Critica Sociale - anno XLII - n. 13 - 1 luglio 1950
172 CRITICA SOCIALE LA GRANCASSA DEL MEZZOGIORNO Con grande fretta il governo ha voluto portare di nanzi ·al Parlamento, in queste ultime settimane di la.vo.rò, .prima delle vacanze estive, due proget– ' ti di. legge di grande portata: uno per lo stanzia– mento qi una somma di mille miliardi per lavori straQroinari, nei prossimi dieci anni, nell'Italia meridionale, e di duecento miliardi nell'Italia centro-settentrionale; l'altro per un'anticipazione, nelle zone più bisognose, di quella riforma fon– diària di cui si parla da tempo e che non è riu– scita ancora ad assumere una fisionomia precisa. NoiÌ siamo· così faziosi nè demagoghi da esclu– d0'I'e·che alla presentazione di questi progetti di leiigè· abbia contribuito anche un senso di solida– rietà"cori le classi più disagiate' e bisognose del paese e 1~ coscienza del dovere che ogni governo ha· a tll,lè riguardo. Ma da. più segni appare chiaro che il"govern'o De Gasperi è stato mosso anche dal proposito di consolidare la sua posizione politica · c}Ìer ecenti avvenimenti hanno contribuito a scuo– te.re cin 1.n1a.misura che potrebbe divenire· perico- lo s~. · . Se anche è· abbastanza diffusa (a torto o a ra– gione, non sappiamo) l'impressione che i fatti de– qunciati dall'on. Viola non abbiano tutti quella .gravitÀ che egli ha cercato di rappresentare, e che pià d'uno fra essi non appaia suffragato da prove sufficienti, certo è che la denuncia è stata l'oc– casione che ha contribuito a diffondere nel paese Ì'hhpressione che regnj oggi un sistema di favo– ritismi; di accaparramenti, a favore dèl partito do– minante e dei suoi' maggiori esponenti, di tutti i pòsti da cui si domina la vita del nostro paese, e prhìcipalmente la sua attività economica, per cui apBaiono continuati, senza nessuna sensibile· atte– hùazione, i sistemi che in questa parte caratteriz... zarono il regime fascista. Anzi ad alcuni il siste– ma ·sembra aggravato dal fatto che il governo non ha oggi la stessa capacità di controllare e frenare gli appetiti dei suoi seguaci neppure nella modesta misura in ·cui il governo fascista riuscì ad eser– citare quest'opera. E inoltre è mancato sin qui a questa grave passività il compenso di quelle ini– ziat,ive di opere pubbliche con le quali il regime fascista riusciva, in certi momenti, a far tacere i risentimenti e le critiche del paese, assorbendo in lavori da esso promossi una parte cospicua di q~eJla IJ1ano d'opera che sarebbe altrimenti_ rima– sta: senza occupazione. ..Invece ogg·i a quell'andazzo sopra denunciato, che merita il più severo giudizio sotto il rispetto <l,ellapÙbblica moralità, si aggiunge un fenomeno pàur0so _di disoccup'azione, che ha raggiunto in questi -gltimi tempi punte quali non erano state forse mai raggiunte dalla costituzione del Regno d'Italià in poi.· Non c'è bisogno di dire quale pas– sivi'tà questo stato di cose co.stituisca per il paese ·d~l punto di vista economfoo e sociale, e quale gràve p'ericolo rappresenti anche per l'ordine pub- blico nel presente rapporto delle forze politiche. 'Anche· il lavoro stagionale della campagna non è riusçito a riassorbire una parte sensibile di questo (l~o,rµie._es~rcito di djsoccupa1;i. Si profila inoltre la• .J,n.inacllia ',di ·una più grave ..crisi nell'industria meta}!lleecanica, .-riconnessa alla normale situazi0- , , .... _ ·- .. ·.· BibliotecaGino Bianco ne di molte grosse aziende che avevano avuto lar– ghi finanziamenti e attendevano finanziamenti nuovi ·dal F.I.M., la cui liquidazione verosimil– mente significa che a questi finanziamenti· s'in– tende ormai di porre un punto d'arresto. Può es– sere infine motivo d'allarme anche l'attuazione d.el progetto Schuman, che, nonostante la calma olim– pica con cui esso è stato studiato e accolto a Pa– lazzo· Chigi, può evidentemente rappresentare per l'Italia un ulteriore aggravamento della crisi del– l'industria siderurgica e metalmeccanica. E' stato senza dubbio questo complesso di cir– costanze che ,ha indotto il governo ad affrettare l'emanazione dei· provvedimenti sopra ricordati, sia in quanto la loro attuazione rappresenta sen– za dubbio una possibilità d'impiego per una pa;rte (destin:;ita a diventare di mano in mano più con– siderevole) della mano 1 d'opera attualmente senza lavoro, sia in quanto serve ad alleviare manifestà– zioni di pubblico malcontento cercando di dare la dimostrazione della cura che' il governo pone per la risoluzione del disagio economico della classe lavoratrice. Senza dubbio ad affrettare la presentazione dei progetti di legge ha contribuito la campagna ru-' morosamente condotta dalla C.G.I.L. per il piano da essa formulato. Evidentemente il governo ha tentato di non lasciarsi prendere la mano è di non apparire trascinato dietro la scia' aperta dalle agi– tazioni della massima orgànizzazione operaia. Nel piano· da questa formulato sono stati esposti con molta ampiezza tutti gli aspetti e la gravità del disagio cµi occorre provvedere se non si vuol ca– dere in una situazione che farebbe crollare l'im– palcatura economica del paese e getterebbe questo in una lunga serie di pericolosi tumulti ; ma in quel piano mancava e manca una concreta preci– saziòne dei provvedimenti che occorre prendere e dei mezzi con cui si dovrebbe far fronte alla spe– sa:' .ragione per cui la campagna della C.G.I.L., nonostante l'intervento di tecnici (alcuni dei quali veramente seri e qualificati, che hanno portato notevole co~tributo di scienza e di esperienza) ha serbato un carattere piuttosto agitatorio che co-' struttivo. Ma la C.G.I.L., per quanto, a mezzo de" gli esponenti suoi in Parlaµiento, assistiti dai tec– nici a cui essa ha fatto ricorso, potrebbe essere in condizione di formulare e presentare meditati e precisi progetti di legge, può tuttavia trince– rarsi dietro il pretesto che spetta al governo, an– che coi materiali da essa offerti, di costruire prov– vedimenti legislativi atti a sanare le piaghe de– nunciate .. Ma il governo evidentemente non può trince– rarsi e perciò ha provveduto a presentare i pro– getti di legge. Senonchè la fretta con cui ba pro– ceduto, effetto indubitato della sua imprepara– zione, -è•attestata dal fatto che, ad esempio, nei due progettti di legge che stanziano complessiva– mente una somma di 1200 miliardi per opere da eseguire nel prossimo decennio nelle zone depresse, non c'è nessuna determinazione precisa delle zone ·11ellequali le opere debbono essere c0mpiute, nes– suna d~terminazione d .ei lavori pubblici e delle opere di bonifica che si debbono compiere. Si ca-
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