Critica Sociale - anno XLII - n. 7-8 - 1-30 aprile 1950

100 CRITICA SOCIALE - il ,socia.Jismo,per ragioni di, equità, deve difende-re e pro– teggere il modesto peculio, rtratto dal ·lavoro quotidia,no e inesso da parte per i giornd cattivi. E •lo deve .t,an,topùù in quanto il •risparmio è stato duramente toccato dall'inflazione. E lo deve anche per motivi rteorid, perchè la società socia– lista ha bisogno, anche ,lei; di ·ricorrere al ,ri,sparmio, cioè al nqn-consumo di beni presenti, per svi-luppare i mezzi di produzione. La società socialista dovrà forni.re una rimune– razione e un minimo di sicurezza a colui che •,si astiene pe·r– chè le generazioni future abbiano umi più grande abbondan– za, poichè, in fin dei conti, l'appello al -risparmio individua:Je è ancom il procedimento più giusto (6). Il socialismo non si alleerà quindi a Keynes nella loitta contro i risparmiatori. Esso riconosce, al contro.rio, che i risip_a;rmìaiori sono molto spesso vittime di uno spiacevole sfruttamento. Nelle società anonimtc, il piccolo azionista ha da moho tempo perso ogni influen~ ed ogni controHo; egli, deve subire la tirannia dei con-sigli di amminis.trazione che rodono i, dividendi o favo– riscono la specula.zione di borsa. Ben più, continuamente nel corso del tempo e a un ritmo più o meno accentuato a se– éonda dei paesi, i risparmi si fondono a causa della sva-luta– zione della moneta, Mentre i keynesiand ignorano questo pro– blema, maggiore del nostro ,secolo, il socialismo deve sfor– zarsi di salvaguardare il vialore reale dei peculi piccoli-e medi. Ma. lo sfruttamento del risparmio non è che una deHe tre forme principal,i di sfruttamento. Se la domanda globale nor1 può acquista-re la total,ità deHa produzione, è perchè i redditi distribuiti sono in,sufficienti e ,perchè i prezzi s0no eccessivi. E ciò deriva da tm duplice sfruttamento dd!J'uomo, in quanto agente della produzione e in quanto con.s.uma•tore. L'wo>mo è sfrutta&> in quanto agente della produzione, non a causa del plus valore, ma perchè la rimunerazione del· lavoro tende ad avvicinarsi aHa produttività marginale, -ciò che imrp.Jica una spoliazione per tutti quelli •la cui produttività è superiore al rna_rgine. Tuttavia, questo « sfruttamento» è oggi comba,t– tut'o con vigore dalle @rganizzazioni sindacali e dai rappre– sentanti numerosi e influenti dei lavoratori nei parlamenti. Lungi dall'essere Io strumento della dominazione della classe borghese, lo Stato democritico, da un mezzo secolo, ha in– trodotto leggi sociali che dànno una protezione efficace con– tro. questa forma di sfruttamento. Ben inteso, la vigilanza i:e- , sta indispensabile per il presente e per l'avvenire. · In. compenso, m quain'fo oon<SWmJafo,re- l'uomo subisce uno sfruttamento oa.ntro N qw:nte è qu.asw S/Jnza d-if esa. Gli si im– pone una qua.J.itàmediocre a prezzi éccessivi.e te:lvolta fan– tastici. Poichè la éoncorrenza non gioca quasi, rpoichè le re– golamenta.zioni sono poco efficaci, e .poichè si tratta ogni volta di- picco,le sonìme, noi siamo tutti ,sfruttati quotidiana– mente per rosicchi(Jllni;,ni~o. L'esagcrazio1e dei, prezzi, stabiliti spesso senza_ rapporto con un costo di .produziorie qualsiasi, è una delle cause maggiori dell'insufficienza dell,a, domanda. Denunoiando vigorosamente lo sfruttamento del consumatore . il socialismo s-i pone su un terreno solido,' attingl!ndo· l'uni~ versale, poichè ogni individuo è un con·sumatore. · Così, su-i tre fronti di lotta contro Io sfruttamento, i1 so– cia.Jismodeve .prendere posizioni che il keynes.ismo non preNde e che lo s·talinismo non occupa. Esso deve .condurre il com– battimento ,non in modo semplicemente difensivo ma offen~ sivo. 2) Dafla preioocup(JZione dv /wl!Z~Or/VIJJmie'tl!Bo a quella di' s.trwt– tiwa. Keynes · ;si limita all'anali,si del funzion'a,mento di un tipo particolare di ,s.ocietà, corrispondente al, reg,ime economico, politico e sociale dell'lnghiltlerra itr,a, le due guerre: Egli non studia ,neppure il sistema capitalistico (o di libera concor– renza) convenientemente stilizzato, ma il regime di un paese e di un'epoca. Sdegnando lo sforzo compiuto da quasi un secolo per· defini.re .Je .!111ru~6wre,, .per esaminare i loro carat– teri soc!ologici, per; caratterizzare i ,regimi, egli ·continua, come R1cardo, o Mar-shaJ.1,ad analizzare il meccanismo di un modello semplificato in cui regnerebbero la proprietà privata, la lioortà, il profitto e in cui non VJ: sarebbe alcuna r~ol:imentazione de( lavoro, nè della .p,roduzione,nè dei prez– zi, ne del commercio estero ecc. F.gJi non ci insegna nulla (6) V. RoBERT !MossE': L'epargne d~IS !'economie planifie. Banque e bourse, dicembre 193·8. BibliotecaGino Bianco