Critica Sociale - anno XLII - n. 4 - 16-28 febbraio 1950

CRITICA SOCIALE 39 ./ appartenere alle correnti dell'estrema sinistr,a e del socialismo democratico, condannano senza re– missione l'intervento armato delle 'forze di pub– bU-ca sicurezza nello svolgimento delle lotte sinda– cali, anche quando queste assumono un carattere tumultuoso. Ma si troveranno pochissimi, anzi non si troverà nessuno fra gli osservatori imparziali ed equanimi, che non trovi perfettamente, fogit– timo che il Governo ricorra all'uso delle forze ar– mate per spezzare quel tentativo di sovversione già iniziato in Francia e ora minacciato anche in casa nostra. Per questa via si apre veramente il cammino all'assalto che i ceti militaristici e rea-· zionari daranno per ridurr e in prop rio dominio,, anche contro un'eventuale resisten.za di una parte del Governo e del Parlamento, _lapolitica e le sorti del Paese. Per questa via non solo si favorirebbe ·'la sconfitta della democrazia nella politica interna, ma si darebbe veramente Uh forte impulso ad una politica di guel'lra. Guardino pertanto _tutti coloro che nel blocco dell'estrema sinistra sono in buo– na fede e non sono mossi da altri· intenti se non da queUi che pubblicamente dichiarano, e non si gravino la coscienza di queste colpe, di questo vero tradimento verso le classi lavoratrici che essi po,rterebbero allo sbaraglio. E guardino soprat– tutto le classi tavoratrici a. non prestarsi ad agita– zioni il cui effetto inesorabile non potrebbe non rivolgersi a loro danno, condannandole ad una sconfitta per risollevàrsi dalla quale occ,orrerebbe un numerò di anni anche maggiore di quelli duran– te i quali essi hanno dovuto subire la sferza e l'onta del regime fascista. . U. G. IM. L'uomo e le nazionalizzazioni Durante gli ultimi quindici anni ho vissuto, come giornalista o come attore, le quattro più importanti esperienze di nazionaliz;i:azione che sono state fatte in paesi capitalistici democratici: Spagna, Messico, Inghilterra e Francia. Quanto all'esperienza sovie– tica non posso par'larne, ma poichè non è pr9ba– bile che essa debba ripetersi (almeno nelle sue for– me russe) in altri paèsi, questa mancanza non nuo- cerà al presente studio. ' Non essendo economista, io non mi sono interes– sato dell'aspetto strettamente economico delle nazio– nalizzazioni e tengo valide le cifre date dai tecnici,' secondo i quali esse hanno costituito, n.el migliore dei casi, -un successo parallelo, ma non. superiore, a quello delle stesse industrie in regime di proprietà privata. E' il caso dell'Inghilterra: In altri, come in Spagna,. nel Messico e in F~ancia, esse sono fallite, per il momento - e soltanto per il momento -, e non riescono a sostenere favorevolmente il con– fronto con la produzione delle stesse aziende prima della nazionalizzazione. Non essendo un uomo politico, io non ho pre– stato attenzione particolare alle accuse di sabotag– gio lanciate contro i conservatori in Inghilterra, contro i « porfiristi » nel Messico e contro i comu– nisti in Spagna e in Francia. Mi è stato dimostrato con prove valide che questo sabotaggio esisteva, ciò che è del tutto normale, sia da patte dei conserva– tori, lesi nel loro interesse, sia da parte dei comu– nisti, desiderosi di impedire il successo di ogni La vittoria dei lahùristi Al moment.o di' andare illl maocbhm.ci pervengo– no le prime notizie sui risultati dellei elezioni in InghilteITa, e su:lfa vittoria. dei compagni laburi– sti. Rimandando ad un prossimo, fascicolo l'esame pa.rtfoolareggiiato dei: risultati e delle conseguen-· ze · che essi avranno indubbiamen.t~ non. soltant.o in Inghilterra ma in Europa. e nel mondo per l'av– venire immediato deJ. socilalismo, ci associamo in-' tant.o alla legittima. soddisfazione dei compagni' in– glesi e di tutti i sociaJisti . de1 mondo per questa vittoria. che è vitt.ori.a.di tutti. LA CRITICASOCIALE Biblioteca Gino Ma nel corso delle mie osservazioni di giornali~ sta un fatto mi ha spesso colpito: nè il sabotaggio sforzo di miglioramento economico intrapreso fuori dell'influenza diretta dell'U.R.S.S. sareblfo stato possibile, nè -lo scacco economico avrebbe contato, se sotto-questi due fàtti non ci fosse stato un problema psicologico, che i politicanti ope– rai e gli economisti sono troppo inclini a dimenti– care o a sottovalutare. L'esame preventivò delle po.: sizioni prese dalle diverse correnti operaie nei con– fronti delle nazionalizzazioni e un riassunto di quat– tro esperienze vissute sono indispensabili per valu– tare i fattori psicologic1 delle nazionalizzazioni. Che cosa sono le nazionalizzazioni per i socialisti? I comunisti, che, prima del periodo del Fronte po– polare, consideravano le nazionalizzazioni, e altre riforme di struttura come l'esca ·-gettata· dai rifor– misti destinata a rinforzare la struttura della so– cietà capitalistic4; si sono più tardi pronunciati per le nazionalizzazioni, nella speranza·.di 'controllare, attraverso esse, una parte dell'economia degli Stati non ancora sottomessi, o, alla peggio, di disorga– nizzare con il loro sabotaggio la vita economica del paese, di sminuire i partiti socialisti e, infine, d.i indebolire la fiducia nelle misure che non .fossero radicali. Per i comunisti, dunque, lè nazionalizza– zioni non sono che un mezzo di manovra e non una rivendicazione valida in· se stessa. I socialisti considerano che, se le nazionalizza– zioni non costituiscono il socialismo, esse prepa– rano il terreno per arrivarèi senza violenzà e as– sicurano, almeno, l'esercizio deUa democrazia nel quadro dello Stato capitalistico, minato dall'interno da queste riforme di struttura. Preoccupati del be– nessere immediàto degli operai, essi pensano che le nazionalizzazioni possono assicurare un migliore livello di vita alla ·c1asse operaia e alla piccola bor– ghesia, che esse possono distruggere l'influenza dei trzzsts e delle dinastie di :finanzieri sulla vita. poli– tica e facilitare il camminQ pacifico verso il socia– lismo. Per i. socialisti, dunque, le nazionalizzazioni sono un mezzo, non di manovra, ma di realizzazioni definitive. Finalmente vi sono gli anarchici, che considerano le nazionalizzazioni come « avanguardie della vita comunitaria nel seno della società a proprietà pri– vata », e i trotskisti, ·che rifiutano di accordare loro il minimo valore, e le attaccano, poichè, ai loro occhi, esse rafforzano ·1a potenza economica del ca-

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