Critica Sociale - anno XLII - n. 15-16 - 1-16 agosto 1950
CRITICA SOCIALE 213 traverso questo costante ed inspiegabile volatiliz– zarsi della moneta. A ciò si aggiunse il fatto, finora non adeguatamente considerato da quanti hanno parlato delle condizioni del Mezzogiorno, che la svalutazione per effetto delle prime emissioni delle am-lire ebbe inizio proprio in Sicilia e nel Mez– zogiorno, ma che essa durante il periodo della oc- . cupazione, diciamo così, piena, de.gli alleati 'non fu sentita come tale. La presenza degli alleati, la loro richiesta di i,ervizi e di lavoro, la larghezza con la quale circolavano merci di provenienza mili– tare e la relativa "facilità di procurarsele, la vischio– sità iniziale dei prezzi, fecero di questo· primo pe– riodo un vero e proprio eldorado che è venuto meno appena dagli alleati si è passati all'ammini– strazione · diretta itariana. Per colrrio questo perio– do di iniziale inflazione succedeva all'incubo dei bombardamenti ed alla disorganiz.zazione dell'ulti– mo periodo bellico, così che più che il dato infla– zionistico fu allora percepita la congiuntura che tutti faceva, chi più chi meno, ricchi e tutti por– tava su un piano nettamente euforico. Il disordine monetario provocato dalla occupazione alleata è stato percepito come tale solo dopo che l'ondata inflazionistica è passata ad invadere il rimanente della penisola, e solo dopo si è ·compreso, dagli stu– diosi e non certo dal popolo, che la emissione delle am-lire era stata una requisizione di prodotti e di servizi. Le popolazioni cittadine, invece, hanno inteso la situazione succeduta all'euforia del primo momento come una colpa di chi è venuto dopo: invece di avvedersi che in fondo era accaduto come suole accadere dopo un'alluvione quando, venute meno le acque, restano sassi e melma, ha pensato che il governo di Roma aveva, per insipienza, per mala volontà; perchè dominato dagli interessi del set– tentrione, tolto ai· siciliani quella ricchezza che ave– va fatto una fugace apparizione con lo sbarco. Ed il cruccio e l'ira ha coinvolto anche gli stessi al– leati che avevano fatto intravedere un lembo del paradiso, ma lo avevano subito chiuso perchè era cessato l'interesse - che lo aveva fàtto aprire. Così che due posizioni politiche sono rimaste fortemen– te impresse nella psicologia delle masse: o l'odio contro gli ingannatori presunti o il desiderio di stare permanentemente con . essi. Il nazionalismo chiuso e l'annessionismo si sono diffusi, e questo sentimento, anche se frammisto al primo, è diven– tato dominante ed ha g"iocato non poco nella costru– zione psicologica che sta a base del separatismo. Tutte queste forze, però, hanno avuto un orienta– mento deciso in quanto vi sono state classi coscien– ti che ha'nn0 cercato di plasmarle a proprio pre- sidio. Isolazionismo reazionario dall'occupazione e dalla designazione degli occupa– tori avevano conseguito posti cospicui sicchè rite– nevano quasi un obbligo di non al1ontanarsi dalla politica dei benefattori. Ma l'azione direttrice, an– che per la maggiore efficienza economica e per la maggiore coincidenza di interessi, è stata quella della classe baronale: con questa parola non i,i in– tende semplicemente désignare l'aristocrazia terrie– ra siciliana, ma anche• quella parte, numericamen– te maggiore, di proprietari terrieri sostituitisi alla originaria aristocrazia terriera- e, nella sua compo– sizitme storica, derivanti o dagli antichi ammini– stratori di quella o dagli affittua'fi (gabellati) di beni rustici o; infine, da quella parte della bor– ghesia rurale, venuta su dalle professioni liberali (specie dall'avvocatura e 'dal notariato) e voltasi rapidamente, attraverso .l'esercizio dell'-gsura o l'ac– quisto di beni( ecclesiastici, all'agricoltura. Questa classe, più ·o meno esattamente indicata come clas– se latifondisticl;l. o terriera, ha visto con terror,e le conseguenze di