Critica Sociale - anno XLII - n. 9 - 1 maggio 1950
118 CRITICA SOCIALE popolazione sovietica, a., disciplinare le masse per nuovi sacri– fici, a mobilitare l'aiuto di un nuovo vasto sforzo industriale per fare dell'Unione sovietica una fortezza imprendibile, che è poi ancora veramente il motivo fondamentale dell'indu– strializzazioJe forzata e della pianificazione di tutta l'econo– mia del 1928. Il « patriottismo sovietico» dello Zdanov, col primato della Russia sovietica nelle scienze, nelle lettere ed arti, come nell'organizzazione ecpnomica, è mezzo aUo stesso fine La politica economica e la politica del lavoro IPer ciò che riguarda più specialmente la politica econo– mica, lo sforzo postbellico della Russia è stato diretto a ri– parare le enormi perdi,te materiali e umane sofferte dal, pae– se durante la guerra, a ricostrbire le sue zone devastate e a riprendere quel processo .di industrializzazione a tt'mpo accelerato, iniziato col primo piano quiJquennale del 1928. Di questa imponente opera di ricostruzione e di sviluppo della tconomia sovietica nel -dopoguerra dà conto un articolo do– cumentato di A. Bergson, J. H. Blackman e A. Erlich, in cui sono -pure presentati i dati comparati sul,Ja produzione industriale della Russia sovittica e degli Stati Uniti nel prese,;ite e nel presumibile prossimo avvenire. L'obiettivo prin– cipale' della politica economica sovietica resta, nel dopoguer– ra, come prima della guerra, il massimo potenziamento d~lla produzione, a-J,quale è subordinata come mezzo la stessa politica del lavoro. Tale è sempre stata del resto la sua fu,1zio11e,dalla rivoluzione staliniana del 1928 alla guerra, e tale è ancora, come documenta l'artico,Jo di Harry Schwartz su « La pol,ttica sovietica del lavoro 1945/1949 » pubblicato nel volume. La natura totalitaria dello Stato e la direzione della sua economia secondo un unico piano centralizzato, egli nota, hanno dato al regime una larga scelta dei mezà da adottare per risolvere i problemi deHa mano d'opera nel do– poguerra, non sòlo quelli di una rapida ricostruzione dell''e– conomia devastata dalla guerra, ma anche i problemi di un ulteriore aumento sostanziale del prodotto naz-ionale netto e di un vasto programma di espansione degli investimenti pro– duttivi, prevista dal quarto piano .quinquennale. I mezzi adot– tati, che lo Schwartz descrive speci-ficatame.ite, sono in gran parte gli stessi mezzi ben noti adottati con l'inizio della pianificazione economica, in parte mezzi incentivi morali ed economi'ci, in parte misure coercitive di vario grado, col man– tenimento ,nel dopoguerra anche di parecchie misure coattive adottate nel periodo straordinario di guerra e 'col ripristino · di alcune· delle misure' repressive che durante la guerra e nel- 1.'immediato dopoguerra, per effetto della scarsità della ma– no d'opera, erano rimaste praticammte inap!)licafe. Giudicato esclusivamente dal punto di ~,ista della sua ef-. fa:acia ,nell'aumentare la forza di lavoro itnpìegata nell'ac– crescere la produttività degli operai e nel promuoveTe in ge~ nerale l'aumento del-la produzione, ammette lo Schwartz, il complesso delle misure che costituiscono la politica so– vietica postbellica del lavoro ha indul::lbiamente avuto una buona parte di successo. Però, egli nota, ,non si sa come le persone soggette a questa calcolata combi.iazione di incen– tivi e di coazioni di• vario grado giudichino questa politica. Non si sa, J)er esempio, se gli operai sovietici mettono uh prezzo così basso al,Je ore libeTe- e alla vita familiare come fanno i loro governanti e, se Je esperienz~, del govern~ labu– rista ingkse ,negli ann.i recenti possono servir di guida, è da escludere che una politica operaia come quella sovietica . possa mai essere attuata in un paese democratico in tempo di pace. Ma a~punto la società sovietica non è democratica e .questa è l'ora d~lla « gu=.rra fredda»! Tra gli incentivi per il massimo rendime'OtO del.Ja mano d'opera, di cui parla lo Schwartz, un cenno particolare me– rita la politica di crescente disuguaglianza tra le categorie lavoratrici, alla quale la stampa ufficiale fa sistematica pubblicità, col• dar particolare risalto agli alti guadagni di singoli lavoratori. Su questa grande disuguaglianza di gua– dagni, che è conseguenza di questa deliberata _politica per il massimo rendimento, Io -Schwartz fornisce dati interessanti ?ai quali si rileva· che, mentre il guadagno reale degli operai 111generale nel 1948 sarebbe da ritenere