Critica Sociale - anno XLII - n. 9 - 1 maggio 1950

114 CRITICA SOCIALE figlio Baldovino. Di qui -l'azione di Vam, Zeeland, che argutamente il direttore del Peuple ha parago– nato n quella della no1a scena del don Giovanni di MoHère, in -cui il p-rotagonista promeUe il ma– trimonio a due contadine contemporaneamente, do– vendo poi faticar,e non poco p,er trarsi d'impaccio. Con questa differenza, che il pri mo Min•istr o des•i– gnato riservava in realtà le sue prefe-ren.ze iper la destra, e solo il desiderio di Leopoldo di salvare la siluaiir11ne lo aveva indotto a cercare di attrarre so– cialisti e liberali. Ora !il te:rntativo sembra fallito, do– po che Leopoldo ha rifiuta:to di dare aiperte, garan– zie sulla effettiva de'1ega a Ba1dovino, che dovreb– be essere sanzionata dal suo allontanamento dal Paese. E il compromesso, che sarebbe per la veri– tà stato molto simile a quello, del 1947 per il crover- no Spa-ak, è andato a mare. .., Che cosa riserverà l'avvenire? I compagni belgi so,no decisi a lottare. E i motivi della loro lotta, · che abbiamo ,cercato di esporre, li ha dichiarati, tra .gli altri, De Brouckère: « Durante· la. guer-ra, i'l nostro rprolet8Jl'iato ha potuto ve– dere ,i.a· realtà del fascisn10 e come d'a·cUm-ente ne adottava,no principi ed i costumi ,1a,rghe fl'a1:ioni delle nostre c!assi di- rigenti. Ha visto come i tra<Umenti più bwssi•, le d_isonestà più Hagranti, le azioni ,più sordide conduceva,no a-gli onori, al•la fortuna, a-i potere... Ha vi-sto sotto un aspetto nuovo l'ordine cwpi<taUsta che irnveochia. Aveva per questo una chia– ra ostilità. Prova oggi 111eisuoi confronti ·un profondissimo di-sp,-ezzo. « Dopo ,J'a guerra, una immensa speranza ha s,o1'leyato I la– voratori. Essi harnno creduto che sd sta•v•a rea,li-zzando infi– ne, fors,e con il consenso dei dir-iigenti _stessi,, una, larga e fiiera democrazia che fosse all1che economka. Si son fwtte Jo– s-o ijra,ndi rp,romes,se. Essi hanno anche ottenuto importwnti ,realizzazioni. Ma hanno dovuto constatare che il regime non era fondam~rntwlmente modificato; che 11uove tare si aggiunge– vano a1i maili 8Jlltichi che non. eremo s·cOI11jpa1r,si; che si vede– va.no rinascere le crisi e 11.a di!Soccupazione; che le forme nuo– ve della reazione s,i uni<vano aillCora rper arresta•re il pro– g·resso popolare, e per ri,pre11dere le concessdoni già fatte, e che questa ~a.nde coalizione dei -priviil'egi-wtilsi· compiva nel– la stessa bwssezza morale che era preval·sa dura11te J'occu– pazi1one; che l'i,nciv,i-smo e il faiscismo rin-a, scent.il domi.na' Va– va:no sempre 1più questa " santa al1l,eanz,a" annmodernat,a ». E' per queste ragioni, che -sono le stesse vaHde oggi in gra,n parte dell'Europa, valide am,c.henel no– stro Paese, che la crisi belga ,trascende il valore di un fatto naz.ionale. PIERO GALLARDO IL PROGETTO DI RIFORMA FONDIARIA Con questo articcJo del compagno prof. Al– do P(JJg,amiche, .co-erentem-ente con l'at~e,ggia- 11ui'1itodia lui sempre temtto, crirtùx1 il proge,t– to di riforma Segni, intendiamo aprire /'a di– scussilme su qu,esto ,argo·menio tra i compagni che si so,n,o occupa.ti con pa:11ticolarecomp'e'f'e-n– za di 1riforma agraria e aJ cui pensiero lo si\ess,o ; Pagani fa riferimento nel suo s,critto. T?_ogli(JJmo così port{J)re w1 contributo co.s1tmt·– tivo del pensiero s0,cialista in qitesto che è wn,o dei c,ampi più importmiti dell',a~tua/.e vita na– zionale. La Critica Sociale· Nel novembre scorso fu fatta una enJesima comunicazione relativa 'ad un pi:ogetto di riforma fondiaria presentato al Consiglio dei Ministri; la relazione al progetto dava per la prima volta giustificazione dell'indirizzo di, riforma scelto: la piccola proprietà, si diceva, è ~iù produttiva_' della media e delle grande. A sostegno di tale afformazione si riporta-, vano dati di uno studio (non <pubblicato) svolto i.J base a con– fronto di redditi imponibili