Critica Sociale - anno XLII - n. 13 - 1 luglio 1950
CRITICA SOCIALE 181 · « Qui nous délivrera des Grecs et des Romains? » · Quanto al « Primato », c'era stato - circa un se– colo fa - un libro con questo nome, dovuto all'a– bate Gioberti. lo non l'hb mai letto, lo confesso sen~ za millanteria, ma scommetto che, degli Italiani del tempo nostro, non ce n'è uno su centomila che rie abbia tagliato le pagine. " '. ·· Ci sono stati indubbiamente dei Ministri più o meno gallofili o ·gallofobi. C'erano forse degli impe– rialisti (dei pazzi ce n'è dappertutto; i pazzi sono,·_ intellettualmente,. degli allogeni), ma la massa, l'uo-– mo della strada, l'immensa maggioranza stessa bor– ghese e colta, non ne volevano sentir parlare. Non è fare dello chauvin{smo confessarvi che il popolo italiano non ha neppure - e forse è uno dei suoi difetti - il piµ piccolo spirito colonialista o c·oloniz– zatore. Dopo la sconfitta di Adua (ho un po' di ver– gogna a confessarlo) -Menelik, che ci aveva battuti, era diventato quasi un eroe nazionale. Quanto alla .Tunisia, può anch'essere che - in .uri paese in cui gli Italiani sono due volte più numerosi dei francesi - ci fossero ·delle questioni da regola– re, degli interes~i da conciliare; il signor Béraud sarà il primo a convenirne. Ma, per lo meno prima del 19J5, se qualcuno avesse parlato di conquista o di guerra, lo si sarebbe molto probabilmente· inter- _ nato in un manicomio. Gli Italiani, non dirò che so– no del parere del vostro Sganarello « che temeva naturalmente i colpi » (ciò che del resto è un segno di alta civiltà) ma, in fatto di « colpi » temono so– prattutto i <e colpi di testa ». Gli Italiani hanno sempre amato la Francia, la vostra letteratura è popolarissima fra tutte le nostre classi. Dacchè la Lombardia e la Venezia sonq state liberate dal dominio austriaco, essi hanno persino impar ato a d amare i tedeschi, che ci hanno molto insegn 'l.to - anche fuori dal · campo scientifico - in fatt o d i disciplina e di •organizzazione. L'Italia conosceva tutto quel che le mancava per porsi al livello delle nazioni più evolute e vi si incammina– va pacificamente. Essa ·stava per diventare un p,o– polo abbastanza pulito e ragionevole. Tutto questo è stato amputato, anzi rovesciato, dal, fascismo. Il famoso « Natale di Roma» (21 aprile), soppresso per l'lecreto, è stato introdotto dal fasci– smo, al f,ine cN s,ostituire il Primo Maggio, ad onta del calendario e dei sacri diritti della primavera. Ma non c'è un italiano (contesto questa qualità ai fascisti) che terrebbe come un onore ad essere il ni– pote di Romolo, l'assassino di suo fratello - nipote, a sua volta, del Caino della leggenda biblica. lo non ho il diri~to, signor Direttore, di abusare delle vostre colon,ie per dimostrare la mia tesi, che è la perfetta antitesi di quella del vostro redattore. Può essere che un qualche giorno lo faccia altrove. Ma quel che vi affermo, avrebbe l'approvazione di tutti f/1i italiani... se avessero la possiliilità di « do– mandar la parola». Ne r:011segueche l'imperialismo fanfarone non appartiene per intero che al bluff fascista, e « non resistz-:-ebbe » - oh! no, neppure un minuto - al ristabilimento delle pubbliche libertà ». Abbfo.temi, signor direttore, pel vostro molto cor- dialmente devoto FILIPPO TURATI Apriti cielo: i fulmini si scaricarono sul capo del povero Capaneo-Turati. Prima i compagni, cioè C~rlo Rosselli che seri Ye (7-X-29): ... « Già che ho la penna in mano desidero -espri– merti, anche a nome di altri