Critica Sociale - anno XLII - n. 13 - 1 luglio 1950
CRITICA SOCIALE 179 la quale emersero circa 14.000 ettari. L'azienda Tor– Ionia trattenne e conduce più di 2.000 ettari la cui produzi<me di. grano si aggira. into.rno ai 55/60 quintali per ettaro. Negli 11.000 che furono sud– divisi in piccolo affitto e abbondantemente polve– rizzati, la produzione si arresta a 20 quintali per ettaro. C'è qualcuno che osi negare i caratteri di rapina - su la terra e su la fatica umana - che sono ti– pici della piccola proprietà, e la sua mentalità ... · casalinga e negatrice dei grandi indirizzi produt– tivi? Ve lo immaginate, nella specie, il dramma dei nuovi piccoli propriet.ari, tratti dalla loro partico– lare psicologia di avventizi, e immessi nella lotta con la terra, incalzati dal bisogno e dagli istinti, senza la luce di una coscienza tecnica, di un oriz– zonte più vasto del loro pezzo di terra, insensibili a quel delicato senso di misura che fissa il rap– porto tra le esigenze del lavoro e la dignità della creatura umana? ... Coloro che hanno lottato mezzo secolo per otte– nere le leggi sociali. in di(èsa delle donne, dei fan– ciulli, si coprano gli occhi al cospetto di questa paurosa deroga ... Ed attendano dagli allineatori di statistiche la do– cumentazione di quanto ha prod,otto la terra, ma ... non le cifre di quanto si sono stremati gli uomini. Tra questa reticenza, è consentito far osservare che, oggi, il valore della civiltà si misura con un metro diverso da quello dei Faraoni? · E insisto ancora su un punto che ritengo essen– ziale per la nostra economia agricola. Può l'Italia permettersi in questo momento lo sperpe.ro econo– mico di una produzione casalinga che vu o, farsi in casa « un po' di tutto» (dal frumento alla canapa che io vidi coltivata in Toscana a 700 e più metri d'altezza, desiderando il piccolo cciltivatore «farsi un po' di corda per le sue bestie»)? La 'questione esorbita dall'Arcadia e dai sogni virgiliani, ed è molto seria e grave. Se non met– tiamo giudizio; se l'agricoltura non si tende nello sforzo di produzioni tecnicizzate orientandosi alla grande legge della divisione del lavoro, tra breve ri– schieremo di essere battuti e... forse riprenderemo a fatica la sola esportazione dei garofani di San Remo. Coloro che se ne intendono e sanno le crisi · in atto, non hanno bisogno ch'io insista. Mentre s'imbastiscono i piani Schuma,n e il senso della difesa costringe le nazioni ad europeizzarsi ed a progettare vasti e razionali scambi di pro– dotti, noi ci innesteremo negli orientamenti del mol).do con provvedimenti che ci conducono al re– gresso della produzione ed al ridicolo isolamento dell'autarchia? In questo modo affronteremo il no– stFo problema interno? La mano"ra tattica della demagogia - ~a di– / soccupazione • L'aspirazione alla terra• Pro- gramma... delle future agitazioni. Quanto alla disoccupazione, nessuno negherà cer– tamente alla Riforma, presa nel suo complesso, la funzione di assorbente di una parte delle braccia: ma, considerata nel suo senso teorico (e se è vero, come è vero, che _la piccola azienda rappresenta una usura del lavoro) essa accentua il malanno che vuole estirpare; ed in casi che saranno probabil– mente numerosi (là dove l'assorbimento è spropor– zionato alle. braccia esistenti) essa svelerà il suo ca– rattere potenziale e provocatorio di « concorrente sleale » al lavoro libero. Non c'è da stupire che gli uomini obbedendo· ad un istinto primordiale abbiano la così detta fame BibliotecaGino Bianco della terra. E neppure stupirò che in un paese po– liticamente arretrato, Partiti che si dicono rivolu– zionari e progressivi si mettano alla testa di masse tumultuanti, tra le quali non sono sempre e soltanto contadini, invadendo le terre in nome ài un diritto biblico che si allaccia magari ai motti elementari di San Giovanni Grisostomo, ma non certo allo spi– rito ed agli ordinamenti di una civiltà, sia pure ri– voluzionaria, ma moderna. E' chiaro che qui il problema si confonde con l'altro suo aspetto che ho definito tattico. Su questo terreno, se le avanguardfe rivoluzionarie dàn•no se– gno di una barbarica demagogia, i loro avversari, d'altra parte, appaiono eredi di una ingenuità che 11011 ha niente imparatp dalla esperienza. Cattiva, consigliera è anche la furberia; o la one– sta -illusione di fronteggiare - sul terreno tattico - i ricatti che la demagogia abbozza e propone con le sue spavalde e tortuose manovre. Vesperienza prova che su questo terreno la demagogia è imbat– tibile. Subito dopo la liberazione, quando io speravo che questo popolo che tanto pecc'o e sofferse avrebbe avuto una modesta Riforma Agraria, ho assistito al più allegro spettacolo di funambolismo. Il Partito Comunista e gli organi che ruotano nella sua or– bita apparirono convertiti alla mi.stica della pic– cola proprietà. Questa si ingigantì traverso le laz– iarettiane invasioni delle terre e fruì delle vaste ade– sioni (oh! quanto poco marxistiche!) raccolte helle plaghe di piccola proprietà, piccolo fitto, mezza– dria ecc. ecc. Questo paradossale revirement bastava a rende– re edotti che è vano illudersi di contrastare le « manovre elastiche » del comqnismo. Abbozzata la Riforma Agraria,. il contegno del comunismo, pur traverso le cautele dell'immancabile opposizione al governo, non mutò metro: e si può dire che l'Ita– lia vide il fatto nuovo e strabiliante di comunisti e riformatori agrari solidali nell'antico sogno con– servatore di fabbricazione della piccola proprietà artificiale. E' malinconico constatare .che anche i nostri ex compagni del Partito Socialista Italiano, messi sul viottolo della concorrenza, non hanno esitato ad ap– paiarsi ai comunisti nell'adottare atteggiamenti che rinnegano tutto il loro passato. Infatti, in una relazione del Comitato Centrale, Cacciatore ha detto: « Senza esitare si deve soste– nere il possesso individuale della terra da parte dei contadini». .Non ho bisogno di avvertire che la nostra recente scissione non annulla i principi solidalmente con– divisi per mezzo secolo e più e dèi quali - a parte le odierne· ragioni di dissenso - anche i socialisti del P.S.I. dovrebbero ritenersi gli eredi. Il loro re– virement è - dal punto di vista. della disinvoltura - ancor più rimarchevole di quello comunista. Nè il ripiegamento venuto di poi al Senato su la formula dell'enfiteusi significa una rettifica della so– stanza: è soltanto il vecchio espediente. della fava e dei piccioni con il quale i comunisti si... assicu– rano un· terzo piccione: ossia la possibilità di giu– stificare il voto contrario soltanto a causa della ne– gata enfiteusi, ossia della pratka possibilità di ulte– riori scaltre infiltrazioni agitatorie .entro la compa- gine della nuova formazione. ~ I comunisti non mancano di iniziativa. Alla Com– missione della Camera, poi, bruciando tutte le carte di merito, si sono addirittura attaccati ad un for– malismo regolamentare per mandare all'aria la Ri– forma. Con c4e aggiungono alla fantasia la disin– voltura. Si vede dunque quale è il bellissimo disegno del
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