Critica Sociale - anno XLII - n. 7-8 - 1-30 aprile 1950
CRITICA SOCIALE 99 « •reaziona,ria » al keynesismo. Di conseguenza esso si trova già spostia,to verso . .Ja destra ed è normale eh~ sia attaccato sul fianco sinistro. B) Da p1atr~ degJi staliinisti. Come abbiamo visto più ,sopra, il p,artito comunista ha i,11- trapreso un « lavoro di analisi fondamentale e teorico posi– tivo» (1) tendente all,a, refu½,zione del keynesismo. Il _punto di partenza dell'anal.isi è che I'econ_omia pO'li:ticaborghese non è che un riflesso - sul pia,no <ielle s.ovrastrutture ideologiche --del sistema economiéo-poF•tico borghese. Nella 'fase del ca– pitalismo marcente, in stato di crisi permanente, quando si accentuano Ie contraddizioni del regime, il mondo borghese decadente ha tecnicamente bi.sogno di una ideologia che giu– stificherà la crisi, dicei,do che essa è un minor ma:le e na– scondendo il male rea,le « rappresentato dalle soh1zioroi dispe– rate che utilizzano, dietro il paravento della giustificazione i ca-pita.listi, cioè il auperfruttamento e la guerra». Key,11~ av-rebbe « risposto al comando» che i-1capitalismo gli hia pas– sato « proponendo dei •rimedi che si sa essere insuffici.enti » e « inventando una descrizione mistificatrice del sistema». AHora i capitalisti adottano l'idea di un ca,pitalismo progres– sivo « per lasciare maggior l.ititudine alla lo,110 tirannia rea– le». Essi hanno bisogno di un paravento teor·ico (21, Keynes sarebbe un a,pologista del capitali,smo e un « difen– ,sore del profitto capitalistico privato» che a suo avviso stimola il prog-resso economico e garantisce' •la libertà indi~ viduale. Egli ,sviluppa la « filosofia economica pessimista di una borghesia reazionaria che divieue caduca». Ma là sua ana1,isi economica è senza valore perchè egli si concentra sul– lo studio delle te11den;zesoggettive degli agenti dei! modo di produzione capitalistico invece di procedere all'esame delle -leggi oggettive e delle condizioni materiali (3). Il keynesi,smo è « incapace di real,izzare ii suo fine di 0 chiarato, che è la soppressione della disoccupazione, perchè non ne ,sopprime l,a causa fondamentale, doè l'incompatibili– tà tra il carattere' sociale della produzione e il carattere pri– vato della propri;età ». Esso ,non si preoccupa per nulla delle .relazioni tra le classi nel processo di produzione c,a.pitalistica · non si leva contro lo sfruttamento capitalistico dei lavora~ tori, nè contro la dominazione pol,itica dei capitalisti (4). La politica degli investimenti sarà inefficace perchè « la meschi·na oostruzione dci gm11di -lavori governativi non può fare equilibrio a:Jla montagna di plus val<ore isottratto ai 'la– voratori dai oapitali ,s.ti ». (NouveNe Critique, marzo 1949, pag. u7). Più precisamente si ,rivolgono a Keynes i s~tte rimproveri, seguenti: 1) _numerosi errori eccnomici (valore, salario, moneta, ruolo del debito nazionale ecc.); 2) falsa interpretazione della psicologia delle masse: sono le fhittua– zioni eco11omiche che modificano l'umore e non l'inverso· 3) g•rossolana sottova!lutazione della' pa,rte reazionaria dei mo~ nopoli capitalistici; 4) semplificazione esagerata del, proble– ma deH'imperialismo e della guerra; S) .una teoria scorretta dello Stato, in contraddizione con quella di Lenin; 6) la ne– gazione della lotta di classe; 7) una ,forte corre11te di utopia. E finalmente ·« i, keynesiani ché appartengono all'ala de~ stra della ,socialdemocrazia sono diventa,ti i migliori istigatori della terza guerra mondiale» (N,~lk Critique, marzo 1949, pag. 121). · Ma si poti-ebbe -,riassumere brevemente: il keynesismo non è conforme al .marxismo _ufficiale del partito di Stal~n. Per va:lutare la critica s!'Qliniana, bisognerebbe prima di tutto precisare quel,lo che ,il socia'1ismo francese conse.rva attualmente del ,marxismo e quale ne è la sua interpretazkme. E questo è impossibile farlo qui, non fosse che .perchè non esiste un catechismo uf.ficiale del partito sociali-sta in questo camP?, Diciamo solta,11toche ·non ci basta, per rigettare una dottrina, sapere che essa non è conforme a tutte le tesi di Marx. ·Se l'esame del keynesismo è, per gl,i stalinisti l'oc– casione di confermarsi in una ortodossia vecchia di 'cento anni, dovrebbe essere per noi -l'occasione di ringiova,nire e di rinvigorire i'i nostro sccia,iismo, ricordando con più forza che mai i suoi caratteri permanenti. (1) NoruveHe Crltique, fehb:raio 194'9, pag. 102. (2) Ibidem p. 96 sg. (3) Ib. p. 107 sg. (4) Nouvelle Criti,que, marzo 1949, p. 