Critica Sociale - anno XLII - n. 13 - 1 luglio 1950
182 CRITICA SOCIALE QUJND1Cl1VA POLJTJCA li malessere morale •Sµl, malessere morale del Paese vi– torna, in un ampio articolo, che è una yera e _propria requisitoria, don Luigi ·sturzo (La Nuova Stampa, 12 giugno). Il :vivace e combattivo vegliardo de– nuncia « il parassitismo a danno dello Stato », la collusione fra interessi pub– b'licl e privati nella fungaia del « cin– queceuto e più enti ereditati dal fasci– smo » o creati dai governi dell'Esar– chia, gli affari plù ~ meno chiari del– lo zucchero, della crusca, degli olli, de; permessi d'importazione e d'esportazio– ne, dei conti del Consorzi Agrari, della situazione della Cogne, dell'IRI, ARAR, GRA, ENDIMEA, Fllll; INAM, e via di segµtto. L'articolo riafferma l'urgente 'necessità di estendere « le Incompatibi– lità parlamentari al complesso ammini– strativo di 1'ntl statali e parastatali è di d.iritto pubblico » e di richiamare i funzion;.ri alle loro... specifiche man– sioni « per mantenere nettamente di– .stinta- la funzione di controllori da quella di controllati »; e concJude per la sollecita approvazione dei disegni di legge Petrone, Bellavista e Vigorelli. Lo scritfo non è soltanto meritevole di se– gnalazione per questi rtlievi, che tro– vano ampio sviluppo anche in altri giornali e riviste di opposte colorazio– ni politiche. (Ricordiamo le coraggiose campagne di Ernesto Rossi, nel Mondo. e segnaliamo particolarmente il recen– te suo scritto - nel numero del 24 giugno - sul finanziamento dei partiti politici). E' soprattutto notevole per il confronto fra la vecchia classe politi– ca borghese del periodo 1870-1914 e la classe politica attuale, sorta dalla de– composizione fascista. La vecchia borghesia è scomparsa. La nuova è purtroppo il po11tato di una crisi profonda e di una decadenza che sempre più si è venuta aggravando dal 1922 ad oggi. Nè si. vede ancora spun– tare ed -àffermarsi la nuova classe del lav01:o, poichè 0 le élil_1's intellettuali e tecniche s'abbandonano agli estri ed al– le nostalgie, quando non disdegnano la lotta aperta sul terreno politico e non pr.eferiscono trincerarsi nell'indifferen– za e nell'agnosticismo. Sì che è an– corà "più attuale oggi che non, lo fosse nel primo dopoguerra, Il famoso di– scorso « deWesplazione » di Claudio Treves. La crisi morale - lo intendano j partiti di libera democrazia - non si risolve se non rinnovando la classe di" rigente e i suoi strumenti (stampa, bu– rocrazia, ceti parlamentari). Fuori mercanti dal Templo I Lastradacomune Questa esigJnza di 1·lnnovamento - che è l'esigenza stessa dell 'asplrazlo– ne socialista alla giustizia ed all'equi• tà - si manifesta sempre più forte• mente negli spiriti liberi. Paolo Se• rini, nella Nuova Stampa del 25 gitj– gno; Nicolò Carimdlni, nel Mondo db1 24 giugno, se ne , fanno eco, con ac• centj che già avevamo notato in Ma– i,io Ferrara e Luigi Salvatorelll, e ne– gli scrittori di Cronache Sociali (lnte– :ressante nel fascicolo n. 4 del 1 • giu– gno lo svuotamento di quel « fenomeno di costume " - tronfio e presuntuoso s.pecchio del mondo sopravvissuto - Biblioteca Gino Bianco che è il giornale pseudo umoristico e pseudo moralizzatore di Guareschi e di Mosca), di La . Via, La Liberia,· Il Pon– te, ecc. « Perchè questo impulso di generosa concordia fra uomini singoli non de– ve trovare. modo di manifestarsi e di rafforzarsi su una strada comune? » si chiede Carandlni. « Fra tanta confusio– ne, una prima chiarezza potrà farsi in un confidente colloquio fra questi uo– mini, in un superiore accordo che pren– derà forma strada facendo, non per sostituirsi ai partiti, ma per creare in campo aperto una scuola e una piatta– forma da cui i migliori esperti nel · mondo della cultura, delle professioni, della tecnica, possano discutere i pro– blemi della collettività, abilitando se stessi e le nuove generazioni ad una attività politica di cui sentano e di– fendano la diretta responsabilità. Una simile molteplice. intesa, se /ii verifi– cherà, potrà riassumere i ·Valori comu– ni ai partiti minori in uno spirito di simpatia e di f,iducla per quello chp– essi possono rappresentare nella loro concordia; è fbrnirà, se non altro, un esempio di vita politica, secondo la genuina virtù democratica·». Sì. Quest'opera di modesta semina– gione è senza dubbio necessaria ed uti– le. Ma pevchè essa ,dia frutti tangibili e possa « disincantare » la lotta politi- ~ASSEGNA