Critica Sociale - anno XLII - n. 9 - 1 maggio 1950

CRITICA SOCIALE 119 che il Partito può fare sul lmlismo delle masse fuori di es-– so, così è pericoloso presumete senz'altro che il P,a,rtito sia diviso da conflitti interni e che l'impulso dinamico della rivoluzione comunis,ta sia ormai esaurito. Quel che è certo è che il Partito non è più quello di un tempo, un partito di rivoluzionari in lotta per la conquista del potere e che per i due terzi degli attuali iscritti la rivoluzione non è che un ri– cordo storico o un accadimento lontano ddla loro giovinezza. La vita della generazione che sta salendo al potere nel Par– tito si è svolta intorno ai grandi compiti dei periodo post rivoluzionario: l'industrializzazione e la collettivizzazione a– graria e pi,ù -receJtemente la guerra. E' una genenazione con una mentalità più rivolta al.Ja tecnica, impegnata intimamen– te nei problemi della produzione, dJl'organizzazione e della amministrazione, ·ed educata a rivolgere 10 mente a queste responsabilità. La nuova generazione dei dirigenti è tratta largamente dall'aristocrazia della ;;ocietà sovietica,: direttori di aziende, tecnici, buroorati del Partito e dello Stato e operai privile– giati, e occupa posizioni di priv,ilegio e di responsabilità nella vita pubblica, che possono esporla, più della generazione pre– cedente, alla tentazione di considerare i suoi privilegi un di– ritto riconosciuto e ereditario. Educata ,nello spirito del to_– talitarismo staliniano e nel culto di Stalin al quale deve la sua posizione nella società sovietica, la generazione presente, salvo durante la seconda gu,r,ra mondiale, ha avuto il mi– nimo di contatti col mondo esterno, da cui è stata delibe– ratame~te isolata, e perciò per lei tutta la tradizione della democrazia occidentale, che k è nota solta,nto nelle defor– mazioni• degli sJag,ans della propaganda di partito, è senza signHicato, educata come essa fu a credere che l'organizza– zione politioa dell'Unione Sovietica è molto supériore alle «cosiddette» libertà: delle democrazie occidentali. Nè va di– menticato, soggiunge il Fainsod, che l'esperieJZa dell'ultima guerra ha, d'altra parte, temprata, provata e resa più dura questa nuova generazione di dirigenti e ha creato nuove grandi tradizioni prÒ>prie,tradizioni di alto sacrificio, di pa– triottismo e perseveranza nei grandi conflitti. Essa emerge da]La,lotta orgogliosa di quel che ha fatto e convinta che l'U.RS.S. ha sopportato il peso maggiore del conflitto e ha dato il maggior contributo alla disfatta del nazismo. E' una classe di,r.igente per la quale non sarebbe stato possibile so– pravvivere senza i sacrifici fatti anteriormente per attuare l'industrializzazione. E' persuasa che, anche se il tenòre di v,ita continua ad esser basso, il processo di industrializ– zazione dev'essere i,ntensificato per garantire la sicurezza dell'Unione Sovietica nel futuro. Ha dietro di sè risorse re– lativamente ancora non sfruttate di una nazione potenzial– mente ricca e potwte ed è decisa a svHuppairle al massimo. Le prospettive dei futuri sviluppi Resta da vedere, conclude la sua penetrante a,Jalisi il Fainsod, se il Partito potrà continuare a mantenere o espan– dere nel dopoguerra il suo potere che, come nei periodi pre– cedenti, si· fonda ancora e sempre sui mezzi della persua– sione e della repressione per mobilitare il consenso o distrug– gere ogni opposizione: l'insegnamento e la propaganda per forma.re le menti secondo il modeHo comunista, e il terrore con la sua polizia segreta e i campi di lavoro forzato contro gli avve-rsari. I problemi che il Partito deve affrontare non so:10 facili, da risolvere. Può il Partito risolvere il proble– ma della successione di Stalin, senza, scatenare .una -lotta per il potere che lo indebolirebbe enormem,nte? Può il Partito continuare ad esigere sacrifici senza fine dal popolo sovie– tico, senza correre il rischio del suo crescente isolamento dalla massa non iscritta al Partito? Può il Pa,rtito ma•ntene– re la sua camicia di Nesso sulla m ,tellige.rn~ a sovietica, senza disseccare la vitalità e l'inizia.tiva le forze inventive e crea– trici sulle quali deve in definitivd fondarsi per mantenere il suo impeto dinamico? Può esso continuare ad accentuare il suo éf(Jqt e a sua politica estera espansionistica che ne è la espressione, senza imbarcarsi in una corsa avventuros,a che può avere conseguenze disastrose? Porre queste questioni, termina il Fainsod, non vuol dire ammettere implicitamente che le risposte sia,rio facili, o che sia da attend~rsi, che il Partito perda la sua ferma presa sulla società sovietica nel blioteca Gino Bianco FATTI E