Critica Sociale - anno XLII - n. 14 - 16 luglio 1950
CRITICA SOCIALE 193 sta proposta g-ià avanzata de, Augusto Monti .un tren• tennio fa -. A tutta prima, esse, appare· rivoluzionaria e suscita vivaci reazioni; ma una. pacata discussione, tra per– sone non aprioristicamente misoneiste, finisce ,col conv-,n– cere che essa ha l'apparenza sola rivoluzionaria, mentre in concreto completa il processo storico d'inserimento dell'in– segnamento della lingua straniera nelle nostre scuole. Esso vi fu ,introdotto - vincendo ,la massiccia tradizione che le grava e talvolta le soffoca - quando ·si volle aprire, dalla scuola, una finestra sull,;_vita. Mancavano gli insegnanti-: s'improvvisarono, assumendo, come si dice negli ambienti scolastici esagerando, ·anche i camerieri ; ma•ncavano i libri di testo: si sollecitarono; mancava una didattica: si accu– mularono materiali d'esperienza per for~arla. Ma intanto l'insegnamento era introdotto; ma intanto la scuola si accostava alla vita; ma intanto era raggiunta una nuo– va conquista. Poi il tempo, dando torto ai misoneisti di allora ,prO'V'Vide al resto: le università prepararono gli insegnanti; gli autori dettero i libri di testo; gli insegnanti e i teorici .,formarono la didattica. Oggi le .Jingue straniere s'insegnano in tutti gli ordini di scuole, con frutti non peg– giori di quelli che -si hanno dagli altri insegnamenti. . Si tFatta di fare un altro passo avanti: fare assumere ali~ lingue straniere l'uffido proprio di formazione umal)i– stica moderna. L'ebiezione più grave, e la più ovvia, che ho sentito fare a questa proposte, è che ma.ncano gli irise– gnanti -preparati. Ma se questa fosse una difficoltà tanto gmve da impedire ,l'attuazione d'una riforma, l'insegnamen– to delle lingue straniere non sarebbe stato mai. ,introdotto nelre nostre scuole, .nè l'insegnamento di scienze naturali, nè si sarebbero creati gli istituti tecnici; e così via. Con questa mentalità noi dovremmo avere ancor oggi la scuola di Quintiliano. Si comincerà con libere opzioni tra gli at- · tua:li insegnanti di lettere e di lingua stramfora ; poi, di anno in ianno, rapidamente, le uniiversità formeranno il nuovo personale. Ma intanto sarà per la scuola italiana un ,nuovo progresso che consentirà più facilmente· d'arrivare a quella scuola unica che ,è, a mio parere, la meta cui deve tendere la scùola d'un Paese democratico.. . . MARIO GLIOZZI UNA NUOVA GENERAZIONE SOCJALJSTA Mai forse rome nel momento attuale il problema d!ei.gio– vani,' o meglvq dell'inserimento ,dei giovam niella vi~a 'de• morratiro dJe,J paese e per noi, iii-i particolare, della for– mazione di una giO'l>/i'ffif/Ù sòcialnsta, è stato difficile. Tanto piiù diÌficile P,er quella parte della gi<wentù che pro_ I viene dai oeti med,i e che nel!'ordinomiento odiemno costi– tuisce quasi ,iJ complesso degli un,iversitalri e comunque di color.o che s.ono destinati a formare la clas.s>e diirigmte. o la ·burpcrazria, di, un d.oma1ii prossritmo. · Vartieolo del compagno Giugni, che è un 'giavame, rap– presenta un cont?'ibùt<o efficaoe ad uoo discussiJ011Je' che apria– mo ·su questo argcmient'a ,invitwndo ai parDe,ciP,C1JYVi tutt co– lo'l'o, giovani o- -M11 giovanti, che hanno un cont:ributo di idee e di ·esperienze da pertare. Si tratta di tracciare una :via, o, meglio, di far sorge'l'e dalla discussione .e dalla pratica l'ùidirizzo che i imr.igliori d{!i g~ovtmi p,o·ssor.o.s1eguire.per essere J)(,tlrteviva, oggi e do– ma·m, della vita politica del pa,ese. N,an enitruumo J,er ora /flleltad,i'Jcussione part>icola11e; vo– gliamo ~oltan,to ricordare ,Proprio ai giavani che la prima condi.zi ,cme perchè questo indiriz::w sia trovato e s.ia frut– tuos,o è la .o-ro con.vinzioné (da cui deve dlilrivane una co-r,r creta azione) che nleSJ'Wnopuò segr,,are loro a priori una strada, ~1 cui incooimvnliwsi. I principi del socì,alismo de– mocrotioo sono la guida contro fo· smartnimenDo nei vicoli ~chi dell'attivismo indiscriimmato, che cooducorw al