amici, la mia meravi– glia per le espressioni da te usate nella lettera aperta al Petit Parisien, lettera che è stata già riprodotta da altri giornali, tra cui il Peuple. Gli Itariani hanno già .mfficiente fama di codardi perchè ci sia bisognQ di-.far sapere ai Francesi che Menelik ,erq. (jiuentato un eroe nazionale dopo la sconfitta di .Adua. 10110 eCa \.::J I IU 51an\Ju Per fortuna l'ufficio stampa fascista è in mano dz idioti. Diversamente Mussolini avrebbe questa volt11. buon yioco contro di noi ... Cosi pure trovo di dub– bio gusto la cita zione Sga narellesca, in un'ora spe– 'cialmente in cui faccia.mo tutti uno ,çforzo supremo per suscitare ent usiasmi e dedizioni tra i giovani e jmbblii:amente dichiariamo che la lotta è- rivolu- zionaria. · « Son certo che consideremi queste mie parole frettolose come dettate da un sincero desiderio di collaborazione all'utilissima opera di propagaµda che svolgi attraverso il Bollettino e non davvero co– me l'espressione di uno sfato d'animo di prevenzio– ne e di critica ». Più aspro ed ironico, gli stessi motivi di critica manifestò Emilio Lussu in una lettera che doveva' essere pubblica, ma poi ci aveva. ripensato su, ed « è lontana da me, scriveva (11-X-29), l'idea di su– scitare dissidi e, soprattutto, lontana l'idea d'appa– rire irriverente verso un uomo per il quale la mia. e la devozione degli esnli è infinita. Ho rinunciato perciò a!La pubhUcazione della lettera e te la mando, confidenzialmente, perchè tu veda come io 1-a penso». - Nella lettera, a un certo punto, il Lussu scrive: · « Avete scritto: « Après la deroute d'Adua (J'ai un peu honte à l'avouer) Me.ne.lik, qui nous avait bat– tus, éwit presqu'un héros naUonal >. '« Siamo sinceri. Ne avete vergogna v non ne avete vergogna? La vergogna non esiste a proporzioni. O si ha, o non si ha. Dal vostro umorismo noi dobbia– mo logicamente supporre che non solo non ne ave– te, ma che ve ne compiacete, moderatamente. E qui, davvero, siamo tentati di pensare a man– , earvi di rispetto: Menelik eroe nazionale! Ma fatemi il santo piacere di dire che avete scherzalo/ - - E il Turati ribatte subito: ...Il mio scopo era di parare la botta - nociva a noi, all'Italia, all'antifascismo - diretta a far cre– dere che ci sia un'Italia ·non fascista che vuole la guerra contro la Francia. La esagera.zione - se vo- , lete - di certe mie espressioni è giustificata da co– testo scopo, che era la cosa essenziale, e che voi non avete rilevato. << Menelik eroe nazionale » -signi– fica questo: Adua è stata un delitto di Crispi contro l'Italia; la rivincita sarebbe stata un nuovo delitto e maggiore (probabilmente un fiasco). Menelik vo– leva dire abbandono dell'imperialismo tendente alla conquista dell'Abissinia. In questo senso si è gridato dappertutto (anche nell'esercito) <e viva Menelik ». S~ può sentire benissimo una vergogna a mezzo, non sz può avere un antimperialismo a mezzo. Qui ho proprio· ragione io: salutem ex inimicis. Menelik ci ha sal,,ato dal peggio: dall'infinitamente peggio. « Ma naturalmente bisogna capire lo scherzo. Chi non capisce il so1-riso, non capisce la vita nè la storia» .., (oontinua) ALESSANDRO SCHIAVI PANETTONE · PAN FRUTTO - TORTA MILLESTELLE- CAKES - BISCOTTI - AMARETTI - TORRONE - CIOCCOLATO - CARAMELLE. FONDENTI. PRAUNES - CONFETTI - CONFETTURE - MARMELLATE - MOSTARDE. M,\'lRONI· CANDITI - FRUTTA CANDITA - GELATINE DI FR'JfTA • GflATI - SPUMANTI E LIQUOR! - SCIROPPI - SEMILAVORATI.
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=