Critica Sociale - anno XLII - n. 9 - 1 maggio 1950

CRITICA SOCIALE 113 Punto e da nella capo . . cr1s1 belga Al momento in cui scriviamo, dunque, appare chiaro che la crisi belga è di nuovo in alto mare. Almeno, il tentativo c0mpiu:t0 da Van Zeelan,d_ per incarico di Leopoldo III, di raggiungere un accordo fra i tre partiti (social-cristiano, socialista e libera– le) è fa!Hto. Ora, la crisi potrebbe anche venir ri– solta, per quanto riguarda il governo, sia che 4 li– berali accettino di farine parte, sia che esso venga formato_ dai soli social-cristiani, con l'intento preci– so di riunire le Camere e di far d•ichiarare la cessa– zione dell'impossibilità a regnare di Leopoldo. Ma in questo modo, la crisi permarrebbe nel paese, con la recisa opposizione dei socialist>i, ed anzi verrebbe ad essere aggravata, oon tutte le conseguenze che è facile prevedere per chi abbia seguito lo sviluppo degli avvenimenti di questi mesi e di rprima nel Belgio. Monarchia e rexismo in Belgio. Non è certo possibile in un breve -articolo dare un'idea in qualche modo precisa, se anche non esau– r>iente, della complessa situazio,ne belga, ricca di insegnamenti s-torici ·come di attualità politica che, oltre il carattere contingente di molte delle tratta- - tive recenti, ha una i-m-por~anza internazionale e può avere an-che riflessi internazionali, sia pure n.oo im– mediati. L'unione dei belgì data dal 1831, e può essere con– siderata come Ia formazione di uno Stato nel quadro della l'ivoluzione liberale europea. Ques:ta unione ha trovato la sua consacrazione ,proprio nella monar– chia costituzionale, affidafa ad una casa di -origine tedesca, ma che acquistò e mantenne, per ciTca un secolo, un carattere in.azionale che ·ap.punto le con– sentì di esprimere l'unione del paese, P\lr attraverso le crisi. Altro elemento di unione del Paese fu senza dubbio la cultura francese, -che divenne predominan– te, come è logico, anche nelle Fiandre, e la cui in– fluenza non I'imase puramente letteraria o artistica, ma acquistò anche un chiaro significato politico. I sarcasmi del Baudelaiire sulla deformazione della cultura francese nel Belgio, partendo da un irritato punto di vista individualistico e intellettuaHstico, non tenevano assolutamente alcun com,to di questa importanza. Tuthlvia, sotto questo cemento, e sotto quello an– che più -rilevante dell'in:teresse comune (esattamente come in Svizzera, ma co-n una meno profonda tra– di:mone storica) le div,isioni rimasero. Divisione, an– zitutto, -dovuta alla· diversa struttura sociale: pre– valentemente industriale, opeTafa, e quindi aperta alla propaganda socialista, nella Vallonia; prevalen– temente contadina, a tradizione familiare, e qu,indi soggetta facilmente alle -tln-fluenze clericali, nelle Fiandre. r Ora, quando l'Europ•a sotto l'imfluenza del fasci– smo e del nazismo, dopo il 1933, ebbe oscillaz-ioni verso il totalitarismo, anche nel Belgio si ehbero fe– nomeni di dnvoluzione che, partendo molte volte anche da un male inteso socialismo, portaron.o alle degenerazioni di cui fu tipico e massimo esempio En-rico De Man. Il regno di Alberto, padre dell'at– tuale sovrano, si mantenne tuMavia fedele alla tra– dizione costituziionale, ed ancor oggi gli stessi socia– l isti ricor dano -il defunto re con la massima stima. Ma l ;avven.to al trono di Leopoldo Ili, in seguito alla tragica ·moI'te del ,padre, avvenne in u,n, momento di torbida atmosfera, tale da .jnfluehzare le ambizioni personal:i del giovane re. Anche la collaborazione che i socialisti diedero, e che si impersonò specialmente ibliotecaGino Bianco nella figura di Spaak, non valse a stornare da questa strad•a il cammino involutivo seguito, a fia1J1-co dell'a– zione personale del re, che mirava a ,passare dalla prassi costituzionale a quella del cosiddetto rexismo, dalle classi