Il Piano Schuman · li 9 maggio, scorso il Ministro degli Esteri francese ha lanciato la grande idea di un pool del carbone e dell'ac– ciaio tra Francia -e Germa.nia çon l'in– vito ad aderirvi a tutti i paesi inte– ressati dell'Europa occidentale. Il 20 giugn<1 a 'Parigi si è aperta 1,,._ confe– renza assente l'Inghilterra. Qual'è la causa dell'assenza? Il Ministro Schumau, convocando la Ce>nferenza, ha reso noti solo due ele– menti: 1) che si trattava di mettere in comune la produzione del carboi:)e e dell'acciaio secondo le modalità ed in vista di scopi che sarebbero stati esaminati nel corso delle riunioni; 2) che tutti gli Stati partecipanti avreb– bero dovuto a priori accettàre il prln-, cipio di sottostare, ·neu;applicazione . delle decisioni ,pres~, '!d un organismo sopranazionale. ' Solo l'entusiasmo o la leggerezza, so– lQ il profondamente sentito desiderio' di far qualche cosa per arrivare ad una realizzazione che· oapesse di unità europea potevano giustiftéare la convo– cazione di una conferen~a _fatta su ba– si cosi vaghe quanto alle cose con– crete e cosi vaste circa le ,obbligazio– ni da assumere. Non si può -veramente pretendere da un'Inghilterra che si vanta di stare con i piedi' per terra di fare dei salti nel buio. In Inghilterra il partito la• burista ha p·er la seconda volta preso Plmpegµ.o davanti al corpo elettorale di garantire il pieno impiego. In un pae– se sovrapopolato come è l'Ingbiltena, ' fortemente dipendente dall'estero per le tica dalla tenzone sempre più serrata fra il comunismo e la democrazia cri– stiana ( a sua volta sempre più tentata a limitare la prassi democratica, nella speranza o nella illusione di aver ra– gione più rapidamente di una opposi– zfone preconcetta e sabotatrice), · occor– re un programma. Ed un programma, oggi, non può essere che sociale e so– r.iallsta, s'e libertà e d<,mocrazla devono avere un senso e un contenuto. Voglia– mo accingerci, amici '.liberali e laici, democratici non formali e innovatori, nemici di· tutti I· conservatorismi e di tutti I paternalismi, a fissare alcuni punti fondamentali: politica d'investi– menti c di piena occupazione, elimi– nazione ,del latifondo, riforma tribu– taria, riforma elettorale, riforma bu– rocratica? Forse l'accordo si rivelerebbe meno difficile e lontano di quel che a pri– ma vista, agli occhi miopi dei timidi, non possa sembrare. Pro e, cont,o -Segniamo un punto, nel-la quindicina trascor~a, a favore del carretto proce– dere democratico: la precisa deplora- , zione di ·Scelba per l'arbitrario 'fermo del senatore Sereni. La legge va rispet– tata, prima di tutto dalle aut<Ìrltà in– carìcate di esigerne la scrupolosa ape plicazione. B.n , altro punto segniamo, invece, nel libro grigio di questo sconcertante do– poguerra: ' l'assoluzione dell'e; prefet– to repubblichino Basile. ani, v. · ECONOMICA· materie prime e il suo fabbisogno ali– mentare, il pieno impiego si può 1010 realizzare con un'agile ma precisa ma– novra dal centro delle ,principali linee economiche: della produzione, della di– stribuzione e degli investimenti. Chie– dere al governo laburista di· rinunciare a manovrare le leve del carbone e del– l'aCciaio per laseiarle nelle mani di un organismo internazionale, senza sapere come ed in vista di quali scopi que– sto organismo agirà era chiedergli di venir meno agli impegni presi. Ma questo non significa affatto, come cerj;_a .stampa ha.. yoluto ~nfer.ire, che l'Inghi'lterra, è contraria all'unione eu_,, ropea. Significa soltanto che è contra– Fia aU'adozlone di certi metodi che possono si condurre ad una unione eu– ropea, ma tale da essere anche l'unio– ne del capitale e dei monopoli contro l'unione del lavoro, della massima espansione produttiva, del 'pieno im– piego. Dopo cinque giorni di discussioni nelle quali è stato esaminato esclusi– vamente il problema della formazione e del funzionamento dell'ente soprana– zioIJale l:he dovrebbe avere il potere di decisione, la conféreiµa è stata rinviata onde consentire che un -progetto pre– parato da tecnicl francesi e di cui il governo francese nega ostentatamente la paternità, venga esaminato da tutti i governi partecipanti. Che si discuta prima. dell'organo e poi della materia sulla quale esso do"rà agire è forse mettere il carro davanti ai buoi. .Ad ogni modo la caduta del governo Bi– dault non è certo fatta per sempllfi• care le éose.
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