Critica Sociale - anno XLII - n. 15-16 - 1-16 agosto 1950

CRITICA SOCIAI:E ---'--------------------- 211 Struttura del Separatismo siciliano Il separatismo siciliano - nei suoi attegg;iamenti esteriori proteiformi e nella sua essenza più pro– fonda - si presenta come una grande « Jacquerie », come, cioè, il .tumultuoso insorgere di masse pre– valentemente agricole. Non sembri paradossale e meramente letterario il richiamo. Tutti i sintomi, infatti, convergono in questa diagnosi: la ripresa, da un lato, ampia ed impressionante del brigan– taggio, che, nei paesi a costituzione sociale arcai– ca, è il primo indizio del malessere dei ceti rurali e, dall'altro lato, l'allargarsi dello spirito .di sedi– zione dai piccoli centri rurali ai grandi aggregati cittadini. Nè a questa diagnosi si può opporre che la delinquenza si è scatenata in ogni parte d'Italia, per effetto di cause occasionali dipendenti dalla· guerra, o che lo spirito di sedizione è in diretto rapporto colla diminuzione dell'autorità dello Sta– to. Queste sono, sì, cause generali che agiscono neilo sfondo un po' dappertutto, ma che non spiegano, da sole, il particolare atteggiarsi del fenomeno in Sicilia, dove esso si innesta su di una base pro– fonda che ne determina in modo inconfondibile la fision'omia. Qui il fatto impressionante, specie per Io· storico, è la persistenza . millenaria della crisi, il suo ripete~si con caratteri ricorrenti. Ragioni storiche dello squilibrio siciliano Le contese tra le classi sociali siracusane - ·ga– moroi e cilliri - con le loro peculiarità che le dif– ferenziano dalle contese sociali del continente el– lenico, le guerre servili, nate sul latifondo, che' ten– nero in iscacco le legioni romane, lo spirito di cpposizione che confortò l'azione di Cicerone con– tro Verre, la situazione, per alcuni versi simile al– l'attuale,- determinatasi con l'adesione dell'isola al– la residua opposizione pompeiana, capitanata da Sesto Pompeo, contro la democrazia cesariana, co– stituiscono nel mondo antico una serie di avve– nimenti che dànno alla storia della Sicilia una fi– sionomia propria, una specie, diciamo così, di regionalismo e municipalismo, che la differenzia dalla storia che, nelle stesse epoche, si svolgeva nel resto della penisola. , La storia posteriore riproduce le medesime anti– tesi: se l'organizzazione feudale le incanala neH'e– steriore lotta peir il predominio politico tra gruppi! baronali indigeni e, nel periodo aragonese, soprav– venuti dalla Catalogna, quando questa impostazione vien meno pel prevalere del potere regio, esse ri– sorgono. Il fenomeno è apparso così evidente che non so– no mancati storici, specie tra i. più dotati di sen– sibilità politica, che hanno ricercato nessi tra le varie rivoluzioni sicilian,e: anche a ,non a.c-cettare i canoni di un rigido materialismo storico, non può non ritrovarsi il filo condutt-o·re della storia di Si– cili-a in quelle che ne sono le yicende interne, -in una certa tal quale permanenza e staticità di con– dizioni economiche legate all'agricoltura ed alle dif– ficoltà ad essa inerenti. Non sarebbe, quindi, inutile che qualche dirigente studioso riprendesse questi temi e cercasse di sollevare un lembo della - fitta. tenebra che circonda la vita di questa terra la cui · bellezza paesistica ha permesso la formazione di una leggenda di prosperità e ricchezza che si pro– lung,1 fino a noi .. Comunque, sta di fatto che, spesso, a questo stato di latente ribellione, che caratterizza tanta parte dcli.i storia di Sicilia, hanno partecipato ceti che, r,pparentemente, avrebbero dovuto avere interessi antitetici. Come è accaduto quasi sempre nel Mez– zogiorno, dove non ci sono rivoluzioni, ma solo sommosse, le classi elevate legate all'economia agra- B1bl1oteca