO PARESCE La·riforma delle Ca111ere di Commercio Attuale regime provvisorio delle, e.e. regolate dal decreto legislativo 21 settembre 1944, n. 315, che le ha ricostituite, dopo circa un ventennio di soppressione e di sostituzione con i Consigli provincia- li dell'Economia. · Le C. ç. sono state ricostituite quali enti di' diritto pubblico· col compito di coordinare e rappresentare gli interessi commerciali, industriali e· agricoli della pro– vincia, riassumendo così quella natura giuridicl,! di enti autarchici retti da un consiglio elettivo, che ave– vano sempre avuto fin daµa loro prima disciplina data dalla legge 1862. L'art. 8 del citato decreto 1944 rinvia le ulteriori determinazioni circa la struttura ed il funzionamen– to delle C. C. ad una apposita legge emananda. Fino· ad oggi questa legge non è intervenuta; le C. C. continuano ad avere un ordinamento provviso– rio con un Presidente nominato dal Ministero del– l'Industria e Commercio ed una Giunta nominata dal - Prefetto, quindi la loro · autonomia è solo nominale anche per il fattp che le f~nzioni e i poteri dei ces~ sati consigli dell'economia, nel frattempo devoluti al– le C. C., permangono sotto la direttiva e la vigilanza del Governo. La nuova legge sulle e.e. . La nuova legge sulle C. C. però· è stata preannun– z~ata d_al_Ministro ,Togni; è da supporre quindi che si trovi m corso di elaborazione. Noi non conosciamo lo schema del progetto tuttavia avremmo da dire qualcosa in argomento e da espor– re qualc~e impressione ricavata dal recente Congres– so mondiale delle C. C. tenutosi a Roma nello scorso aprile e dalle due importanti relazioni elaborate e presentate per l'occasione rispettivamente a cura· del- BibliotecaGino Bianco l'Unione Italiana delle Camere di Commercio e del– la Camera di Commercio di Roma. Senza dubbio la nuova legge dovrà tener conto di questi lavori e perciò non sarà inutile farne parola e commento. Due relazioni italiane (1) L'una espone in forma puramente documentaria, l'altra con metodo sistematico e comparativo le leg– gi, gli statuti e i regolamenti delle C. C. di tutti i paesi, più esattamente di 51 paesi dell'Europa, del– l'Africa, dell'America, dell'Asia, dell'Oceania, sia nei testi originali, sia nelle traduzioni italiane, inglese e francese. Nel darci un quadro completo sulla varia natura e struttura giuridica, sulle attribuzioni, funzioni e prerogative delle C. C. nel mondo, queste trattazioni ci consentono di affer{r,_are un orientamento in mate– ria. E poichè la materia è tuttora allo stato' fluido, queste trattazioni ci ,consentono, per lo meno, di fa– re, come suol dirsi, il. puntd della situazione, ossia di fissare in modo relativo i caposaldi di un assetto adé– guato alle nuove forme e necessità economiche che si son.) venute delineando. Le Camere di Commercio infatti - ecco una pri– ma constatazione storica da porre subito in evidenza - sono istituzioni antichissime, seco1ari (risalgono al secolo XVII) intimamente legate, quale spontaneo germoglio, all'economia dei popoli; tuttavia questa lo– ro p_ersistenza non è rigidezza: esse oggi non sono più quelle di ieri, così come domani non saranno più quel– le di oggi. Le funzioni da ~sse ·assolte a,gli inizi della rholuzione industriale e dei traffici mondiali si so– no ingigantite ed .hanno dato luogo a nuovi orga– nismi differenziati, mentre, sotto la spinta delle nuo– ve esigenze, compiti e servizi nuovi· si sono imposti alle C. C. 1 L'evoluzione del mondo economico Il processo di trasformazione economica ovunque in atto è destinato senza dubbio ad avere ulteriori sviluppi. Se il sistema della socializzazione nori può dirsi af– fermato, quello del liberismo d'altronde può dirsi su– perl:!to fin dall'epoca immediatamente successiva alla prima gu"erra mondiale. Siamo nella fase della « eco– nomia regolata». Il Patto Atlantico, il Piano ERP, il Consiglio Europeo, assumendo la disciplina e la coor– dinazione delle economie dei vari paesi come base per il programma ricostruttivo, codtituiscono una chiara testimonianza di tale realtà. . Ora è altrettanto chiaro che le nostre Camere di Commercio, se vogliono continuare ad essere vitali, no.:1 possono sottrarsi, nel loro assetto strutturale e nella loro capacità funzionale, all'influenza profonda di questa evoluzione. Il Congresso di Bruxelles Prima di notare i· risultati più salienti dei lavori del Congresso di Roma, giova fare un accenno a quelli di un precedente Congresso, che le C. C. tenne– ro a Bruxelles nel ·maggio 1947. Ivi il Presidente del– la Féderazione delle Camere del Belgio, Sig. Feyerick, partendo dal principio che l'evoluzione degli organi– smi economici è caratterizzata per un lato dai nume– rosi interventi dello Stato e per. l'altro dal progresso sociale che rende indispensabile l'intervento della col– lettività a tutela dei lavoratori, espresse nella sua (1) Unione Italiana delle Camere di Commercio, Leggi e re– golamenti delle Camere di Commercio nel mondo (Macrl, ed. Firenze 1950 pagg. 757). Camera di Commercio di Roma, L'ordinamento delle Ca– mer.e di commercio nel mondo esposto dall'avv. Romolo A– straldi (Macri, ed. F·lrenze, 1950, pagg. 256).
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