Critica Sociale - anno XLII - n. 6 - 16-31 marzo 1950
CRITICA SOCIALE 81 elusione ed espressione di un travaglio politico, in cui la borghesia tendeva a liberarsi di ogni tutela legit– timistica e reazionari-a, senza tuttavia buttarsi nelle bracc'a della « demagogie vulcanique », anzi assumen– do decisamente il compit.o di classe dirigente. Il C8- vour, che combatte i provvedimenti rivo,luzionari 'd.i confisca d•ei beni ecclesiastici e di prestito forzoso pro– gressivo nroposti dal Brofferio, è il difensore del « juste milieu » di questa borghesia nuova, legata alle proprie conquiste economiche e interessata àl loro consolida– mento politico fuori di troppi legami stata_li e di troppi impegni verso le classi inferiori. Il suo libero-scambi– smo è ben lontano da ogni involuzione monopolistica, ma è proprio il programma « riformista » - come egli Io chiama - di quella borghesi•a attiva industri'alme-nte e commercialmente, la quale influiva particolarmente col prestigio della grande Inghilterra, celando il suo sostanziale egoismo di c}asse é di Stato nell'abile ten– tativo di « svuotare » le esigenze rivoluzionarie. Nel '50-'52 il Cavour svolge, con l'azione parlamen– tare, uua linea politica •inspirata a questi princ.ipi e a questi interessi. sostenendo le riforme « per sce– mare le forze dei pir~titi estremi ». L'abolizione del foro eccle-siastico viene proposta eon la legg-e Siccardi, men– tre il Cavour fa energiche esortazioni a vaste misure finanziarie e tributarie e compie un'opera ministeriale di spietata tassazione. Egli stesso inoltre porta a con– dusione numerosi trattati· 'di commercio, tali che, sen– za dannegg'are le industde nascenti protette, permet– tano più vasti e rapidi séambi e quindi anche la dimi– nuzione dei prezzi ai consumatori. Il nuovo trattato di commercio del 1850 con la '!!'rancia, quelli del '51 coI Belgio e con r'Inghilterra, del '52 con lo ·« Zol1:verein-», <•on la Svizzera, con l'Austria e coi Paesi scandinavi. e l'alleggerimento del regime doganale in tutti i settori e verso tutti i confinanti dànno, anzi, un-a scossa vitale all'industria tessile e a quella marinara, mentre l'agri– coltura ne viene liberata da buo-na parte dei tributi che indirettamente versava all'industria. Il dinamico e-onte non condivideva nel suo attivismo le paure esagerate di coioro, come il deputato Palluel, che combattev-ano· la legg!_l per l'abolizione del foro ec– clesiastico per non perdere l'appoggio del clero contro il socialismo, o che biasimavano la rappresentazione del « Caio Gracco » del- Monti perchè il Gracco aveva voluto la legge agraria e il comunismo. • Il « connubio » del dicembre '52 fu la brillantissima operazione politica, con la quale il Cavour coronò questa sua abila e realistica azione gove,rnativa. L'estrema de– stra reazionaria e la sinistra « democratica » minaccia– vano col loro contrasto, agg'ravato dalle influenze con– tradittorie della situazione internazionale, di dividere il Piemonte e di_ impedirgli una vita ordinata e costrut– tiva.. L'alleanza frla eentro-idestro e centro-sinistro sancl la vittoria di -una classè' dirigente che aveva in sè i migliori elementi della borghesia terriera e di quella industriale e intellettuale, e quindi l'inizio effettivo-_ di un regime democratico illuminato. e la conclusione della rivoluzione del terzo stato. Carlo Alberto aveva concentrato le cariche direttive del regno nelle mani dell'-aristocrazia monarchica di nascita e di toga. Anche l'esèrcito era stato in gran parte formato da rampolli di sangue nobile. Il clero ave– va avuto un trattamento di assoluto favore e una gran– de preminenza in tutta la vita subalpina, sla pel nu– mero dei preti, sia per l'importanza del foro ecclesia– stico, dell'apparato clericale nelle scuole e nell'ammi– nistrazione, dell'influenza gesuitica nell'educazione del– le classi dirigenti. Il '48 aveva scosso duramente que– sto stato di cose, cacciando i Gesuiti e dando alle classi medie, col nuovo sistema elettorale, la prevalenzà nella Camera. Tuttavia lo Statuto « octroyé » impediva ogni soluzione veramente rivoluzionaria e facilitava il per– manere del dominio della veccJ:iia classe dirigente, an– cora