Critica Sociale - anno XLII - n. 5 - 1-15 marzo 1950
62 CRTTTCA SOCIALE Salvatore Alberti, dopo avei'. calcolato l'ammon– tare dei fitti nel 1938 in miliardi 11,4; e in mi– liardi 21,1 nel 1948, scrive: « Se si immagina che in regime libero l'àccrescimento sarebbe stato di almeno 30 volte, la somma dei fitti pagata sarebbe di 174 miliardi, cioè di oltre 150 miliardi superiore a quella che si paga attualmente ». E continua: « ... ma il blocco ha impedito che le pigioni si adeguassero via via al livello dei prezzi, cioè ha operato praticamente uno spostamento di ricchezza a danno dei locatori cd a favore degli inquilini ». Dunque il denaro non è andato perso: è stato lasciato ai meno abbienti; e questo era ed è uno dei precisi scopi del vincolo, salvo le eccezioni note e sfruttate, e lo stesso Alberti giustifica il fatto con– siderando << che la proprietà edilizia non può in– vocare di essere stata particolarmente danneggiata dalla guerra. Infatti essa conserva ancora gran parte del suo valore, a differenza dei possessori di titoli di Stato e di obbligazioni in genere il cui ammon– tare, prima della guerra, superava il valore di tutto il patrimonio edilizio ». Per confutare in modo definitivo le altre obiezioni e, in complesso, tutto il ·ragionamento artificioso e tenace contro il << blocco ii mi affido ancora all'au– torità dell' Alberti, il quale così elenca e precisa gli scopi ed i risultati del. cc regime vincolistico ii: « Beneficio dal vincolo hanno avuto: « 1) gli inquilini, poichè il vincolo sulle case fu imposto in tutti i Paesi per evitarè il rialzo del costo della vita; cc 2) lo Stato - e in generale gli Enti locali - poichè esso Stato ha potuto mantenere più bassi i salari e gli stipendi dei propri dipendenti (com– pensando con ciò il minor gettito dell'imposta fab– bricati); ha evHato- un .perico loso inaspri mento del costo della vita; ed ha potuto compera.re a migliori condizioni i beni ed i_servizi di cui aveva bisogno; << 3) tutti coloro che hanno pagato salari e sti– pendi e coloro che hanno consumato i beni e i ser– vizi che i primi hanno prodotto, e fra essi i pa– droni di casa; << 4) l'economia nazionale in generale, 'perchè il vincolo sulle case ha consentito un alleggeri~ento dei costi di produzione e ognuno sa che il proble– ma della produzione, oggi, in Italia,. è un problema di costi; <e 5) i proprietari che abitano le proprie case ·per la bassa rivalutazione degli estimi catastali edi– lizi da 1 a 5 (mentre è da 1 a 1 O quello degli. im– ponibili sui terreni) uguale tanto per le case in affitto, quanto per quelle abitate dai proprietari, i quali realizzano evidentemenete dal vincolo un no– ,tevole vantaggio» (4). Fin qui, persuasivo e decisivo,· l' Alberti. Ma non basta. Si deve aggiungere che fa disponibilità di liquido lasciata agli inquilini che vivono di red– diti fissi, o ha concesso loro di sopperire con minor angustia e danno alle spese siderali del vitto e del vestiario; o, nei casi migliori, è affluita - tenue ma prezioso contributo - al risparmio nazionale; o ha dato incremento in altre forme alle industrie (e con ciò all'occupazione di mano d'opera) e alle finanze dello Stato. Gli economisti aulici possono gridare: heu pu– dor ! ; ma occorre dire loro ed a tutti con decisa (4) Ri,sudta dal Oens•imento del 11131 che le srtanze abirtate dai proprietari erano: il 18,7 % nell'Italia settentrionale; 11 29,5 % in quella centro-meridionale; il 44,2 % nell'insulare. Al 1949 tali percentuali sono notevolmente aumentate, specie nell'Italia settentrionale. Biblioteca Gino Bianco franchezza, che oggi non si può