l:iino l::s1anco ria solidarizzano spesso coi contadini perchè con questi hanno, al di sopra dei realr dissensi, non ancora coscienti, appariscenti consensi. Mentre nel– l'epoca feudale i fermenti <lei brigantaggio venivano incanalati, in un primo tempo, nelle lotte baronaH. e, poi, rivolti contro la nascente borghesia, più esposta, per la durezza che contraddistingue le classi sociali da poco giunte al predominio econo– mico, al risentimento degli umili che in tale fre– schèzza di origini sentivano una offes-a alla propria miseria, più tardi - cambiato il sistema politico - la « mafia » organizzò le medesime forze e le con– dusse ad una simbiosi con . i ceti terrieri per la quale l'una diventò inseparabile dagli altri. Nel medio evo sistemi di tassazione rapace spin– gevano il contadino alla macchia: spogliato delle sue modeste risorse dall'esosità dell'esecuzione fisca– le e dalle prepotenz,e degli agenti baro-nali, cioè dei capostipiti de.Jla attuale borghesia rurale, prorom– peva in qualche atto di cieca violen'za che lo co– stringeva a farsi ba~dito. Quando, invecè, la situa– zione anormale, in luogo di colpire individui sin– goli, colpiva un'intera collettività, la rivolta divam– pava: era la- jacquerie rurale di cui ab.biamo esem– pi in Sicilia nel 1820, ne~ 1848 in al-cuni episodi - tipici quelli di Bronte e Bivon,a - del,la rivoluzione del 1860 e, in ,epoca più ree-ente, nel 1866 e nel 1893. Ancor oggi, nell'immediato dopoguerra, si ripro– ducono ad un dispresso le situazioni del p'assato. 11 brigantaggio risorge su di uno sfondo simile. Quale è la spinta che lo ha determinato? A pre– scindere dall'apporto della mera delinquenza che, nelle società bene ordinate, costituisce una piccola costante fissa, due cause l'hanno accresciuta: il !!attivo fupzionamento della giustizia e le tristi con– dizioni economiche o, il che vale lo stesso, }''acuita sensibilità che ne prospetta in maniera appariscen– te l'ingiustizia. Parlando di cattivo funzionamento della giustizia non si intende alludere ad un'astratta inadeguatezza dell'ordinamento giuridico o di un sistema di leggi e tribunali, bensì al concreto fun– zionamento di tutte queste cose. Repressioni vio– lente e v.essatorie, o ritenute tali, e condanne e car– cerazio,n.i ,consequenziali in base a leggi di cui non si accètta, perchè non le 'si comprende, la giustizia. Il sistema degli ammassi ha disgraziatamente creato questa atmosfera per la quale il contadino ha negato, la legittimità degli atti del potere cen– trale. ·I suoi ragionamenti sono stati semplicisti ed evidentemente sbagliati, ma rion possono non es– sere tenuti presenti perchè sono i ragionamenti che detta un interesse concreto leso: sarà stata perciò falsa la reazione, ma non è certamente falsa 'la le– sione di interessi che ha provocato. Contrasto di classi La sperequazione tra il prezzo dei :inanufatti e quello del grano o delle altre derrate ammassate, riproducendo uqa situazione, che non è certamente nuova nella recente storia sociale ed economica, contrappose le classi rurali alle cittadine, e poichè in Sicilia le classi cittadine vivono in gran ,parte coi proventi d_ella stessa agricoltura, contrappose la Sicilia agricola al nord manifatturiero. Contrap– pose, ~n ultima analisi, Pale_rmo a Roma e, travestì il malumore in certo aspetti diversi. A questo fatto incontr,overtibile, nei limiti delle esigenze comuni della nazione, deve ovviare un'oculata azione di governo in modo, non solo drastico, ma anche, giacchè la mentalità che lo richiede è tutta nell'e– steriorità e nel presente, in modo esteriormente visibile e con effetti che debbono ripercuotersi im– mediatamente. Solo dopo aver agito in questo modo

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=