muro del- nazionalismo, -0 al pante.orloddtegoismo inà;viduale ,e in definitiva al baratno della dittatura e della gicerra. S 011Jo quindi -/,a ,gruida,Per i ,migliori te più coragrJ.iosi,po_ichè l' at– tivismo cieco, .che mira solo ad iun successo c.onf:~1gen,teo si isterilisce nella negazione, è espnessione p,nofonda di viltà d·i 'fronte alla realtà della vita. Ma questi .stessi prinoi,p'ì, oggi pùù che mai, non possono essere un c<Jmodo ,rifugio,' ma sono stimolo ,alla ricerca del meglio. La Critica Sociale Una formazione socialista, che senta una reale esigenza •di vivere non solo del presente, porta con sè un assoluto bisogno di legarsi ai giovani, dal momento che, partendo da una disastrosa situazione di disgregazione delle forze socia– liste, ha dina.ozi a sè prospettive di azione a lunga scaden– za, che vanno assai al di là dei programmi conti,ngenti. Oggi, chi si e,ttendesse un pronto e rapido sviluppo del quar– to partito che nasce dalla comune matrice del· 1892,. an• drebbe contro una probabile o certa delusione. Fallito il ten– tativo di inserire il partito sociaHsta nella direzione poli– tica del paese, costretti alcuni dirigenti a par lare di demo– crazia socialista a strafi che in ,realtà non sentono altri mo- tivi che quelli .di un comune radicali,smo c~atorr<e (e di ciò fan fede le simpatie per l'uninominale che affiorano in numerosi ambienti provinciali del P.S.L.I.), si prospetta un periodo di faticoso raccoglimento dove l'esigenza di ~e un poctito socialista deve pa~sare in primo ·piano rispetto a quella, orgogliosa ma inattuale, di dargli un funzione di gov.erno. A questa fase di « raccoglimento» dovranno essere pre– pos-ti di preferenza quegli uomini che, per una lunga espe– rienza di milizia socia!i,sta, meglio di chiunque altro pos– sono affermare i .-temi di una tradizione che deve essere il centro di convergenza e la piattafo=a- di lancio della ri– presa socialista. Ma dietro questa prima linea devono essere pronti i gio– vani. Pronti, in quanto muniti della solida arma di una profonda conoscenza critica dei problemi la cui soluzione dovrà prima o poi porsi in termini di attualità, e pronti altresì in quanto forniti di un'aftinata capadtà costruttiva, che permetta ,po.i loro di mantenere con onore le posizioni che in nome del parfito dovranno aver raggiunte. Si è detto più volte che, quando anche il partito socia– lista avesse potuto, o voluto, dopo la l>berazione prendere le leve di comando della Nazione, non avrebbe potuto man– tenerle per .J'assenza o la scarsezza di elementi preparati da preporvi. E' su questo terreno che bisogna agire in pro– fondità. I giovani del PSIUP caddero sovente in un re– torico intellettualismo, che sfociò ,p~ù tardi nel più banale ed antistorico ,trotskysmo. Certi errori. non sono da ripe– tersi. Il programma di politicà giovanile 'socialista non deve demandare ai giovani la funzione di affermare le posizioni « di punta», cioè di verbosità pseudo-rivoluzionaria, bensì · le posizioni di « concretez7,a ». Ci.oè, ai giovan'i devono es– sere posti i temi concreti di una polemica politica che .non può oggi, e meno ancora lo potrà domani, svolgersi su vaghe affermazioni di principio, e nrppure su richiaml a testi più o meno sacri. Il probl~a della nostra ;-conomia, viziata e· tarata da protezionismi e autarchie, tuttora perduranti; il problema agrario, e quello più complesso dei contadini del Mezzo– giorno, e quello, a quest'ultimo legato,' della struttura di uno .Stato, nato malamente ed aincor più malamente vis– suto; il problema di un sindacalismo li'bero ma non cru– miro, operaio, ma non corporativo; il problema di una burocrazia efficiente, ma non «potente»; il problema in– fine, di una cultura laica- ma non con.servatrice. Sono questi ,e mille altri ,i• ,temi che vanno posti ai nostri gio– vani, che, provenienti dal P.S.I. o dal P.S.L.I. li hanno comunque ignorati. Nè dobbiamo perm~ttere che essi non
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