Critica Sociale - anno XLII - n. 7-8 - 1-30 aprile 1950

104 CRITICA SOCIALE mentre le potenze occidentali l'Jianno riconosciuto e in un certo senso lo sostengono. Se l'aiuto indiretto diventasse diretto e visibile, questa cor– rente potrebbe trascinare organizzazioni anticomuniste e po– tenti come il partito socialista operaio spagnolo, l'Unione ge– nerale dei lavoratori e la Confederazione generale del lavoro, che oggi combattono lo stalinismo, ciò che li espone ai colpi più violenti. _ 40 - L'opposizione antifranchista è anticattolica? L'opposizione antifranchista non è anticattolica. Nelle ~ue file figurano i nazionalisti baschi essenzialmente caHolic1 _ e contro i quali Franco si è accanito poiché ne ha fatto fu– cilare parecchi compresi molti preti cattolici... Ha anche ob– bligato il vescovo basco Monsignor Mugica ad abbandonare la sua dJ,oces,i... , ., 50 - Quali sono le possibilità reali della caduta di Franco. La risposta a questa domanda è inclusa in quella del se– condo paragrafo. Benchè esistano in Spagna nnmerose pos– sibilità di caduta per Franco, tutte dipendono dall'esterno. Esse sono diminuite nella misura in cui si crede e si teme di giorno In giorno di più che le potenze straniere, dopo ave~ finora sostenuto Franco, lo consolidino definitivamente. Ogm delusione prodotta in Spagna dalla politica internazionale ac– centua questo indebolimento. Le principali delusioni possono essere enumerate cosi: non ~ppilicazi.one deUa Carta atlan– tica ; abbandono in cui fu lasciata la Francia quando questa dopo la liberazione ruppe le sue relazioni commerciali con la Spagna franchista; l'assenza di ogni sforzo per rendere ef– fettivo l'atteggiamento che gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e la Francia consigliarono nei confronti di Franco nella loro nota comune del 4 marzo 19•16; il sabotaggio degli accordi presi• dalle Nazioni Unite H 12 di.cembre 1946 apportandovi delle deroghe, delle attenuazioni e opponendosi a che, con– formemente alle loro disposldoni, si facesse intervenire in. questo affare il Consiglio di Sicurezza. E' con una condotta così equivoca che si è fornito alla Russia, in Spagna e fuori di Spagna, un formidabile eI&mento di propaganda. 6° - Quale specie di governo potrebbe succedere a Franco'/ ,La convenzione del 1948, tra ,socia.Ji,s1i e monarchki, finisce con la clausola seguente: « Dopo la restituzione delle libertà civili che sarà effettuata tanto rapidamente quanto le circo– stanze lo permetteranno, consultare la nazione al fine di sta– bilire sia direttamente sia altra verso rappresentanti, m9i ad ogni modo mediante voto segreto al quale prenderanno parte tutti gli spagnoli dei due sessi che abbiano i requisiti ne– cessari per essere elettori, un regime politico definitivo. Il governo che presiederà a questa consultazione dovrà per la sua composizione e per la qualità dei suoi n1embri, pre– sentare una garanzia sufficiente di imparzialità». La solu– zione preconizzata in questa clausola è conforme alla nota tripartita del marzo 1946 e agli accordi delle Nazioni Unite del dicembre dello, stesso anno. 70 - Come la politica degli Stati Uniti può favorire lo svi– luppo futuro della Spagna? In 1naniera decisiva e in tutti i campi. Se l'aiuto econo- 1nico degli Stati Uniti cotne essi l'hanno offerto solennemente - nota del 4 marzo 1946 - fosse accordato ad 1:1n regime che fosse l'espressione autentica della volontà qel popolo, il popolo spagnolo sarebbe loro obbligato. Se, contrariamente a quanto è affermato nella suddetta nota, si acco-rda questo aiuto al regime ·tirannico dura1nente vituperato in questo stesso documento, gli Stati Uniti troveranno in Spagna un popolo offeso e ostile. La parte del questionario relativa ai · .problemi di politica estera sembra rivolgersi ad elementi i1on spagnoli, soprattutto ~unericani. Mi astengo quindi dal rispondere alle sue dom8.nde, 1na a proposito di quella che ha per fine di determinare la posizione dei leaders della democrazia universale, 1ni permetto di ricordare ull articolo di Léon Bl~m pubblicato qal Populaire nel fobbraio 1948. Il leader più eminente del socialismo mondiale, vero pa– triarca dei _socialisti fran,'!esi, ha detto allora che se la politica degli Stati Uniti obbligasse la Spagna a scegliere tra Stalin e Franco, lui non sarebbe mai stato dalla parte di Franco. Questo atteggiamento sarebbe quello dei socialisti spagnoli e sicuramente di tutti i socialisti d'Europa. L'ho detto molto spesso e lo ripeto ,oggi co.n fa stessa energia. » LIB,RI E RIVISTE Si pubblica ogni tnese e contiene un sunto breve e obiet– tivo di tutte le Riviste e di tutti i più Importanti studi poli– tici pubblicati tn Italia, nonchè un Indice Bibliografico com– pleto di tutti i libd che si stampano ogni mese. E' una Rassegna indispensabile per gli studiosi, per i gior– nalisti, per coloro che