Critica Sociale - anno XLII - n. 11 - 1 giugno 1950

150 CRITICA SOCIALE LA QUINDICl [VA POLlTJCA Un'antitesi tuttoraattuale Il conflitto di Bancole (Porto Manto– vano) e l'assoluzione dei presunti ucci– sori di Antonio Piccinlnl, candidato so– cialista operaio di Reggio Emilia nelle elezioni insanguinate del 1924, sono nuo_ vi sintotni dell'involuzione politica at– tuale. Il superamento dell'antitesi fascl– s1no-antifascis1no, meta generosa di una democrazia consapevole e innovatrice, presuppone (giova ripeterlo), l'accetla– zionc senza riserve 1nentali o lhnitazio– ni faziose del n1etodo de1nocratico ne~ modi di espressi01;1e che gli sono pro– pri e negli is.tituti che ne presidiano lo svolgimento. l\ia quando il cadavere del passato a1n111orba ancora l'atmosfe– ra e dal suo vern1inaio germinano le iJnsidie e ,le n-oe,talgie, ·quando, per na– turale c,pposizione dei contrari, all'a– buso, in un senso che ne capovolge il termine, della parola democrazia, da parte di un partito totalitario, corri– sponde la baldanzosa, e talvolta arma– ta e cruenta, riaffermazione dei miti fascisti, l'antitesi è nella vita, nella cro– naca,i... nella storia ed occorre conside– rarla come una realtà e .ad essa ade– guarsi, senza coltivare pietose illusioni concfliatoriste. I muri delle case, rico– perti di :fiamme nere e di osanna a ti– ranni e tirannie di dentro e di fuori, sono lì ad ammonirci. Guai a cullarci nelle formulette, quando le situazioni ogni giorno s,i trasformano sottQ i no– stri occhi. Guai a trincerarsi nell'idil– liaco mondo di una democrazia per– fetta, che esiste soltanto nelle aspira– zioni, mentre la democrazia ha nel suo seno, subdolamente o apertamente ope– ,rauti, i p.I101prirca,valli di tro,i.a t I demo– cratici s'apprestino piuttosto a reagi– re e a difendere la democrazia con le opere, con i fatti, con le tempestive co– raggiose riforme, con l'educazione, l'o– nesta e la serietiL, opposti all'ignoranza e al malcostume. L'antifascismo non ha esaurito i suoi compiti. Deve af– frontare e vincere ancora una battaglia che si prea:nnuncia aspra é forse deci– siva per il consolidamento della libera repubblica e per le 1 sorti del vivere de– mocratico. Occorre un programma Quindicina di CQlll.vegni e congressi. A Livorno, i repubblicani. A Roma, il Con-s.iglio nazio-naile del P.S.U. Ad A,!es– sandria il convegno di alcuni .esponenti dell<a si-ni-s.tra del P.S,,L.,I. Senza entra.re in un esame critico delle risoluzioni e dei punti di_ vista emersi nei dibat– titi di questi convegni, e degli -echi e commenti suscitati nella stampa e ne– gli a111bienti poliÙci, ç:i limitiamo ad una osservazione marginale. I piccoh partiti sono se1npre alla ricerca di una pbì precisa fisionomizzazione e caratte– rizzazione, di un minimo comune de– non1inatore per un'azione politica in– telligibile (e intelligente) che loro con– senta di presentrure aJ Paese quell'alter– nativa lega·le e co,sti,tuzionale che da an– ni s'invoca, fra i totalita,ris·mi e i· confes_ sionalismi; che rappresenti, sostanzial– mente, l'Italia laica e progressista del Risorgimento e della Resistenza. In particolare, i partiti di democra– zia socialista, che di questa piattalor– ma politica attiva dovrebbero costitui– re il fulcro, approfondendo le loro ra- s·iblioteca Gino Bianco dici nel terreno sociale, sono alla ri– cerca di un cem-ento unifioatoTe, che non può essere evidentemente avulso dalla realtà e dall'azione. Le es,perJenze del P .d' A. a sinistra e del qualunqui,smo a des,tra stanno a di– mostrare la sterilità delle posizioni astratte e dottrinarie e l' impossibili.tà di 1nediazioni nel puro c mnpo delle teorie. I movhnenti sono l'espressione di in– teressi definiti e di programmi altret– tanto deflniti~ o sono destinati a tra– montare. Di qui, la pregiudiziale neces– sità di un p,rogramma. So.Jtanto le so– luzioni dei problemi concreti (disoccu– pazione~ riconversione, abitazioni, scuo– la, igiene) possono suggerire le con– vergenze e le divergenze. Tutto il re– sto è dilettantismo. La nuova formula di La l\ialfa « orientalisti e occidentali– sti >> suggerisce una condizione-limite della nostra azione politica. Ma non vi è un solo modo di essere occidentali– sti, come non vi è un solo modo di es- RASSEGNA La tarijf a doganale. La vita economica nazionale ha un po' il flato sospeso, nell'attesa di rice– vere lo scossone della liberalizzazione degli scambi in segutto a-ll'entrata in vigore della