Critica Sociale - anno XLII - n. 14 - 16 luglio 1950
CRITICA SOCIALE 189 Riforma o.•.•. tegresso agrario Il pensiero immutato dei socialisti • Avviarsi a più ampie forme di socialità. Io sono di un'antica scuola che non crede alla furberia: crede che la furberia migliore sia la coe– renza, ed il coraggio che nom scrocca i successi immediati. Oggi, le generazioni nuove hanno idee diverse alle quali .non cr·edo e delle quali mi prendo il lusso di sorridere. Penso che il nostro Partito non abbia con abba– stanza energia sostenuto un ordine di _idee che non si ,è smentito mai e che non ha ragione di smen– tirsi. Chiedo che non ci si prenda in giro dicendo che ... si tratta di un primo passo, di un avviamento. No: si tratta di un ,primo passo ... indietro. Ripeto che il coraggio della. legge è, sotto certi aspetti, superiore a ciò che si poteva attendere: ma il mez– zo non ha rapporto con il fine, ed il coraggio - di fronte agli obièftivi proposti - per,de il suo senso, la sua logica. E' strana l'opinione che taluni hanno della gra– dualità. Dico e ripeto che non pro:vo sadici entu– siasmi per le restrizioni che si infliggono al diritto di proprietà se esse non mi avviano a forme di più alta socialità. Se questo capporto manca, un inter– vento « coraggioso » di per sè, può essere anche inutile e dannoso. Il Partito Socialista - in questa materia - in più di· mezzo secolo ha mantenµto idee precise. lo non le abbandono. Non chiederò certamente che nelle attuali condizioni 'si proponga la ... soèia:Iizzazione della terra. . . Chiedo soltanto che dove si limita il diritto pri– vato non se ne ·sostituisca un altro analogo, ma intervenga un nuovp diritto sociale. Il processo so– ciale non si fa... passando la terra da un uomo ad un altro u·omo. Si fa ponendo al posto del di– ritto privato il diritto sempre più vasto di gruppi e di collettività nell'interesse della società intera. Il Partito Socialista sempre operò in questo senso quando, sfidando la -demagogia e gli alle,ttamenti... · elettorali che oggi irretiscono i' partiti, alzò il motto « la terra in uso ai conl€1.dini » contro il motto mo– nopolista e retrogrado « la terra ai contadini ». La « fame di terre » c'eFa anche in passato, ma i partiti .combattevano per i loro ideali e sdegna– vano di sfruttare gli istinti delle folle confonden– doli con le esigenze della socialità._ La terra non deve essere monopolio di nessuno! . Un progetto di legge socialista del 1921. Dopo la grande guerra io parlai alla Camera con– tro l'Opera Combattenti creat-a da Nitti perchè i combattenti si indennizzano con pensioni, si pre– miano con la riconoscenza è le medaglie, ma non con la terra che non deve essere monopolio di nes- suno. . , Lottammo e lavorammo traverso la cooperazione, sforzandoèi ognora di dilatarne le linee e lo spi– rito introducendovi la nuova figura del consuma– , tor; per costringez:e l'egoismo del singolo a sboc– care verso l'altruismo sociale. Questo è l'indirizzo cui si ispirò il socialismo. Non ne conosco altro; non posso pensarne uno diverso. Nel 1921-22 questi concetti ebbero un crisma so– lenne con la presentazione di un disegno di legge d'iniziativa di nostri valorosi compagni (taluni sono ancora vivi e siedono al Senato). Il disegno di legge che andò agli uffici, ma fu travolto dagli eventi che tutti' sanno, si intitolava « Per l'avviamento alla socializzazione della terra». II Non si spaventino i timidi lettori: si trattava di costituire come dice la relazione « in ogni Provin– cia una comunità agraria formata dalle proprietà agricole terriere delle cooperative, da quest~ g_ià tenute in conduzione o da altre che fossero rzchze– ste, con assoluta precedènza ai fondi incolt~ e su– scettibili di razionale coltivazione, a quellz male coltivati, a quelli di recente bonifica, di proprietà dello Stato, delle Provincie, dei Comuni ». Lo spazio mi vieta di riassumere i modi della organizzazione progettata cui si intendevano assicu– rare lavoro, capitale, scrupolosa amministrazione ~ - soprattutto - direzione tecnica competente a1 fini di una larga visione sociale. Deve essere av– vertito che la possibilità di energici interventi sta– tali, oggi realizzati dal progetto in discussione, non era immaginata a quel tempo. E ciò spiega qnalche timidità del progetto ma - al tempo stesso - de– nunz.ila l'errore di questa riforma agraria che non esita ad adottare i mezzi forti... con i fini e i ri– sultati che allhia!IlO esaminati. Comunque, lo spirito vasto, sociale del progetto è abbastanza delineato dalle poche pa,role il'iportate, e intonate alla mai smentita concezione socialista in materia agraria. Interessante soprattutto, ad uso deglf immemori e delle generazioni ignare di quanto il socialismo ha fatto in ·Italia, è ,notare la coincidenza del pro– getto d'allora con 'i punti di vista ch e io sostengo oggi, confortato dalla autorevole . p.ai: ola de!i. tecnici socialisti. 1 Nel progetto di comunità agraria era esclusa la espropriazione della piccola proprietà che' ancora oggi io sostengo meritev_ole di assistenza e di tu– tela: intendo la piccola proprietà che ha titoli sto– rici, ambientali, ·e che da decenni attende inutil– mente serie provvidenze, non dico eguali, ma al– meno approssimativamente vicine a quanto si è fatto in Svizzera. Coerentemente a questo giusto riguardo io propo– nevo anzi - in un mio sommario abbozzo di 'Ri– forma Agraria (1) stilato subito dopo la liberazi?• ne -. che tale piccola proprietà fosse federata m ogni plaga e immessa, con la sua intat~a persona– lità, nei consorzi locali, insieme con tutte le coo– perative - comprese quelle di consumo - per dare tono e sintesi e se~so reali!Jtico al processo pro– duttivo nell'interesse della collettività, compreso il produttore che è il personaggio negletto e destinato a pagare per tutti! · . AI senso di riguardo e di conside!'azione per il tipo indicato di piccola proprietà, che ?ggi man– tengo, si contrapponeva; anch_~ n_ell:1 c1ta~a. _rela– zione al' progetto di legge, la pm· decisa oshhta a... quell'altro tipo di piccola proprietà: quella che al– lora era un sogno di... eugenetica conservatrice e che oggi diventerà una, costosissim~ riform_a. . Precisa su questo punto, la relazione dei n_ostn tecnici compagni, assistiti dal gruppo parlamentare socialista, dice: « Quanto abbiamo detto vale pe: 1~ piccola pro-. prietà coltivatrice; diremo a coshtuz10ne naturale .. Per quella creata o che si vuole creare artificial– mente è tutto un altro discorso, e le stesse ragioni già esposte a favore valgono, c~p.ovol!e, per com~ battere il tentativo puramente politico, mane perche antieconomico ». Esattamente quello che sostengo oggi. Oggi si è soltanto aggiunto lo sperpero dei mili'ardi della collettività. E - dal punto di vista (1) E' stato q,ubblicato in <l!Pllscol'o dalla no&tra Casa Editrice con il -titolo Problemi della terra e riforma agraria (.nota di C. S.).
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