sostanzialrrlente in– feriore a-J,livello del 1940, la differenza tra guadagno mas- BibliotecaGino Bianco simo e m1111mo è invece talora grandissima e il rapporto tra l'uno e l'altro può raggiungere persiJo in certi casi l'ordine di grandezza di 50: 1 o di 6o: I e anche più. llna lunga strada invero daUa politica di uguaglianza delle r. tribuzioni perseguita deli,beratamente nei primi tempi del leninismo! L'evoluzione del Partito comunista Anche in questa politica di ripresa e di ult,:riore sviluppo della « rivoluzione industriale» iniziata da Stalin, il Partito comunista,, che è il motore di tutto il sistema sovietico, ha sempre una funzione predominante. La stretta conn.ssione deH'evoluzioJe del, Partito comunista con l'evoluzione della struttura economica, fatto di capitale importanza p!r lo sviluppo ulterior~ dello Stato sovietico, è messa, in partico-. lare evidenza dal Fainsod nel già citato articolo, in cui fa la storia degli sviluppi nell'organizzazione e ndla ideolo– g1a del Partito, prima durante e dopo la guerra. Ma qui non considereremo che l'esame penetrante che egli fa di quelle modi·ficazioni profond;: delle forze organiche del Partito, ca– ratterizzate dalla parte sempre più eminente che occupa la i,ntellig,l!'rntiiaJ nei posti di comando, ciò che si connette con quel-che si· è d:tto prima sulla crescente disuguaglianza ,ndle condizioni economiche dei lavoratori come principio della politica economica sovietica. Il Fainsod rileva ad un tempo i mutamenti che si erano andati verificando già prima della guerra nella struttura in– terua del Partito, che si avvfa,va ad essere dominato da una nuova generazione postrivoluzionaria, consoli-data intorno al potere e sotto il comando supremo di StaliJ,, e i profondi e importanti cambiamenti nella, sua composizione sociale, so– prattutto dopo che il r8' Congresso del Partito del 1939 ebbe eliminate I: condizioni di privi•legio fatte preced·,nte– m.ente egli operai, con la conseguenza di UJ, considerevole aumento di membri del Partito tratti dai posti amministra– tivi e direttivi : direttori di fabbrica, ingegneri e tecnici, pre– sidenti di K,o,lk,o,z, capi operai e capi brigata, operai stakano– visti e simili. Questo cambi,a,mento nella struttura sociale del Partito egl-inota, era parte di UJ processo di adattamento allt nuov~ esigenze della industrializzazione e della collettivizzazione. I piani qui.Jquennali mettevano infatti l'Unione Sovi:tica di fronte a, un compito assai più complesso, quale quello della gestione economica. II bisogno urgente di direttori di fabbri– ca, ingegneri, tecnici, capi-operai, agronomi e altri specialisti portò all'educazione di una nuova generazione atta ed assu– mere qu~sti compiti, e promosse inevitabilmente Io sviluppo su Jairga scala di una burocrazia con importanti respoJ,sabi– lità qirettive e l'assunzione di questa nuova vn1teNilgen1eri,a so– V\etic;a nei quadri del Partito, preparando così la fusione tra Partito e amministrazione, quella che fu d:tta « buro– cratizzazione » del comunismo, prototipo di- una nuova « so– cietà dei dirigenti». L'emergere di una nuova élif,e post ri– voluzionaria nei' posti direttivi del Partito alla vigilia della guerra fornì un'importante massa di dirigenti per la lotta imminente, che costituì indubbiamente UJ elemento di for– zia,interiore ·con cui il Partito potè affrontare la prova del fuoco della guerra. II Fainsod fornisce dati sull'inflazione dei soci durante la guérra, promo-ssa dallo stesso Partito, i cui membri nel· 1949 erano per la metà almeno entrati ,nel Partito durante o immediatamente dopo la guerra, e in buona parte giov;mi, e sulla politica di.deflazione s:guita dopo la guerra, mediante larghe « puFghe », che non assunsero però le forme drarrma– tiche di quella famosa del 1938/39. ·All'aumento dei soci si accompagna, nel dopogu,rra un elevameJto s,ensibile del li– vello culturale dei soci stessi, cospicuo essendo j,J numero di quelli con istruzione universitaria o superiore, e tra questi e~sendo largamente rappresentate le categorie degli ingegne- ri, agronomi, dottori, i.n·segnanti. · La nuova classe dirigente E' difficile all'ossffvatore estraneo secondo il Fainsod rendersi conto della forza reale del P;rtito, data la scarsità delle informazioni di prima, mano sul suo funzionamento in– terno. Come è pericoloso accettare sulla parola la asserita unità e disciplina moJo!1tica del Partito e l'as~luto conto'
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