dirigenti del Belgio. Venne infine la guerra: ed è trqppo noto come l'a– zione personale di Leopoldo in questo caso ebbe campo di manifestarsi anche meglìo. Fatalmente il re venine ad avvicinarsi ai nazisti, al punto da ri– prendere durante la sua «prigionia» in Germania, il vecchio e dimenti•cato titolo di principe te_desco. La lib,e•razione: resistenza e involu:d-one. -Dopo la liberazione, si ebbe ne-I Paese, come in Italia, come in Francia, l'avvento dello spirito della resistenza, presto soffocato. Basta accennare al sus– seguirsi dei governi negli anni del dopoguerra. Fiino al marzo del 194 7, il potere venne tenuto dalla coalizione dei partiti. Ma a quell'epoca, il go– verno presieduto dal socialista Huysmans e composto da socialisti, liberali e comunisti, per 1'a sua ineffi– cienza, dovuta alla sua eterogeneità e -specialmente al famoso dop.piio gìoco comunista (assai simile a quello che si aveva i:n Itali-a nello stesso ,periodo), cadde, i•n seguito ad una provocazione dei comuni– s-ti stessi. Spaak, incaricato di formare il nuovo go– verno, ottenne l'inclusione dei cristiano-sociali, ma comunisti e liberali rimasero fuori dell-a coalizione. 11 presupposto dell'acc'Ordo a due consisteva essen– zialmente in. un ,programma sociale, I-imitato ma pre– ciso, e venne ottenuto sulla decisione di accanto– nare la questione del ritorno di eLopoldo, desiderato dai social-cristiani e• deci-sa-men~e avversato dai so– cialist-i. Nella pratica -di governo però si vernnero a mano a mano svdluppa-ndo i motivi di discordia tra i d_ue partiti. Più ci si allontanava dal periodo della liberazione, e più all'interno dello stesso partito soc-ial-cristiano venivano ,prendendo ,prevalenza gli ele menti della destra clericale, la cui azione si ve,n, ne esplican.do nel sabotaggio e nel rinvio di molte de lle realizzaz ioni sociali s-u cui si basava l'accor– do. Fu chiaro allora che si voleva tergiversare, su– perare ,iJ momento piiù sfavorevole alle forze della reazione per giungere alle nuove elezioni con la speranza di ottenervi la maggioranza assoluta sen– za ,nulla aver compromesso. E così fu infatti. Le nuove elezioni diedero la maggioranjla ai clericali, che imba·rC'arono nel loro ministero :i liberali, men– tre i socialis-ti ,passavano all'op,po-sizione. Appena insediati al potere, i clericali si fe·cero premura di sollevare la questione del re, impone-nido al Paese il referendum. In questa occasione si ven,n,e-accen– tuando la frattura del ,paese, diventando Leopoldo il simbolo delle due ,parfi in lotta. L'esito del refe– ren.dum, dal quale sono ,pal'tite le ultime polemiche, ha ancora co-nfoso la situazione. 2.900.000 voti a fa– vore e 2.150.000 contro, con una maggioranza trop– po esigua per un sovram,o. Di più, -la Vallonia è net– tamente contrari-a, mentre le Fiandre -sono aJ.tret– tanto neUamen,te a favore e Bruxe-Iles è -in maggio– ranza contraria. Con questo, e senza un accordo, Leopoldo tornando sarebbe ,più che mai U re di un partito, quello clericale, e IJl,on ,potrebbe ce•r,to. assolver e la funzione che alla monarchia costi tu- - ziona.le spetta nel ,paese: quella di essere l'elemen– to prin. cipale di unione. Il -principale, diciamo, poi– chè negli ultimi ,tempi è venuto meno in gran parte quello culturale: le crisi .politiche e sociali del no– stro -tempo, la guerra, i'occupazione e H diverso at– teggiamento dei due gruppi durante questo perio– do hanno accentuato la divisione_ del Paese, favo– rendo il risorgere di un più marcato spirito na– zionalistico fiammingo. Evidentemen.te, in conside– razione di questo fatto, Leopoldo stesso, anche con– trariamente all'opinione prevalente nel partito che lo so-stiene, ha cercato di raggiungere un compro– messo con ·la nota proposta di delega dei poteri al

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