Critica Sociale - anno XLII - n. 4 - 16-28 febbraio 1950
CRITICA SOCIALE 41 celido sopportare all'insieme del paese l'esperimento prematuro, intrapreso con slancio e audacia dal ge– nerale Cardenas e che, nelle circostanze sociali e politiche del Messico moderno, doveva essere fatto per non ricadere ad un livello politico più basso ancora di <ifUelloche regnava prima della . rivolu– zione democratica. L'esperimento francese. Il proletariato francese ha una lunga tradizione politica. Socialisti e comunisti hanno fatto di esso una delle formazioni sociali più preparate e co– scienti, dopo i proletariati tedesco e inglese. In Francia i sindacati hanno pure una, grande pre– ponderanza- nel movimento operaio. E quando il primo governo Blum, di Fronte popolare, nel 1936, ha di fatto nazionalizzato la Banca di Francia, e quando, al momento della liberazione, le industrie chiave - miniere, metallqrgia, trasporti; elettricità, gas .- sono state messe al servizio della nazione, queste imprese tentacolari sono state amministrate attraverso i sindacati,· sebbene una parte del loro personale dirigen\e sia nominato dallo Stato. Gli operai delle imprese nazionalizzate sono i meglio pagati della Francia (i minatori, per esem– pio, sono i soli il cui salario abbia sempre pre– ceduto di qualche settimana il livello dei prezzi in costante aumento). E' stato necessario aumentare il prezzo del carbone, del gas, dell'elettricità, •dei tra– sporti. E anche qui si sono manifestati lo spirito di proprietà privata, detenuta collettivamente da un gruppo di lavoratori, Ja tendenza a trasformarsi in casta e a dimenticare i legami economici 'e so– ciali con il resto del proletariato. Evidentemente, ., date le condizioni politiche della Francia, questa evoluzione negativa ha avuto l'aspetto di lotte poli– tiche per il potere, all'interno delle industrie nazio– nalizzate, tra comupisti e socialisti. I comunisti hanno dimostrato nella pratica che per essi le na– zionalizzazioni non erano che un mezzo di poljtica immediata, un mezzo di guadagnare aderenti, di proìnetter'e sinecure ai sottomessi, di dirigere l'eco– nomia francese' verso il caos o verso il rendimento, secondo lo sviluppo degli avvenimenti internazio– nali. L'esperimento inglese. In Inghilterra non vi sono praticamente comuni– sti. Le nazionalizzazione decretate dal Parlamento, · con i laburisti in maggioranza, non devono quindi temere le manovre politiche. E gli operai inglesi possiedono, come riflesso dell'atmosfera regnante nel loro paése, un·"senso della comunità ben ra– dicato. D'altra parte, se la loro formazione marxi– sta è debole, la loro edùcaziop.e politica non è di– sprezzabile, grazie al fatto che le Trade Unions aderiscono al P'artito laburista e partecipano, come tali, alla vita politica e al governo dello Stato. Lo ·sforzo dei minatori britannici, per esempio, non ha niente di simile in nessuna delle nazionalizza– zioni esaminate sopra. ,Tuttavia, parlando con co– storo o con gli operai dei trasporti, ho potuto ren- . dermi conto che anche qui il senso di proprietà privata in comune nasceva e si radicava, temperato dal carattere stesso dell'inglese, che è abituato a tener conto, in una certa misura, della funzione so- ciale della proprietà. · L'uomo llbn è 11X1Zio·wlizzato. Vediamo così che anche le nazionalizzazioni in– glesi non sfuggono al destino che già quelle di Spa– gna facevano prevedere e che le altre hanno con– fermato: la nazionalizzazione in regi'1}e capitali– stico tende a creare nel proletariato una coscienza di casta che, pur conservando ancora le forme della iblioteca Gino Bianco solidarietà che ha fatto la forza e la gran~ezza del movimento operaio, non è il senso di comu– nità, il solo capace di dare alle nazionalizzazioni il loro senso umano, pur affermando e rafforzando la loro efficacia economica .. Nei quattro esperimenti citati - i soli che hanno un'ampiezza tale da consentirne l'analisi - noi ve– d_iamo che vi sono due fattori comuni: 1) il fatto che il movimento sindacale ha nei quattro paesi più importanza che il movimento operaio; 2) che gli operai delle imprese· nazionalizzate sviluppano un senso di' proprietà, di casta o· di clan. Solo par– zialmente in Inghilterra l'ultimo punto è ,attenuato dal senso di collettività 'nazionale comune a tutti gli Inglesi. Il movimento sindacale crea nel proletariato guella che si potrebbe chiamare la psicologia del- - l'immediatQ. La lotta vi è sempre condotta per ri- ,vendicazioni urgenti - salari, condizioni di lavoro, leggi operaie ecc. -. La solidarietà in questi casi .prende forme quasi tangibili: sottoscrizioni per scioperanti, aiuti ai figli·. degli imprigionati, resi– stenza alla denuncia e alla provocazione poliziesca ecc. L'operaio che non ha che una formazione sin– dacale possiede in generale un magnifico spirito di combattività, ma manca di slancio nei suoi sforzi, e la visione della sua stessa lotta è limitata agli obiettivi del domani. Il sindacato essendo apolitico, almeno ufficial– mente, 'l'educazione ideologica dell'operaio, la sua comprensione del meccanismo economico della so– cieta capitalistica si trovano ridotte all'analisi mol– to semplicistica e schematica delle possibilità pre- . senti della· sua propria industria; Egli non vede mai, attraverso la lotta sindacale, l'insieme del re-· gime, le sue contraddizioni, l'influenza che questo , regime èsercita sulla sua concezione delle cose. Si potrebbe dire - e questa analisi basta, spero, per- .chè si trovi ciò naturale e non lo si consideri causa di peggioramento - che, il movimento sindacale dà all'operaio il desiderìo di trasformarsi in piccolo borghes,e, che esso fomenta in lui quello che egli ha in comune con gli altri uomini e non quello che ha di specificamente operaio. Quello che il suo io rimano comprende di stretta- ' mente proletario non è sviluppato e non di viene cosciente che attraverso il possesso di una ideo– logia operaia, sia essa comunista, anarchica o socia– lista (noi parliamo sempre degli operai della base, che non conoscono niente dei motivi reali dei di– rigenti stalinisti, per esempio);· E' unicamente at– traverso un esame ideologico. della società che l'ope• raio giunge a rendersi conto che egli appartiene ad una classe diversa dalle altre classi, che egli ha tutto l'interesse à solidarizzare, non in modo im– mediato, ma come coscienza e come mentalità, con il resto della sua classe. E, cosa più importante an– cora, è solo attraverso la sua ideologia che il la– voratore comprende che la sua classe sta diven– tando la sola che possa apportare qualche cosa di nuovo alla società, che possa dare soluzioni per l'insieme delle società. Quando l'operaio - la massa . del proletariato - si sente diventare il cuore e il cervello di tutta la società, quando gli appare chia– ro che la salvezza comune dipende da lui,·· solo al– lora I-e nazionalizzazioni prendono ai suoi occhi un aspetto nuovo, e da mezzo per migliorare la sua posizione economica diventano uno sforzo creatore. Si potrebbe dire che prima delle nazionalizza– zioni l'operaio sapeva lavorare a beneficio del pa– drone. Che sotto le nazionalizzazioni intraprese in un'atmosfera sindacale, l'operaio sa che lotta per aumentare il suo tenore di vita e quello dei suoi. Ma solo quando le nazionalizzazioni saranno rea– lizzate (come in parte sono in Inghilterra) in una
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=