negare a chi la– vora una sigaretta, un bicchier di vino, un cinema. una gara di calcio o una partita a bocce. I veri responsabili. La interessantissima analisi dell' Alberti denuncia, alla fine, i veri ed effettivi responsabili della situa- zione, i quali sono: · 1) i Governi dal 1945 in poi -· Governi ai quali hanno partecipato in Ministeri << chiave » anche i socialisti e i comunisti (Morandi, Romita, Gullo, Scoccimarro, e lo stesso Togliatti alla Giustizia) - per non aver saputo o voluto predisporre un piano organico ed efficiente di ricostruzione ed appron– tare i mezzi finanziari adeguati, o almeno adottare le necessarie ed umane provvidenze a favore dei cittadini più durameute colpiti e in condizioni più disagiate; 2) l'iniziativa privata borghese e· liberista per l'egoistica inerzia di f~onte ad una attiv!tà _eh~ er_a suo monopolio, di cm ora, salvo eccezrnm, s1 di– sinteressa, perchè mancano gli incentivi economici e dubbi o limitati sono i redditi, sebbene l'indice convenienza sia in lenta ma sicura ripresa. Il biasimo sulla passività del Governo si può e si deve estendere ai nostri legislatori" e ai Partiti politici, governativi o di opposizione. Così lumeggiata la situazione e stabilite le re– sponsabilità, non si può tacere che anche la Com– missione speciale del Senato incaricata del r_iesame della nuova legge sulle locazioni, ha confermato che il blocco cesserà nel prossimo 1952. Ho inviato a parecchi Senatori partecipi di quella Commissione una nota nella quale, fra l'altro, scri– vevo: « E' doveroso, deliberando su una questione di tanta importanza, tenere presente ed equamente valutare il convincimento concorde di molti auto– revoli studiosi e tecnici competenti, i quali riten– goQo che " pur ammettendo per assurdo che l'at– tività edilizia possa triplicarsi rispetto a quella del periodo anteriore alla guerra costruendo 600 mila stanze all'anno, occorrerebbero non meno di dieci anni per ritornar_e alla situazione del 1931, che era tutt'altro che buona. In tali condizioni concedere lo svincolo completo delle case, significherebbe assi– curare ai proprietari di fabbricati un utile di con– giuntura di lunga durata, assolutam~nte ingiu~t!fl· calo in 'periodo di tensione economica e politica come quello attuale " ii (S. Alberti, op. cit.). E rammeliliavo alilche quanto ha onestamente scritto il più diffuso quòtidiano d'Italia, non certo sospetto di ostilità verso i padroni di casa: <e Va chiarito subito che il blocco delle locazioni deve senz'altro ritenersi prorogato, poichè tutti hanno concordemente riconosciuto che nel Paese non si sono ancora verificate le condizioni favore– voli per l'abolizione dei .vincoli: la carenza degli alloggi è tale che la libertà incondizionata nel set– tore delle locazioni creerebbe senza dubbio situa– zioni di gravissimo disagio, le quali si ripercuote– rebbero su gran parte dell'econorr.iia nazionale » (Il Nuovo Corriere della Sera, Milano, 9 gennaio 1950). Ma i senatori della maggioranza D.C. sono stati irremovibili. E' necessario quindi chiedersi che cosa succederebbe in pratica di fronte ad uno sblocco totale. Due conseguenze sono facilmente prevedibili: - sbloccando gli affitti le pigioni salirebbero im– mediatamente a livelli cosi alti (L. Lenti chiede un livello pari a 50 volte il 1938 !) da costringere la maggioranza degli inquilini a ridursi in poche stanze determinando la contrazione della richiesta e ag– gravando quelle <e condizioni di sovraffollamento e di insalubrità ritenute fin dal 1931 intollerabili• (P. Carbonara, op. cit.);
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=