rivoluzione antifascista che essa aveva soltanto vagheggiata come rivoluzione diretta a sopprimere le previdenze che il fascismo, bene o male, aveva introdotto a favore dei contadin1 (uf– fici di collocamento, contributi unificati, contratti di lavoro, pensioni) ,e, intuendo che il prevalere dei partiti operai avrebbe necessariamente condotto quanto meno a,d una più rigorosa e. razionale appli– cazione di ql!lelle previdenze, seppure non sarebbe sboccato ad una riforma agraria, ha creduto di po– tersi salvare appoggiandosi allo straniero o soste– nendo accanitamente il principio isolazionistico. Questo in un primo momento, perchè, poi, resa conscia delle difficoltà che la situazione interna– zio~ale avrebbe frapposto' ai suoi sogni reazionari, si è improvvisamente ricordata della sua -iblianità eµ ha ripiegato sulla difesa• ostinata dell'istituto monarchico da essa considerato in modo nettamen– te medievale o come una specie di dittatura del monarca, a protezione delle classi abbienti. Se la monarchia il 2 giugno fosse rimasta al potere, que– sti ceti sarebbero probabilmente, salvo qualche gran– de famiglia legata alla dinastia da vincoli di con– suetudine diretta, ritornati all'opposizione separa– tista giacchè la monarchia, evidentemente, avrebbe dovuto transigere con le correnti popolari intac– cando i loro privilegi o, comunque, riportandoli a quella soggezione a cui lo stesso fascismo aveva dovuto limitarli. - · La cecità degli agrari è stata indubbiamente ali– mentata dall'apparente. suo successo:· avendo, in– fatti, coastatato che la questione degli ammassi ed il risentimento della plebe cittadina e dei ceti me– di si· orientava contro i partiti al governo, ed es– sendo quasi certi dell'appoggio alleato, gli agrari non hanno pensato in alcun modo a muoversi nel– l'orbita di un illuminato progressivismo. Tutte le Anche su questo punto bisogna ormai essere pre- concessioni, tutte le rivendicazioni sono dovute ve– cisi: gli alleati, prima per le esigenze della guerra nire dal centro e necessariamente assai spesso non e, poi, per' quelle della sotterranea lotta al comu- hanno trovato il giusto mezzo. La complicità della nismo che si traduce, spesso per cecità psicologica, vecchia mafia, in gran parte portatrice essa stessa in un vero e proprio sabotaggio della ripresa della di interessi agrari, ha fatto pensare che la minac– vita democratica ed unitaria d'Italia, hanno acuito, eia contadina sarebbe stata evitata tanto più che a mezzo dei loro agenti, ·questo stato d'animo. Essi .}'ancor più cieca politica del governo centrale non hanno fatto leva sulle classi agricole più sensibili · comprendeva che per poter fare qualche cosa non alla propaganda e sulla classe baronale più sensi- si può contemporaneamente offendere tutti. Così il' bile agli interessi. Attraverso queste leve abilmen- potere dei governi fin oggi susseguitisi ·in Sicilia te manovrate con una precisa conoscenza cl.ell'am- - e della stessa nuova amministrazione regionale, si biente della mafia, già da gran tempo permeato è andate progressivamente inrlebolendo e .l'autorità specie attraverso alcuni strati di commercianti di effettiva più che dai pavidi proconsoli è stata ese_r– derrate agricole, si è costituita una rete sensibilis- citata dagli agralji disperatamente fronteggiati dal sima, sulla quale a volte agisce, ancor più che una minuscolo ma agguerrito gruppo dei comunisti (i azione diretta, che potrebbe essere compromettente, socialisti accodandosi o essendo assenti o recalci– la suggestione, anche di modesti ufficiali o funzio- tranti date le forti infiltrazioni ,borghesi) in modo nari. Non è mancata l'opera compiacente perchè le- che più che l'azione ·di un governo governante si gata a riconoljcenze, di quegli ,ste,ssi antifascisti che è avuto, come già ai tempi delle lotte baronali, un . BibliotecaGino Bianco
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