Critica Sociale - anno XLII - n. 13 - 1 luglio 1950

178 UHTTCA SOCIALE Riforma o .... · regresso. socia le Io ho sempre considerato il riformismo come dot– trina della «realtà», non improvvisazione che nasce dall'incalzare di moltitudini uscite da convulsioni belliche ed eccitate da ansiose e confuse aspirazio– ni. Questo riformismo delle ore turbolente (i super– ficiali le chiamano « rivoluzièmarie »), 'delle idee sconvolte e... della « stalla vuota » è il gran ricatto della demagogia, cui si piegano sovente anche Par– titi rispettabili ma timorosi di perdere il mordente su le fplle e di venir superati al traguardo. Sotto questo profilo devo considerare la Riforma Agraria, poichè non saprei altrimenti spiega'rmi la stramberìa di certe posizioni rivoluzionarie e la pa– radossale posizione di uomini ai quali non è pos– sibile negare competenza e buonafede. Non ho ormai necessità d'introdurmi nel labirinto tecnico di questa così detta Riforma Agraria e di quell'annesso Progetto De,,Martino che i soliti ma– ligni: vollero considerare come una buccia di li– mone •gettata sul marciapiede. Riviste, giornali, oratori di tutti i Partiti, di tutti i colori, hanno sciorinato il loro contrastante pa– rere ed io nè voglio ripetere; nè azzardarmi a cer– care, nella claII!orosa disputa, una diagonale univer– salmente accettata. Mi preme, anzi, evitare quelle false· unanimità che, su alcuni punti, possono deter– minarsi in materia cosi complessa: ma soprattutto desidero riaffermare un punto di vista cl;le - senza superbia e senza arie di oracolo - mi pare l'espres– sione dell'immutato orientamento del pensiero socia– lista. Se sorvolo ai particolari tecnici e colgo il sen– so intimo e generale dell'a Riforma, è anche per– chè un tecnico - Aldo Pagani, con il quale inte– ramente concordo - li ha già ampiamente toccati e discussi. Si tratta di materia antica e - per fortuna dell{I polemica - convalidata, documentata, illustrata dà esperienze che dovrebbero valere - se Goethe non ha torto di dire che i fatt~ sono sacri - più delle opinioni « astratte ». Abbandonò dunque le questioni particolarf che ci porterebbero in un ginepraio molto confuso per i lettori comuni, e guardo quello che è il punto centrale - vorrei dire il punto scellerato - della Riforma. Se essa interviene con un certo coraggio contro alcuni principi di diritto privato che da qualche parte si considerano eterni ed inviolabili, io non me ne dorrò certo: ma ho diritto di attendere che ciò porti all'affermazione di, _principi e di i-stituti di più vasto e moderrio respiro, di più umana so– cialità. · Se ciò non avviene, e se anzi si creapo forme ed istituti retrogradi, volti àd appagare istinti primor– diali dei singoli, non aspirazioni della comunità, dovrei, per .una so-rta di s•adismo demagogico, com– piacermi dell'inutile -rivoluzionarismo? Lo spirito della Riforma - La mistica ed i di– sastri della piccola proprietà. . Vediamo dunque su che asse gira la Riforma. Essa obbedisce ad un piano politico-economico e ad un sottinteso che diremo tattico. Il primo è tutto pro– teso ·ad uria vecchia idea ossessiva, sbugiardata e pur sempre ricondotta a galla dallo spirito con– servatore o dalla illusione degli uomini: l'idea della piccola proprietà, baluardo della pace e dell'ordi– ne, e dell'umana felicità. Vale la pena dunque, se– condo taluni, di fabbricare artificialmente questo ge– n,ere di felicità: di fabbricarlo anche se - per ci.tare un esempio, quello della Sila - lo Stato dovrà sostenere una spesa di circa il 66 % , cioè di parecchi miliardi. · Biblioteca Gino Bianco La fecondazione artificiale della piccola proprie– tà ha dunque assunto un crescendo allarmante: ieri era utopia e 'tentativo di privati e pavidi proprie– tari. Oggi è diventata impresa di Stato naturalmente a carico dei cittadini. Quando in Romagna emersero le terre di bonifica ci fu gran fervore di progetti simili che però non 1pprodarono a niente perchè - oltre centomila ra– gioni di ordine sociale, tecnico, agrario - gli uto– pisti neo-virgiliani dovettero persuadersi che ogni tipo di contratto agrario presuppone, nei. suoi vari -?lei;nenti, anche un fondamento psicologico; e che ~ra ridicolo - nella specie - supporre che il brac– ciante romagnolo fosse idoneo a quel particolare tono di vita che è elemento importante della mez– zadria. L'amico Pagani ha già documentato - e perciò non insisto - il disastro .dell'esperimento Franchetti che volle i suoi coloni trasformati in piccoli proprietari e regalò loro poderi ricchissimi, mondi di ogni debito, corredati di scorte, vive e morte. · E ci sarebb,ero da ricordare i meno conosciuti • insuccessi di esperimenti antichi nel Bergamasco. Bisogna che i riformatori neo-virgiliani si con– vincano che in agricoltura, tra gli uomini, i c0stu– mi, l'ambiente è un rapporto di stretto collegamen– to; che niente s'improvvisa per capriccio. Non possiamo essere tagliati fuor.i dai rapporti commerciali europei - Come produce la pic- cola proprietà. ) '. A queste ragioni di fatto ed all'insegnamento del 0 l'esperienza si aggiungono oggi formidabili esigen– ze contingenti che, ·costringendo anche l'Italia ad europeizzarsi, le impongono una tecnica ed un ritmo di produzione che è in assoluto stridente contrasto con la stremenzita autarchia della piccola proprietà improvvisata e sostenuta con l'olio d1 merluzzo del 0 lo Statò. Le tabelle di produzione della piccola proprietà - anche di quella che può vantare tradizioni am– bientali - non dicono niente se... non si svela quan– to costa quella produzione. Allora soltanto· si vedrà che il bilancio del pic– colo proprietario raggiunge il •pareggio... soltant0 perchè il titolare calcola a zero, o quasi, l'importo del lavoro. ' . Se io frugo nelle mie memorie , raccolgo 'il con'– trollo di- questa mia affermazione da sing0lari do– cumenti. Ricordo un congresso di autentici piccoli proprietari tenuto in plaga caratteristica - ad Asti - forse mezzo secolo addietro. Erano con me il dÒttor Pugliese, pioniere della organizzazione dei piccoli coltivatori, ed il carissi– mo e valoroso prof. Samoggia. L'asserzione che ho sopra fatta venne dalla voce viva di autentici pic– coli collivatori. .. ignari- della retorica che li avreb– be· di poi.inghirlandati, e che ... forse attendono an– cora i chiari, pratici provvedimenti reclamati al– lora. Erano mirabili e ben studiati programmi che i competenti conoscono. Ma guardate, paradosso delle cose! Si è avari ver– so la piccola proprietà che ha 'titoli ambientali e · legittimi diritti. E si profonderanno miliardi .per ... fecondare la piccola proprietà artificiale! Il lettore profano che desidera documentarsi su la capacità produttiva della piceola proprietà - anche ,a prescinde,re -dagli elementi antisociali che essa presenta - non ha che da guardarsi attorno. 'Sono conosciuti in questi giorni i dati di produ– zione del Fucino. E' noto che il Principe Torlo– nia effettuò una vasta opera di prosciugamento dal-

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