216 sg. ibliotecaGino Bianco C) Da. PCM1fe dei demoC'71aPici progressisti. Sotto questo termine di democ•ratici p,rogressisti noi po– niamo rtanto dei laburisti inglesi poco inclini al marxismo quanto dei democratici americani Faitr Dea! e anche dei de– mocratici ·popolari francesi che ,sentono fortemente la giu– stizia sociale e le; -riforme economiche. Gli uni e gli altri hanno creduto di tro,vare nelle Mee keynesia,ne i fondamenti di un nuovo « radicalismo» çhe, da,l,l'-in:ternoe senza distrug– gerla da· cima a fondo, avvierebbe la società attuale verso un progres,s·o economico e sociale continuo. Il keynesismo conduce aH'i,11tervento dello Stato per assicurare il « pieno impiego» ed anche, più ~neralmente, per favorire la pro– sperità economica (S) con un più grande livello di attività. Il procedimento principale consisterà nel favorire gli inve– stimenti privati e ove occorra nel completarli con investimenti pubblici. Non si esi:terà a .ricorrere 4 1 defic-iit del bilancio e, se occo,rre, a una espansione monetaria .. Soltanto, questo metodo è valido solo per situazioni parti– colari, analoghe a quelle dell'Inghilterra ne:! 1930, cioè per economie che soffrano di deflazione. In periodo di pressione inflazionistica e in paesi a moneta instabile, una ,simile po– litica non pot~bbe che aggravare i-1 malessere. Di più, sti– molare gli investimenti favorisce pn'm,a i profitti (come ab– biamo visto nella prima parte di quest'articolo) Quanto a supporre che si giunga anche per i,ncidenza seconda ad au- · mentare l'impiego, il socialismo deve proclamare che esso pone le sue ambizioni più in a.Jto e più 1onbano. 2 - Linee di una posizione socialista H ,socialis_mosi allontana dal keynesismo su tre punti im– portanti: r) Pone altrimenti ,Je •responsabilità delle pertur– bazioni economiche. - 2) Non si pone esdusivamernte nel quadro della società ,inglese del 1930. - 3) Considera come derisorio ,!'obiettivo del « pieno impiego». Su ciascuno di · questi punti si v,ed,rà affermarsi, in .opposizione al caraittere. meschino e limi,mto del keyne&ismo il valore generale ed umano del sÒciali,mo. ' 1) Dallò ne\Slponsabìlità de't rrMp(l//'rr,;io ad wna concezvonemo– dlern,a d!ell:o sfrwtta,mew,fo. Keynes, ,lo si è vi ,s.to ,pretende di aver trovato l'origine del– lo squi'1ibrio economico r:iell'eccesso di risparmio che rifiuta di investir,si. E si ·sa contro quali obiezioni di carnttere teo– rico urta questa diagnosi. Dal punto di v~sta sociale e pol,i– tico la .tesi del~eccess.o di risparmio mette in ca.usa i r,i.spar– miatori, e basta passare dalla nozione astmtta di risparmio al concreto delle pers.one o delle categor,ie sociali per vedere immediatamente l'inesattezza e l'inopportunità della tesi. Nel– le società capita,listiche, il meccanrusmo ·bancario favorisce i super-investimerì.ti , con l'i:ntermediar,io di crediti più o me– no giustificati a imprese più o meno valide. Le banchè, che hanno inizialmente messo del potere d'acquisto e-reato da loro a disposizione deg.Ji industriali; ed hanno p~rmesso loro di far~ prelevamenti sul dividendo sociale,. si fanno i•n seguito rimborsare dai risparmiatori lanciando emi,ssioni a lungo ter• m!•liledes,tinate a copri-rie. Per il canale del,la Borsa, i rispa,r• m1atori spesso modesti si vedono privati di una ,parte dei loro redditi, come mezzo dì ,ratifica a p,Ctsterwri di una re– distribuzione del redditò nazionale. Il rispa,tmio necessario - cioè le pri,vazioni richieste per compensare i prelevament: abusivi di alcuni - non ha neppµre bisogno di prendere la. forma volontaria delle sottoscrizioni di azioni e di obbliga– zioni. Le inflazioni, 'le svalutazioni e ta.Jvolta .Je dep,ressioni si incaricano di rovina·re i ,risparmiatori o di operare un ri– sparmio forzato. La moda anglo-americana del basso tasso di interesse aggrava ancora la condizione dei ri,s.parmiatori. In verità, Keynes ci presenta il punto di vista dei promo– tori e ammi,ni,stmtori di società che trovano ,sempre çhe non si presta loro ab15astanza dan.iro a buon mercato e che non si permettono loro profitti sufficienti. Il ,socialismo ·non può -seguirlo su questo te!'reno. In un paese come la Francia, per esempio, in cui i rispar– miatori sono in ,realtà piccoli proprietari, o pe11sionati, fun– zionari, piccoli: commercianti, o artigiani e anche operai - perchè, c-hi non po&sif:deun J.ibretto deHa Cassa di risparmio?· (5) V. A. ANGEL0PUL0S: L'Etat e la pros,perité sociaz.e, Pa– rlo, 1949.
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