sulle isti•tuzioni·reali, sui quadri giuridici, sui- fr'uds ecc. Ben inteso ogni autore ha il diritto dì limitarsi aJ.l'iesame di un tipo di società e di un momento storico. Soltan1Ò, a1lora, non dà una teoria. génerale. _ li modo di procedere d,i Keynes e dei keynes.iani, del resto, è ,tutt'altra cosa che un metodo consistente ,neH'u'tilizzan: un quadro dr •riforimento come ipotesi di lavoro. n foro quadro è costituzionale, cioè intangibile. Se essi non prendono mai come quadro di riferimento una economia totalmente piani– ficata (per_ esempio), è perchè intendono porre e risolve-re i probliemi restando nel quadro sce1to. Senza dubbio vi sono squilibri durevoli ma non vi .si può rimediare senza cambiare regime, senza trasformare profondamente le istituzioni. In una parola, il keynesismo è fondamentalmente conservatore. I:l socialismo non è obbligato ad ammettere che una rivo– luzione ,sanguinosa o una catastrofe sono indispensabili per trasformare lia,società, ma è pronto a modificare -radicalmente le isfituzio.Ji. Non pensa che la proprietà privata e il pro– fittò .rappresentano .Ja perfezione. Senza credere, del resto, che billSfi collettivizzare o nazionalizzare perchè tutto vada bene, è pronto a -nazionalizzare, a pianificare e a ,redistri– buire. 3) Dal « p-ietn,CJ' irmpieg,o » a:J « P~i!lnooo>ns:W/11JO ». Americanizzato dallo slogan « 6o milioni di impieghi,>, l'o– biettivo de:! pieno impiego è molto popolare in Inghilterra e negli Stati Uniti,,perchè la disoccupazione 'vi ha '1a,sciatouna profonda inquietudine e perchè la maggior pa,rte dellà po– polazione considera un impiego salariato come il mezzo normale di o-ttenere un reddito. Ma il pieno impiego non chiu– de .tutta, la questione sociale. Esso non -riguarda i conrta.dini che non riescono a vendere i loro prodotti e che ·sono sfrut– tati nelLa,vendita dei concimi e ddle macchine agricok Non si soddisforà H contadi.no dicendogli: Non avete che da cer– carvi- un posto in una offi<;ina, vi sono impieghi li0eri. Esso - non rigtmrda i commercianti che sono schiacciati dai carichi fiscali e dalle spese generali. Non ,riguarda gli artigiani che subiscono la concorrenza· della grande -industria o sono pri– vati di ordinazioni perchè 1a loro dientek1 ha un potere di acquisto insuffici,mte. Non riguarda i funzionari che godoIU,; di una grande stabilità di impiego. I misttcri algebrici del mol– tiplicatore non possono soddisfare queste diverse categorie che, in molti paesi, costituiscono una mol,titudine più con– siderevole di quella dei lavoratori indus•triaJ.i. Quan1<;> a questi u-lti,1J1i, i!J..pienoimpiego non garantisce loro nè condizioni -di salubrit'à nel lavoro, JJè un indenniz~ con– veniente in caso di invalidi,tà nè assegni familiari nè ferie pagate, nè uria pensione per ia vecchiaia. E' vero ~he i<b pie– no impiego -.arefà: la mano d'opera in rapporto alla doman– .da e per conseguenza .pone gli operai in una p,osizione con– . trattuale più favonivole, permettendo loro di difendere me- glio i loro salari ed ,i vantaggi accessori del contra."tto di la– voro. Ma, anch'e qui, esso supPQne un certo tip@ di società, i.n cui i salari e ·le coqdizioni di: '1avoro sarebbero sottomessi alla legge dell'0fferta e della domanda. Di fatto, il mecca– nismo è molto più complicato e il valore dei quadri sindacali, la raJ:)presentanza pa-rlamentare, l'orientameato deH'ammini– stlazione, 1a diffusione delle. concezi0ni soc-ia-listeecc. hanno, in complesso, uNa influenza ben più ,determinante suJ.la con– dizione operaia che il coeff.icien.fe di ingaggio. Si comprende . e.libra obe il « pieno impiego» non abbia in F.rancia molta risònanza e abbia quindi poco valore elettora:le. Esso non risponde alle preoccupazioni più importanti di una grandis– sima parte della popolazione. A rif 1 letterci, l'idea è poco at– traente. Essa fa pensare alla corte di qualche principe in cui i cortigiani domapdassero che fossero creati i posti di mo– stardiere e simili. Opp1,1re,essa evoca Ia carità paternalistica di altri tempi: bisogna dare ai .poveri il modo di guadagnare la vita con il -lavoro. E' una teoria servile, per una società in cui ciascuno serve e adora la sua servitù, senza concepi~e al-tro modo di vivere dìe me.M.e>ndosi a posto (7). Per cpmp·rendere il carattere 1imitat<?della concezione, tra- (Z) Se inveee di utiJi·zzà:r-e Ja termJm.ologia mglese tradotta o non t·radqtta (full employment, Jobs) si fosse- fattò ricoo-'9o aHa pr?-ti,ca (mc,Jti,pMcazione _degli impieghi, ricerca dei posti, ~etters,, a posto) ci ai aa.-ebbe trovati di Mlpo s,u u,n piano d1,verso ed il cli.ma rpsicologi-co 1110,n sarebbe stato ~o stesso.

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=