quasi esclusivo nel Senato, composto di vecchi reazionari capeggiati dal De La· Tour. Le vicende bel- BibliotecaGino Bianco liche a,vevano colpito abbastanza profondamente l'ege– monia di questa classe, ma non in modo defiwitivo, così che la sconfitta aveva riproposto il problema politico e sociale generale dell' « élite » governativa. Durante il ministero D'Azeglio aveva domrinato pur sempre, sia pùr con molto maggior larghezza di V!ldu– te, lo spirito aristocratico, sottoposto anche alla pres– sione grave della generale -atmosfera reazionaria euro ... pea. In questa situazione il connubio Cavour-Rattazzi. segnava l'apeFtura d'una nuova via parlamentare e di una nuova politica radicale e il consolidamento d'un nuovo ce_to dirigente della classe media, il quale ripu– di-ava il part,igiano «tecnicismo» della destra. Anche la riforma dell'esercito, dlretta da Alfonso Lamarmo– ra, accelerava il processo di ringiovanimento generale, sostituendo -ai vecchi nobili nuovi elementi e togliendo privilegi di vario genere. Gli anni seguenti il connubio vedono la lotta per de– bellare la sopravvivenza, spesso espressa in forme per– vicaci, -delle remore reazionarie. La sobrietà del Go– verno e del Parlamento nelle spese pubbliche e la cura di destinarle rigidamente a ferrovie, « docks », canali, oggetti economicamente utili, trovano ancora nei ceti conservatori censure ispirate ad una concezione troppo gre~ta dell'interesse generale. La riforma d'ella burocrazia con l'eliminazione delle «aziende>> e quindi con l'aumento del controllo gover– nativo e parlamentare su di essa sollevò le ire della de– stra. L' « unificazione » dello Stato e la spinta verso _ l'Italia - il cosiddètto. « italianismo » - trovarono na- turalmente nel Revel, nel Beauregard, nel Menabrea e in tutti gli esponenti ,conservatori e clericali la più ostinata opposizione. Invece la sinistra·« democratica», pur tra le s~e esagerazioni demagogiche, rivelava la cap:;tcità di rinnovamento della borghesia subalpina: il Brofferio, il Valerio, il Mellana, il Moia, .n Sineo_ il Dep_retis, il .Saràcco, il Biancheri portavano le esigenze mazziniane della piccola borghesia di città e di provin– cia in seno -alla Camera. L'opera del Cavour, abile nell'impedire che la mo– narchia agisse da tramite per il trionfo della destra, · segnò l'aumento continuo d'influenza dèlla classe me– d,ia nel campo politico, di pari passo con l'avanzare del-– la trasformazione economica. La legislazione economi– co-finanziar.i-a ,sov·erchiò largamente quella giuridica, riuscendo ad attivare 1-a vita industriale e finanziaria del Paese e -ad aC'crescere l'influenza dei banchieri, de– gli imprenditori, degli ingegneri, dei professionisti, de– gli operai nella formazione del ceto dirigente. Mentre si prendevano importanti misure per tutelare l'igiene pubblica (con la creazione del Sifilocomio e le nuove più restrittive « Istruzioni relative alla pro– stituzione » del 20 luglio 1855, che estendevano il con– trollo ri.gienico da 180 a 750 meretrici in Torino), si dava al processo produttivo un impulso assai più forte. La nuova tariffa del '51 eliminò il protezionismo do– ganale; il commercio estero fu raddoppiato fra il '51 e ril '58; l'importazione del carbon fossile aumentò tanto da raggiungere nel '58-'59 il quadruplo di quella del '51-'52; ferro, ghisa, macchine :varie vennero sem– pre più largamente immessi nel ciclo produttivo pie– mont,ilse e ligure. La filatura del cotone compensò coi suoi indici più alti la diminuzione della produzione se– rica: in LigÙria furono installati 90 mila fusi e fondate le :filature di Voltri e di Serravalle, mentre Genova diventava lo scalo principale del traffico del cotone greggio. Gran numero di imprese nuove sorgevano a testi- . moniare il fervore economico : <<" En dehors de la poli– t,ique - scriveva il Cavour nel 1852 - tout marche à merveille. Le commerce, !'industrie, les grandes entre– prises ont pris un essor prodigieux. Les capitaux re– gorgen t; il en sort de tous les còtés ». Anzi, la spinta speculatrice parve ad un certo momento addirittura farsi preoccupante. (continua) Gumo QuAZZA
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