si interessano di politica e per i direttori di librerie; Biblioteca Gino Bianco Ciò-che si stampa JBNNY Ga1z10TTI KI\BTSCHlllANN: Storta delle dottrine economi– che - Utet, Torino 1949 (pag. 473 - L. 1500). Mancava in Italia una storia completa delle teorie economi– che. Avevamo alcune buone monografie sugli economisti, spe– cie italiani, di questa e di quella epoca, ma non avevamo ancora un libro che abbracciasse l'intero svUuppo della scien– za dalle origini ad oggi. Il recente yolume della egregia pro– fessoressa dell'Università di Pavia colma questa lacuna. li carattere deHo studio è esclusi,vamen-te espositivo. Comunque, posto il fine, la trattazione non potrebbe essere più completa. · Basti riflettere che gli autori esaminati sono più di quattrocento. Si va dal pensiero degli antichi ·alle concezioni medioevali, e da queste agli economisti più mo– derni, come, ad esempio, i-I Keynes e lo Schumpeter. Vengono inoltre considerati tutti i Paesi in cui la scienza economica ha avuto uno sviluppo notevole, e più precisament~: l'Inghil– terra, l'America, la Germania, l'Austria, la Francia, la Rus– sia, la Svezia e l'Italia. In un quadro così ampio, nessun gruppo di teorie è trascurato. I Fisiocrati, il Camerallsmo, l'Economia classica inglese e francese, i socialisti da Fourièr si-no a Ma,rx ed ai suoi seguaci, B sociaJismo della cattedra, il nazionalismo economico, la scuola di Losanna, le dottrine prevalenti negli Stati Uniti e nella Russia, le concezioni più moderne in Inghilterra, nella Germania, nella Scandinavia· e nella Francia; gli economisti italiani dal Machiavelli al Set- ' tecento e dal Settecento ad oggi: tutta questa matel'ia e tutti questi autori vengono esaminati con ammir'evole competenza. L'esposizione è sempre condotta con eh 1arezza ed, equani– mità. Non s~ rilevano esclusioni volontarie o simpatie pre– concette. La 'larghezza delle singole trattazioni è sempre ben proporzionata alla importanza della scuola o del singolo auto– re. A. taluni teorici sono consacrati capitoli speciali, ma si tratta di uomini come Ma.ohiavelli, Cantillon, Smith, Malthus, Ricardo, Pantaleoni etc. Ogni ,Iottrina economica è poi messa in relazione con le concezi-o~-i J)Josofiche e psicologiche del tempo. Cosi, ad esem– pio, vengono egregiamente rilevati i rapporti fra l'Illumini– smo e la Fisiocrazia; fra il moralismo ed Adamo Smlth; fra 1·utilitarismo del Bentham e molti economisti inglesi; tra Fichte e· l'economia nazionalista tedesca; fra le tendenze giu– ridiche del Savigny e la scuola storica ; fra le più moderne teorie psicologiche e l'istituzionalismo nordamericano; tra le scuole filosofiche neokantiane e taluni degli economisti tede– schi più recenti. Questa parte del libro è degna di speciale rilievo,- giacchè gli storici dell'Economia· hanno troppe volte trascurato il riflesso che le concezioni . generali del mondo noii, possono non avere sop-ra (una scienza ohe, come l'eC'o– nomia, tocca problemi tanto importanti. Non è forse abbastanza rilevato un altrò aspetto, e cioè gli interessi di classe cui s'ispirano, più o meno coscientemente, molte teorie economiche. Così ad esempio, l'autrice non vede che le teorie marginaliste sono sorte contro l'utiliz?.azione dtllle dottrine rica,rdiane da •parte dell'ultimo Stu~ Mill e del socialisti, e contro il c6nseguente tentativo di fare del lavoro il centr6 unico dei feno1neni economici. Un merito ·notevole ha invece la trattazione: quello di inquadrare le principali dottrine nelle condizioni del tempo e del luogo,' Ad esempio, è notato molto giustamente che le idee mercantilistiche corrispondono alla formazione dei gran– di Stati; che la speciale situazione della· Scozia ha iniluito sull'opera dello ,Sniith; che il liberismo inglese riflette la supremazià industriale del·1'•1nghiJterra di un tempo, e gli in– teressi di questa supremazia; che il nazionalismo econom~co del List in Germania e del Patten negli Stati Uniti rispondono al bisogno ·d.l creare una industria nazionale, proteggendola ·dalla concorrenza dei prodotti inglesi, etc. Notevoli sono anche le osservazioni circa gli economisti ifaliani del Settecento e dell'Ottocento ed in ispecie sul loro carattere necessariamente regionale nel periodo anteriore alla uuità, e sul fatto che lo sforzo politico per raggiungere poi l'unità stessa ha posto in seconda linea l'importanza e lo studio dei fenomeni puramente economici. In sostanza, nel– l'assegnare il posto negli economisti italiani in tali epoche, l'autrice non condivide nè il giudizio forse un po' troppo severo d2l Ferrara, nè l'opinione troppo favorevole del Pan- taleoni. A. G. Direttore: UGO GUIDO IIONDOLFO Vfoe-direttore respons. : ANTONIO GREPPI Autorizzulone Tribunale llllano 8/10/1948 n. 1148 del Registro Tipografia Pineu; • Milano - Via Farnetl, 8

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