nuova tariffa. doganale. I precedenti sono press'a poco que– sti: l'allno scorso in sede O.E.e.E. ve– niva deciso, come prima tappa del pro– cessb per la libertà totale degli scambi intereuropei, di liberalizzare almeno. il 75 per cento delle merci rientranti nelle categorie dei prodotti aliméntari e dei pr.odotti agricoli, delle materie prime e dei prodotti fini.ti. L'Italia, mentre liberalizzava delle prime due categorie una quota suffi– ciente, limitava a circa 1'11 per cento le merci liberamente importabili della terza categorht. Il mancato adempimen– to dell'accordo era giùstificato dal fat– to che l'Italia, non avendo praticamen– te una tariffa doganale, ma applicando in definitiva una « imposta >> indiscri– minata del 13,5 per cento sul valore delle merci importate, si sarebbe ve– nuta a trovare priva completamente di difesa qualora avesse passato « a dogana » la metà delle importazioni di prodotti finiti, con grave e spesso im– p,revedi•bi,le danin,o .per l'economia nazio– nale. L'Italia prometteva di adempiere aÌl'impegno appena messa in vigore la nuova tariffa doganale. Mentre avevano luogo queste discus– sioni ad A0:necy, in una conferenza del– la I.T.O. si concordavano con gli Stati Uniti ed i paesi dell'Europa occiden– tale i dazi doganali per una impor– tante quota del commercio internazio– nale. Si conveniva di far entrare in vigore tale accordo entro un mese dalla data di applicazione dei dazi stessi ne– gli Stati Ullliti. Questo termine scade il 30 giugno. E' evidente che per quell'epoca l'Ita– lia, se non vuol perdere il beneficio dei nuovi dazi negli S. U. dovrà ap- sere collaborazionisti od oppositori. Se la collaborazione fra partiti democrati– ci fosse più aggressiva e l'opposizione legale (l'altra si esclude da sii dal gioco democratico) fosse più costrutti– va, forse la nostra vita politica acqui– sterebbe quel tono che ora non ha ed uscirebbe da questo caos di indeci– sioni e di fumisterie che la mortiflca– cano e la paralizzano ! Un chiodo arrugginito Don Luigi Sturzo, in un vivace scrit– to nella rivi.e,ta La Via di IgJno Gioa·– . dani, ribatte snl chiodo della incom– patibilità fra il mandato parlamentare e gli incarichi ufficiali od ufficiosi in enti statali, parastatali o controllati da,l'lo Stato, Purlroppo, dopo la lunga parentesi diseducatl:'ice del f,ascismo, il chiodo è arrugginito. La nostra demo– crazia è così giovane e così nuova, e nel tempo stesso cosi gravata dalle tare del recente passato, da non possedere ancora una sensibilità. E la sensibilità (che è poi il costume) è assolutamente indispensabile ai fini etici. L'esempio è tutto I ant. v. ECONOMICA plicare la sua nuova tariffa doganale e liberalizzare la quota del 50 per cento dei prodotti finiti, quota da elevarsi successivamente al 70 per cento. Il grosso problema che sorge con– siste nel fatto che la nuova tariffa do– ganale, a parte i dazi convenzionati ad Annecy; è compilata con l'inte]\zione di servire da arma nei futuri negoziati e pertanto con il fermo proposito di ad– divenire a ridµzioni. Finché questi nuo– vi negoziati non avvengono, il paese ri– schia di veder a,pplicati dazi assoluta– mente esagerati che renderanno in1pos– sibile qualunque importazione; anziché un aumento nell'intensità degli scan1bi si rischia di assistere ad una riduzione. I' Accordo di pagamento in– tereuropeo Legato al problema della libertà de– gli scambi è quello della libertà di pa– gamento delle merci che rientrano in tali scambi. Non servirebbe infatti a nulla eliminare licenze, contingenta– menti ecc. se doves,sero sussistere i sistemi di controllo delle divise, di scambi bilanciati ecc. Le 1nolte riunioni tenute ·o.E.e.E. per arrivare ad un in sede accordo non hanno dato nessun risultato pra– tico, tanto che la somma accantonata di 150 milioni di dollari per la costi– tuzione del fondo di movimento della cassa di compensazione intereuropea non è stato affatto utilizzato. Si ritiene che nei prossimi giorni, al– la nuova riunione dell'O.E.C.E. l'In– ghil-terra ottenga l'accettazione del.J'a pregiudiziale da lei posta, che il pla– fond di crediti bilateralmente negoziati rima~ga in tutto od in parte al di fuo– ri delle stanze di compensazione, per la quale è previsto in linea di massi– ma i1l regolamento dei saldi in do:lilari, ed in tal modo si raggiungano le basi essenziali per un pieno funzionamento del clearing intereuropeo.

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