COMMENTI della stampa italiana ed estera Fratture nellacoalizione austriaca. Il giornale socialista svizzero Wolksrecht dà le notizie ohe riportian10. Molti sintomi dimostrano che la coalizione tra la conser– vatrice Volkspartei ed il partito socialista in Austria è più un matrimonio di inte-rosse che un matr-i,mo-nio d 'amo.re e che viene tenuto in piedi da entrambe le parti sintanto che lu consente la situazione politica. Le ultime e decisive dift'icolUt fr~ i due partiti sono collegate al concordato con il Vaticano, al controllo delle scuole da parte della Chiesa, e all'altro problema se il matrimonio deve avere effetti civili o soltanto rooigiosi. La Volks·partei, che è .profond-a,111bntc legata al cle– ricalis1no e le cui radici penetrano in un terre.no che altra vclta si è mostrato propenso alla dittatura clericale di Dol– fus, è decisa a battersi intensamente per la conservazione del concordato. Grazie a questo concordato la Chiesa catto– lica ha una influenza decisiva sulla educazione austriaca e sulla vita di famiglia. Il partito socialista, d'altra parte, date. le. sue tradizioni di ispirazione liberale, crede alla necessità di una educazione puran1ente statale e al 111atrimonio civile. Queste necessità si basano presentemente sulle leggi che vcn-· nero emanate in Austria nel periodo nazionalsocialista per limitare l'influenza della Chiesa cattolica. La lotta che con– ducono i due partiti trova una espressione culminante in un articolo del vice cancelliere austri~co dottor Adolf Schaerf, pubblicato nella rivista mensile socialista die Zukunft. In questo articolo l'uomo di Stato austriaco si occupa dei pro– blemi giuridici che risultano dalle due seguenti diverse teorie. La prima teoria dice che J'Austria nel 1938 venne annessa dalla Germani::, e che l'Austria che si è formata dopo la li– b~razione del 1945 non è succeditrice di diritto dell'Austria di prima del 1938 e perciò non può essere vincolata dai trat– tati della dittatura di Dolfus e di Schuschnig. La seconda teoria sostiene invece che l'Austria fu occupata a forza dai nazionalsocialisti e che pertanto è legata a tutti i trattati che essa aveva sottoscritto prima del suo Anschlnss. Il dottor Schaerf nel suo articolo svolge la concezione che l'Austria non fu soltanto occupata come fu occupata ad esempio la Francia, ma che venne ann.?ssa formalmente. Schaerf si ap– poggia qui a,1-le d_efinizio-ni giuridi.che del•la naz.iollle, che scor– gono nell'abbattimento di un regime il fenomeno di una an– nessione. Secondo Schaerf l'Austria• venne pertanto assorbita 1tel senso più letterale dalla Germania, e secondo le deterrtn– nazioni del diritto internazionale passò aJla Germania. Ma se l'Austria divenne parte del Reich tedesco, argomenta ulterior– mente Schaerf, ciò significa che il risorgere dell'Austria è in realtà la formazione di un nuovo Stato e che anche nella pro– _çlamazione dell'indipendenza austriaca del 27 aprile 1945 venne riconosciuto dai tre partiti principali e. dal consiglio alleato. Schaerf sostiene la sua teoria dell'annessione dimostrando al- ' t1-csi che la corte militare di Norimberga, come pure il pream- bolo del trattato di pace ·austriaco, partono dalla premessa di una forzata annessione da parte del Reich tedesco. Ma se i'Austria con l'Anschluss cessò di essere uno Stato indipendente - prosegue Schaerf - allora tutti 'i trattati con– clusi da essa prima del 1938 sono diventnti non validi. Se, per mezzo di una occupazione coatta divenne incapace di azione, allora tutti i precedenti trattati ritornerebbero di nuovo ln vigore nel momento in cui l'Austria riacquisti la sua libertà di azione con la conclusione di un trattato di pace. Cosi il dottor Schaerf perviene alla concezione che la Volk– spartei considera l' Anschluss soltanto come ·un periodo di ·oc– cupazione poichè nel presuppilsto della teoria dell'annessione il trattato concluso da Bolfns nel 1934 con il Vaticano ri– sulterebbe totalmente estinto. Questo concordato fu per il Va- futuro prossimo. Non si vuol altro che far presente_ che la capacità d:l Partito di sopravvivere e di consolidare i'! suo potere nel dopoguerra attende ancora di esser messa alla prova di una serie di duri cirrenti, il cui- risultato può lar– gamente determinare il fato dell'umanità n:gli anni avvenire. Un sere10 e cauto ;:same, come quello del Fainsod delle prospettive degli svi-!uppi futuri d;l comunismo sovietjco qui riassunto, è fatto nel volume da altri collaboratori per gli àltri aspetti della vòta sovietica, sui qua:J.ici riserviamo se sarà iJ caso, .di ritornare. ' FAUSTO PAGLIARI

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