Critica Sociale - anno XLII - n. 6 - 16-31 marzo 1950
CRITICA SOCIALE 71 un certo momento rese inevitabile l'avvento del fasri– smo. Ci sono colpe graivissime dall'una e dail'altra delle due parti tra cui si svolge il conflitto che mac– chia di sangue le terre d'Italia. Dall'una parte si lan– ciano allo sbaraglio le forze proletarie in forme d'a– zione che non possono recare ad esse nessun bene– ficio, che suscitano anzi nell'opinione pubbFca quelle reazioni cui non si ha poi la capacità di resistere e che vengono in potente ,aiuto delle macchinazioni re– trive con le quali la plutocrazia intende calpestare gli interessi e i diritti del proletariato e oostringerlo per lungo tempo ad una qu;,ete che ha sapore di morte. Ma dall'altra parte le çolpe sono anche mag-g;ori, per– chè non si ha diritto ad erigersi a tutore dell'ordine contro i turbamenti che ad esso siano arrec-aèÌ, se non si è fatto tutto il possibile .per eliminare tutti gli 5ti– _moli che possono condurre a siffatti tt:rbamenti. Quand-0 si osservi che son stati, necessari ì morti di Crotone perchè il governo pensasse a prendere in con– siderazione il problema della Sila; che il P,"Overno ·· stesso nulla aveva fatto per piegare la resistenza a Modena di una_ditta che aveva, contro la Costitu– z;one, praticato la serrata e voleva prendere con la fame una massa operaia che ha il diritto di vivere molto più potente che non il dovere di non turbare l'ordine; che sono state necessarie le vaste agitazioni della Mars;ca (da cui è venuto lo stimolo alle agita– zioni in tante altre plaghe del Mezzogiorno), perchè si ravvisasse l'esistenza di un problema nascente dal– la ostinata insensibilità e dalla odiosa ,prepotenza di un feudatario; - non si può evidentemente riconoscere al governo il diritto di servirsi della Celere per di– fendere l'ordine del paese e l'a:utori,tà dello Stato; tanto meno poi per difendere la libertà e la demo– crazia. Vogliamo ammettere che tutto ciò non derivi da insensibilità sorda ad -0gni richiamo della miseria, nè da premeditata intenzione analoga a quella che i– spirava il Radetzky a Milan-0 nel 1848. Ma qualun– que sia il moti:vo da cui questa colpevole inefficienza del governo è determinata, evidentemente essa non può avere la solidarietà di 1 nessun socialista, iI quale ha tutt-0 il di-ritto di ri,fiutarsi di oondividere ulte– riormente una responsabilità che diviene troppo pe– sante, non tanto per quel che grava sul singolo indi– viduo, q!Janto per quél che grava sul partito e sul movimento a cui esso ha aderito. Evidentemente queste oonsiderazioni debbono es– sere presenti come insuperabile pregiudiziale a chi deve ora compiere l'opera dalla quale dovrà sca– turire l'unità delle forze socialiste. Solo per questa via la nostra idea riprenderà la sua schietta fisiono– mia, la sua forza di attrattiva sulle masse stanche del– l'oppressione e speculazione oomunista, 1a sua capa– ci,tà di affrettare la soluzione dei pr-oblemi che gra– vano ora sulla nostra vita nazionale, per il migli-0r avvenire del proletariato e del paese. U. G. M. Rinnovare l'abbonamento e, se è possibile, Fareunabbonamento s stenitore Così si può assicurare la vita della rivista ibliotecaGino Bianco SITUAZIONENUOVA nella politica internazionale? I più recenti avvenimenti di vasta risonanza nel campo internazionale, specialmente se coinvolgono direttamente o indirettamente le due forze che si· fronteggiano l'una contro l'altra armata, gli Stati Uniti e la Russia, sono senza dubbio elementi tali da indurre a porsi la domanda se non siamo alla vigilia di una svolta nei rapporti fra i popoli o, che in definitiva vale lo stesso, di fronte ad una svolta nella politica estera di una delle due maggiori po– tenze o di entrambe. Tra i principali di questi avvenimenti sono da porre: per quanto riguarda la Russia, la vittoria comunista in Cina e l'accentuato espansionismo so– vietico in tutta l'Asia orientale, l'esasperazione della lotta politica all'i°nterno di alcuni paesi e, contem– poraneamente, la campagna per la pace condotta con il ben noto stamburamento; per quanto riguarda l'America, l'avvio verso la re,alizzazione pratica, at– traverso il Programma di reciproca assistenza mi– litare (P.A.M.), del Patto Atlantico e particolarmente del suo te:rzo punto, gli annunciati propositi di Acheson, ancora molto vaghi per la verità, di fa– vorire un miglior coordinamento delle economie dei paesi europei e di realizzare il cosiddetto punto quarto cc per lo sviluppo di nuovi centri di attività economica», e soprattutto la intensificata prepara– zione militare con la messa a punto dei nuovi stru– menti di distruzione e specialmente della bomba H. A tutto questo, particolarmente per quanto si ri– ferisce l'Europa, è da aggiungere la minaccia rea– zionaria, alla quale l'America è in verità estranea ma che, essendo anche favorita dalla balorda poli– tica comunista e apparendo in funzione anticomu– nista, sebbene sia in realtà contr.o le forze del pro– gresso sociale e della democrazia (di cui pure tal– volta si fa maschera, come nel caso del clericalismo nei paesi dove non ha ancora _potuto, come in Spa– gna o nel Portogallo o in alcuni paesi dell'America Latina, dominare completamente la situazione), può facilmente essere assimilata alla azione · americana. E sarebbe bene che quegli Americani che sincera– mente vogliono la democrazia per tutti si rendes– sero conto del pericolo che ciò rappresenta anche per loro, e tenessero conto in ogni momento che il fascismo, il nazional-socialismo e simili fenomeni reazionari, compreso il degollismo, sono per loro essenza antiamericani. Vero è però che la recente vittoria d·ei compagni laburisti in Inghilterra è stata un grave colpo per queste velleità di reazione, e che non mancano pos– sibilità di riscossa anche negli altri paesi, come hanno dimostrato e stanno dimostrando i compagni belgi con la loro campagna contro il ritorno di Leopoldo III sul trono. Lasciando per ora questo discorso, gioverà esa– minare un pci' meglio la recente politica sia della Russia sia degli Stati Uniti, per .vedere se ;effetti– vamente siamo ad una svolta. E si badi bene, una svolta, sia essa fatta dall'una o dall'altra parte, vuol dire m.olto semplicemente un passo avanti verso un accordo, cioè verso un allontanamento indefinito nel tempo del pericolo di guerra, oppure un pro– gresso verso lo scoppio delle ostilità. Le linee della politica estera russa e americana da Yalta in poi. Già prima che la guerra finisse, venivano deli– neate le direttrici. di quella che sarebbe stata la po– litica estera delle due maggiori potenze, quando fu– rono, sia pure in una forma che lasciava adito ad
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