Critica Sociale - anno XLII - n. 12 - 16 giugno 1950

160 CRITICA SOCIALE di classe si trasforma in fede mistica nelle direttive del Co– minform - sull'altra sponda i combattenti tenaci, dotati di dinamismo non sonp molti. E' vero che il carattere de– gli attivisti sindacali non comunisti si amalgamerebbe pro– babHmente meglio oon quello della massa, eh~ - quand 1 0 non è suggestionata - è tutt'altro che estremista; ma 9er farsi ,valere bisogna essere sulla breccia. Non va d'altron– de d1menticato che, mentre ,!'organizzazione comunista quo– tidianamente studia tutti i problèmi che interessa.no gli ope– rni industriali e agricoli, le altre correnti politico-sindacaU, non sono d'ordinario altrettanto aggiiornate, e restano oon ciò svantaggiate. • Nella loro .Jotta contro i sindacati azyer,sari•, i comunisti v~ngono, in certe èircostanze, aiutati anche dalla faziosa ottusità e dallo spirito intimamente reazionario di una par– te del.Ja classe padronale italiana, ~. cui rappresentanti so– vente mostrano così chiaramente di voler fal'l pagare agli operai lo scotto della sconfitta del 18 apri.Je, da alimentare le sorgenti dell'odio di classe e da creare la solidarietà ope– raia, attorno ai comunisti. Questi/ ultimi, ciò nonostante, perdono lentamente terre– no. Glì scioperi inuti.Ji che s!a,ncano tutti e le agitazioni in– consulte, che finiscono con grossi insuccessi- sono· troppo fre– quenti, anche se meno numerosi forse delle azioni sindacali legittime. E. la rreazione di strati sempre più estesi di la– voratori è i,nevitàbile. Va detto d'altronde, per amore di· obiettiv[tà, che troppo spesso l'operaio, una volta liberatosi dalla «obbedienza» co– munista, finisce per orientarsi, per reazione, verso una così totale indifferenza o verso un anticomurùsmo cos.ì piatta– mente negativo, da d1si,nteressarsi del tutto del.J'a:zfonesin– dacale. Ed è disposto magari ad .acconcla,rsi ali'eventuale politica paternalistica del datore di favoro, più che a col– laborare per un'azione positi-va coi sindacalisti non comunisti. I sindacati liberi Alla LCGIL è poi nuociuto sin da.N'inizio i,Jrnon'facilmen– te mascherabile carattere confessionale. Nonostante gli sf.orzii dell'on. Pastorè, preoccupato di dare alla sua Con– federazione un respiro più, ampio, i :lavoratori, in pratica, nel 9d% dei casi, quando si sono a<vvicinatialla LCGIL, si sono trovati di· fronte a dirigenti che seguivano le diret– tive del,!'Azione .Cattolica. Il che, ,irl certe regioni e in certi ambiditi, costituisoe un handicap gravissimo. Molti uomini sindacalmente preparati, o che comunque ,godevano di ,larga stima e di vaste simpatie nei cantieri o nelle officine, hanno preferito traTSi in disparte, piuttosto che aderire ai cosiddetti sindacati .fiberi, propr~o per timore di diventare strumenti di una orgati.izzazÌone confessionale. Così in certe provincie la LCGIL, a corto di sindacalisti cattolioi, ha finito per ricor,rere a « tecnici », apertamente compromessi col passato regime, i quali certamente non sono stati. un elemento positivo della nuova' costruzione. Molti ottimi elementi' operai, che. della LCGIL diffida– vano, avrebbe potuto raccogliere all'inizio la FIL, se fosse stata Ùn'organizzazione vitale.· Ma _circostanze avverse ed errori di uonùni hanno fatto di essa, -fin dall'inizio, un or– g,an.ismo senza linfa, privo d1 base. La ,recente fusione della DCGIL con la FIL e con qual– che sindacato autonomo (i quali hanno ben di poco accre– sciuta la consistenza numerica della prima) ~. nella mente di Pastore e dei suoi consiglieri, u,ri valore eminentemente politico. Neppure ad essi sfugge infatti ché l'indebolimento der sindacati comunisti al più delle rvolte non si è risolto in un rafforzamento di quelli « occid~taiisti », ma ha avu– to come conseguenza l'estraniarsi di masse sempre più illU· merose dal.Ja vita sindacale. E il problema & Pastore e dei suoi amici è quello di trovare la nuova formula' per attrar• re gli sfiduciati e i dispersi, oltre che gH eventuali nuovi ribelli della &sciplina comunista. E' difficile prevedere sin d'ora quale sarà il destino del,Ja nuow. CISL. Certo è però che le circostanze nelle quali si è realizzata la fusione - o piuttosto l'assorbimerrto I - so– no tali per cui l'opinione pubblica non cQnsidera neppure la nuova Confederazione !,ibera dall'inf.Juenza del partito · rl'!