Critica Sociale - anno XLII - n. 13 - 1 luglio 1950
CRITICA SOCIALE 171 L'OMBRA DI CATONE. ( Non soffieremo anche noi sulla brace dello scandalo. Anzi quel largo senso di umanità, al qua– le dobbiamo di non essere faziosi, assai più feri– sce la nostra suscettibilità civile che non corro– bori la nostra compiacenza polemica. E poco ma– le se una volta di più appariremo un po' fuori dal mondo. Il distacco della superiorità prepara ge– :neralmente contatti più intimi e comunicativi. D'altro canto la personificazione di certi co– stumi - o malcostumi - ha uno scarso significato per noi. Gli uomini consumano presto la loro giornata e passano oltremodo veloci sullo schermo · della cronaca politica. Più di loro contano i co– stumi, ai quali invece accade talvolta _di coinvol– gere e mortificare più generazioni. Ed è bello leggere nel periodico «Adesso», diretto da Don Primo Mazzolari con sprjl.giudicafo coraggio, che « Un paese non pulito è un vaso inquinato che guasta qualsiasi cosa, anche la libertà, anche la .giustizia, anche l'ordine». Del tutto logico, dunque, e produttivo, ci è sembrato l'atteggiamento dei nostri compagni de– putati che, con Vigorelli, hanno sollevato il pro– blema delle incompatibilità.' Ed è stato questo un modo di sollevare anche il senso e la dignità della disputa, portandola al di sopra delle piccole risse interessate e del giuoco puerile de1le ritorsioni re- ciproche. · Torna qui a proposito un vecchio, ma pur sem– pre attuale, motivo della propaganda socialista in tema di cause ed effetti. Era il tempo della fot– ta contro la ma.J.aria e gli uni si preoccupavano - diremo così, borghesemente - di moltiplicare la distribuzione del chinino e di combattere la moltiplicazione dellè zanzare, gli altri - ed era– no appunti i nostri ascendenti - di promuovere le grandi bonifiche. · Ecco, ci è capitata sulla punta della penna l.a parola. Infatti non si bonificano soltanto le palu– di terrestri, ma anche le altre. Nè l'urgenza, per esse, è minore se altrettanto gravi appaiono i dan– ni e i pericoli. Piuttosto può meravigliare e umiliare, questo sì, che degli eletti siano tratti a invocare dalla legge la vigilanza e la disciplina della loro con– dotta. E alla legge vadano a chiedere la defini– zione di limiti e incompatibilità che assai più de– corosamente sarebbero avvertiti dalla loro sensi– sibilità politica e morale. Onde rimane da si:pere con quale prestigio e credito possano pretendere di dettare norme di buon costume agli altri, quel– li che ne hanno bisogno sopra tutto per sè. Che strano, paradossale mondo è mai questo ! Non soltanto gli innocenti hanno ragione di scandalizzarsi ma anche il buon senso e la logica. E tutto questo accade, con ogni verisimiglian– za, perchè si sono perdute di vista alcune verità, così semplici da apparire banali e così antiche da dover essere ormai connaturate con tutte le creature. Se ne parlava anche a Roma oltre venti secoli fa in Senato e fuori, e non certo per la prima volta. Biblioteca ·GinoBianco Ma la politica non è' forse, nel SU!)' senso oitre che nella sua etimologia, la visione e la discipli– na del pubblico interesse? E chi si assume l'im– pegno tremendo di personificarla :non è tenuto per questo solo a uccidere nel proprio cuore anche lo stimolo più veniale dell'.interesse privatò1. . Ma la democrazia non è forse, prima anéçra· ehe un sistema politico, una concezione etica della vita? E non include la condanna di quaisiasi pri– vilegio, sopra tutto se debba trascinarsi dietro l'ombra di una privazione o di un sacrificio? (Interrogativo, questo, che assume· un sapore tanto più amaro in un paese nel quale migliaia e migliaia di disoccupati non riescono nemmeno a sbarcare il lunario e non c'è, dunque, indiscrezio– ne voluttuaria che rron ·si-ascontata da una :ci.nun- zia coatta). ' Ma quando poi la democrazia si fregia del pe– ricoloso attributo di « cristiana » non s'impone, per un minimo di pudore e di coerenza, una re– sponsabilità ancor più radicale e urgente, traspo– nendo addirittura la professione politica e la que– stione sociale dal piano etico a quello mistico~ E non dovrebbe fedelmente ispirarsi a quel precetto così concreto e perentorio che dispone del' su– pe-r:fluo a favore dei poveri? Lo so, molti, troppi farisei intendono per su– perfluo quell'estrema frazione decimale che non basterebbe nemmeno a una messa. Ma è pur vero nello spirito, anche se incerto nella lettera, che il superfluo del Vangelo va computato sul minimo della frugalità cristiana e non sul massimo della baldoria borghese. Con che si potrebbe ragione– volmente concludere che c'è ben più da togliere dalla nuda indennità parlamentare, per esempio, che da aggiungervi per incarichi e prebende: Chiaro, dimostrativo?· Quanto a noi, è probabile che non si ecceda in ottimismo assumendo che abbiamo la coscienza in pace. Non dunque ci sfiora l'ombra di. Catone che, più che mai giganteggiando, incombe in que– sti tempi sulla nostra vita pubblica. La storia del socialismo annovera non: poch·i errori tattici e grossi peccati contro la saggezza, l'intelligenza e l'unità, ma ignora gli scandali. Nè qualcuno potrebbe onestamente meravigliarsene. Essa è tutta una gara di abnegazione e di retti– tudine. Da Cafiero a Prampolini; da Alessandrina Ravizza ai più umili gregari di oggi, di ieri e di sempre questa è stata la regola e questo l'im 7 pegno: vivere con umiltà e morire poveri. Ciò che dimostra, con un'attestazione implicita ed esau– riente, quanto sia pura la nostra fiamma. Se lo lascino dire sopra tutto quelli che si dàn– no tante arie di spiritualità e sono gli eredi natu– rali di quei bigotti che suggerirono, chi sa quan– do, il proverbio dell'abito e del monaco. Discorso interessato, il nostro 1 Pre-elettorale 1 Forse sì, ma secondo quell'interesse superiore che, a Dio piacendo, è una cosa sola con la re– sponsabilità degli elettori e la dignità degli eletti. ANTONIO GREPPI
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