Critica Sociale - anno XLII - n. 14 - 16 luglio 1950

188 CRITICA SOCIALE il deliberato' di Copenaghen (I) La mozione vofata dal Comisco riconosce al solo P.S.U. il merito di aver mantenuto fede agli impe– gni assunti a Baarn e, soggiungiamo noi, a Roma, e di esser stato costantemente fedele al proposito ' ,di unificazione delle forze del socialismo democra– tico. Nei riguardi del P.S.L.I. ribadisce la condanna già inflittagli nel. dicembre scorso nella riunione 'di Parigi· per aver mancato agli impegni assunti, ma ammette tuttavia anche esso nel Comisco come mem– bro di pieno diritto, riconoscendo che esso è for– mato d~ socialisti sinceri, sebbene un giudizio di questo genere dovesse presupporre un esame delle direttive politiche, che dl Comisco aveva in. tutta la prece'siente trattazione del problema ritenuto estraneo al suo compito, se non alle sue compe- tenze. · Con · questa deliberazione il Comisco, come la stessa sua mòzione dichiara, ha fatto eccezione al principio di non riconoscere come suo membro se non un solo partito socialista per ciascun paese. La mozione soggiunge che questo deliberato non deve costituire 'un precedente per altri casi; anzi dichiara che, anche nei riguardi dell'Italia, il de- ,liberato è semplicemente provvisorio e dovrà es– sere riveduto nel prossimo anno. La decisione a cui è giunto il Comisco ci pare obbedisca a considerazioni che escono fuori dal– l'ambito delle pure esigenze del movimento socia– lista e sono connesse con preoccupazioni di altro genere, delle quali non possiamo disconoscere la legittimità, se pensiamo alle difficoltà enormi in cui si svolge· l'azione di governo dei nostri com– pagni laburisti, premuti, all'interno dalla minaccia dei conservatori I e posti di fronte ad un'Europa sempre più largamente dominata da forze reazio– narie. Di fronte al deliberato del Comisco non faccia– mo questione di prestigio di partito. Ci domandia– mo soltanto se esso _sia il ,più. adatto a· r'aggiungere· quello scopo di unificazione, il cui raggiungimento è, con tan'to calore, auspicato nell'ultima parte della mozione. A noi francamente pare di no, sia per ciò che concerne i rapporti fra P.S.L.l. e P.S.U., cia– scuno dei quali può esser tratto a chiudersi nel– l'autonomia che gli deriva dall',attribuzione fattagli del < pieno diritto », sia, soprattutto, ille~ riguardi di quei compagni del PSI e di quelli rimasti fuori da ogni organizzazione di partito, che noi cerchia– mo con ogni mezzo, spesso assistiti da notevoli suc– cessi, di attrarre alle file del •socialismo democra– tico. Essi, che si s·ono sganciati ·o mirano a sgan– ciarsi da una situazione nella quale il movimento socialjsta è fatto strumento ai fini e ai metodi di azione del partito comunista, vogliono esser sicuri che nell'altro partito in cui entreranno nessuno cer– cherà di subordinare le forze del socialismo de– mocratico alle finalità di nessun altro partito. Nelle . premesse poste dalla deliberazione del Comisco, che (1) Con questo articolo del SegretMlo del P.S.U. i~tendiar mo l"Pl'lre la già annunciata discu11sion:e sui ,problemi• deH'uni– llcazione socl~lsta. L'àrtlcolò è stato ·scritto eubtto dopo fa riunione del Comi– eco, e lo avevamo annunciato fin da.J, n. 12, Tuttavia, esso irappresenta ancora la base di una di"cussio-1 ne, nella quale a,Jtri interver.--anno (nota dt C. S.) sembra sanzionare come genuino socialismo anche una 'direttiva politica certamente priva di una ef- - fettiva autonomia, riteirranillo quei 'nostri comapgni, di trovare la necessaria, garanzia? Tuttavia, se anche il deliberato del Comisco non sembra atto a dare un efficace impulso al proces– so di unificazione, qualcosa si deve e si può fare, per iniziativ.a autonoma delle forze socialiste :ita– liane. , Il P.S.U. ha dimostrato, nel suo recente c~nvegno nazionale, il suo fermo proposito unitario con la deliberazione in· esso presa; e con la unanimità che la mozione ha raccolto ha dimostrato che non esistono nel suo seno correnti antiunitarie. Con molta chiarezza ha dichiarato quali sono le con– dizi'oni alle quali ritiene che l'unificazione possa .essere realmente compiuta, e con risultati fecondi; e sono condizioni atte a rassicurare· i compagni rimasti nel P .S.I. o rimasti --fuori da ogni organiz– zazione di partito, contro ogni pericolo che essi possono temere nel senso sopraihdicato; e sono nel tempo stesso condizioni contro cui neppure i com– pagni socialisti del P .S.L.I. possono ragionevolmen– te opporre alcuna obbiezione, come per pregiudi– ziali che si intenda di imporre alla loro coscienza. Il ~.S.U. può oggi, ,in base alla delibera del suo co·nvegno, continuare l'azione già iniziata in que– ste ultime settimane, stimolando le intese locali e · intensificando l'opera diretta ad attrarre nelle sue file soprattutto i socialisti che un senso di sfidu– ci~ ha indotto a trarsi in disparte. Questi compa– gm, come anche gli autonomisti rimasti tuttora nel P.S.I., debbono persuadersi che non si può conti– nuare a perder tempo, se -non si vuole veder nau– fragata per sempre la speranza di un socialismo democratico che divenga forza efficiente nella no– stra vita nazionale. E' possibile che il P .S.I. si sia rafforzato in questi ultimi tempi, come alcuni pro– clamano; ma non si può ravvisare in questo fatt-o una ragione per cui i socialisti democratici m\'lo– vano verso di esso o vi rimangano attaccati, quando è certo che questo vero o presunto accrescimento di forze si compie I sulla base di un sempre più stretto vincolo di sudditanza che unisce il P.S.I. al partito comunista, dal cui atteggiamento nulla or– mai lo disth1gue. Dal canto suo il P.~.L.I. deve sentir la necessità di tenere ,al più presto un congresso dal quale sia chiarita la sua· situazione interna, mantenuta sin qui in uno stato ~i estrema cohfusione, e siano prese deliberazioni che non lascino sussistere nes– suna possibilità di _equivoco; sia soprattutto elimi– nata la possibili~à che la permanenza nel seno del P .S.L.I. di una minoranza (ma è veramente mino– ranza?) antiunitaria (antiunitaria perchè troppo te'– pidamente socialista e priva ormai di una conce– zione classista che la tenga fermamente ancorata - per usare i termini della mozione di Copena– ghen - alla· classe lavoratrice) minacci ad un certo momento di mandare all'aria, come il 31 ottobre tutti gli accordi che fossero stati presi e gli atti che fossero stati compiuti per condurre una buona volta a compimento il processo di unificazione. . ~olo per, ques~a via e_ ~ queste condizioni è pos– sibile che l auspicata umta delle forze di uno schiet– to socialismo democratico (e solo queste ci in'te– ressaho) finalmente si compia. UGO GUIDO MONDOLFO

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