- BibliotecaGino.Bianco mocr1stiano e dell'Azione cattolica, E' comunque probabile che la CISL potrà progressivamente affermarsi tra gli im– piegati, à tecnici e in genere _quei lavoratori che sentono vivamente le rivendicazioni di categoria, ma non ha,nno spi– rito di classe (per quanto in questi settori sia pur forte la tendenza a conservare organizzazioni autonome di catego– ria, illOnconfederate). Ma, in seno 0:lla massa operaia vera e propria, questi sindacalisti - come sono appunto per con– v,inzione i cattolici e come paiono dirvenuti à loro alleati ·-, i quali si rifiutano di parlare in termini di « aziione di clas– se», difficilmente riusciranno, a meno di un mutamento di indirizzo, ad avere un largo .seguito di elementi ottwi e co– scientemente operanti .. Gli elementi operai di «coda», di– sposti a méttersi• al seguito di chi paia il più forte, pur di stare tranquilli, non costituiscono un fattore positivo, a,n– che se numerosi; e quindi poco vantaggio trarrà dal punto di vista della vitalità la CISL dalla loro eventuale adesione. Comunque in questo settore v'è la cQncorrenza dei ceti pa– dronali, i quali, quando sono costretti a scegliere tra CGIL e CISL preferiscono favorire il rafforzamento della se– conda; ma, laddove si sentono abbastanza forti, favorisco– no assai sovente la costituzione di sindacati cosiddetti au– tonomi - emanazione indiretta del padronato - cui afflui– scono appunto facilmente gli elementi di coda del prole– tariat0. Nella speranza di riuscire a ·svolgere una profonda opera di penetrazione in seno alle masse operaie ;vere e proprie - che alla CISL pare negata - è sorta .Ja UIL, fiduciosa di ,realizzare ciò che la FIL neppure. aveva tentato. Buoni sindacalisti sooialàsti e repubblicaru, che, usciti dalla CGIL per sottrarsi al gioco· comunista, ha,nno rifiutato di unirsi con la LOGIL, conv-inti che fa nuova organizzazione 611· rebbe stata uno strumento deJla politica D.C,, M sono messi all'opera, armati solo del loro entusiasmo. Ma l'entusiasmo era seaz'altro sufficiente ai tempi in cui si ,lavorava ,su,! terreno vergine, quando, sotto l'azione dei primi attivisti, spontaneamente espressi dall'ambiente operaio, il sindacato periferico sorgeva dal nulla, dotato della propria autosuf– ficienza. Ma nelle attuali circostanze, quando l'azione deve inizialmente irradia•rsi dal centro in un, clima di vera e pro– pria « concorrenza » sindaca,Je, e occorrono con. ciò mezzi in abbond= e appoggi di ogni genere per tenersi i-n vi– ta, è chiaro che difficoltà enormi è destinata ad incontrare la UIL, stretta tra due organizzazioni appoggiate fortemen– te in sede naz,ionale ed internazionale. li pa,norama in complesso è tutt'altro che consolante.' An– che' nel campo sindacale, come nel campo politico, domi– nano le due ehiese : ,)a comunista e la cattolica. E noi sap– piamo bene che i sindacalisti di. ispiraziione comunista, ol– tre a non iedu'tare gli operai alla prassi democratica, crea– no a lungo andar-e, con .Ja loro azione demagogica, masse _discontenti e di delusi, destinati ad essere facile preda del– la propaganda di destra. Nè ci si può a1:tendere l'edifica– zione di un movimento di classe fervido e pulsante da par– te dei cattolici; i qual~, oltre a tutto, avendo nel nostro paese anche il Gover.no in mano; non possono, nei, momen– ti cruciali, non subordinare le esigenze sindacali all'azione governativa, con conseguenze facili ad [ntendersi. La con– clusione è che i sostenitori dell'ocdine capitalistico possono ritengsi fortU'IJati, di fronte a questa situazione. J Gli ·elementi socialisti democratici, che sono in altri paesi, ed in altri tempi furono anche •in Italia, alla testa del mo– vimento sindacale, sono oggi1 lllOn numerosi, ·e oltre a ciò dispersi -nelle tTe organizzazioni confederali. In sostanza questa situazione è tutt'una con la crisi politica dei partiti socialisti. La storia, in og.,nimodo, non si fa con i se: ed è inutile domandarsi che co..<a di bello si potrebbe costruire nel campo sindacale, se alla testa delle 9rganizzazioni stes– sero uomini di fede socialista. · Ciò che è reale è razionale: e pertanto, se la situazione è quella che conosci-amo, vuol dire che ne esistono le ragioni. L'importante è non rassegnar,si, e combattere per modi– ficar.la. LUIGI PRETI

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