catastali. Le .tabelle contenute nella rel<azione non erano per /mila probanti: l'esame e il confronto degli impoJibili catastali non pu0 perm:ttere una affermazione così categorica per la semplice •ragione che tali dati sono per particellà catas.ta!e e le particelle possono far parte di proprietà piccole, medie o grandi, indifferentemente;' i dati -riportati, inoltre, erano troppo pochi per essere signi- ficativi. - Alle critiche soNevqte gli autori indicati nella relazione non risposero. I.a relazionJ all'attuai~ progetto ·Nella relazione all'attuab progetto presentato· al Senato non si fa più menzione di tale pretesa più elevata redditività della piccola proprietà in confronto alla grande. Si sono evi– dentemente capite le ragioni critiche •sopra accennate e si è voluto evitare i;!: facile appunto che da tutte le parti viene mosso ad una r.ifo~ma agraria in tal modo indirizzata, ap– punto che la grave crisi agricola pone in sempre maggiore risàlto: un tale i_ndirizzo di ,riforma comp;),r~ on:ri eleva– tissimi che si risolvono in definiti•va in più elevati costi di produzione, I nostri costi già oggi sono talmente elevati da far pensare a sempre più forti barriere protettive per évitare BibliotecaGino Bianco che i pr,odotti ottenuti in altri paesi a condizioni assai più vàntaggiose arrivino a fare una rovinosa concorrenza ai nostri. Niente P"Ù finalità p-roduttiva, dunque, a giustificazione della riforma basata sulla piccola propri·étà. La relazione al .progetto attua,Je trascura di svolgere a fondo anche la giustificazione di ordine sociale. E ne ha ben donde: questo indirizzo di riforma non riso-lve ma' aggra– va lo squilibrio sociale di molte zone ,agricole italiane poichè vuole sistemate un certo numero di famiglie e n,on si prwc– cupa delle altre che resteranno senza terra, ma anch~ senza 'possibilità di occupazione agricola !(neUe piccole proprietà nessun bracciante arriverà mai ad ottenere ne.ppure una gior– nata di lavoro). L'art 44 della ·C0stituzione ammette che ,la legge sia chia– mata a fissare .JÌmiti alla estensione delle proprietà terriera privata. E la relazione al progetto si fa forte di questa af– fermazione della Carta costituzionele. Però i(a par:te ogni discussione di ori:Jine giuridico su.lila inferp·retazione dell'art. 44) è evidente c'he detti limiti la legge può imporli solo « al fine di conseguire pi,ù razionale sfruttamento del suolo e di stabilire pìù equi rapporti sociali ». La relazione sfugge all'obbligo di tessere gli indi·spensabili rapporti fra gli articoli de!i progetto e le finalità imposte dalla Costituzione. Ed è tanto più evidente questa lacuna fon– damentale in quanto la stessa reiezione p·retende di trasfor– mare in finalità quello strumento del limite che in modo indis~utibile la Costituzione consiglia di adottai:.e, se è neces– sario, qualora si tratti di conseguire ·«un più razionale sfrut– tamento del sucilio» o di stabilire « più {qu,i rapporti sociali ».– Il p-rogetto, in sostanza, trasforma i-1 « mezzo » in «fine». Il problema, a .parer nostro, è tutto nell'apprezzamento del– le .finalità. Inutilmente, quindi, la relazione si perde a ripor:– tare e convnentare dati di di·scutibili statistiche sulle percen– tuale di superficie agraria occupata da piccole aziende in diversi -paesi, a ragionare sui dati ormai superati di distribu– zione della proprietà fondiaria attribuiti all'Istituto nazionale di economia agraria (la successiv,a indagine U..N.S.E.A. dj– mostra di quanto sia proceduto il frazionamento .fondiario in qu:sti ultimi anni) e così via. Si tratta di dati che non fanno balz.are all'evidenza la neces•sità o anche solo la semplice op– portunità di un simile indirizzo. Se la :borghesia terrier~ italiana fosse meno stupida, e 0.v~sse forza o volontà di op– porsi seriammte alla rHorma, avrebbe buon gioco nel ritor-

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