Critica Sociale - anno XLII - n. 4 - 16-28 febbraio 1950

48 CRITICA SOCIALE « Nonostante l'ottimismo di Facta, egli dice, l'Italia è og– gi in uno stato di guerra civile. Personalmente io ho sempre combattuto, ed apertamente, l'estremismo del mio partito, ma, a proposito deJle dichiarazioni dell'on. Mussolini, soggiungo che per me è malafede tentare di giustificare gli eccessi della rivoluzione come reazione agli eccessi verbali che pos– sono essere stati pronunciatr dagli estremisti del Partito so– cia1~sta. (Rwmori vvvissmi all'estrema destra). L'ubbriacatura bolscevica disorientò le masse {rumori dei faJ1cis.ti), mia po– trei anche parlare dell'ubbriacatura mussoliniana. Al mo– mento di entrare in guerra Mussolinr ci invÌltava a partire in guerra contro l'Italia, ma noi non àbbiamo mai sostenuto la rivoluzione. In Italia, paese •povero, tributario dell'estero, non è possibile una rivòluzioqe naziona:le. L'Italia potrebbe solo partecipare ad una rivoluzione internazionale. 'Noi pos– siamo bivaccare in campo, ma oggi il Partito socialista si trova nella impossibilità di agire. Voci FASCisTi- E' il faUimento ! TURATI...:...E' moratoria! D'eJtronde noi non resistiamo quando la ribellione bivacca con l'esercito e la polizia. Quan– do il fascismo sferrò il s~o attacco era già finita l'ubbria– catura bolscevica•,chiamiamola pure così I ToRRi EDOARDO fascista - E' adesso che la chiamate così ! GIUNTA fascista - Prima non eravate di questo parere. E' molto comodo chiamarla ubbriacatuna, ora. TURATI- Dovrei dire ora dell'ubbriacatura mussolinia– na (ilarità). CIANO fascista - V adi, vad'i dal Re che l'aspetta! (ilarità). - TURATI- Dopo tanti appelli vani alla pacificazione, nep– pure Cristo potrebbe dire parole di pace. Il sermone della montagna sarebbe interrotto dal crepitio delle fudlate. E' 1! crollo di una civiltà. Ci avete sempre detto che le istituzioni sono aperte a tutti i prog,ressi, che sotto la monarchia tutti i progressi, tutte Je evoluzioni sono possibili ; ebbene, mi do– mando se le istituzioni non consentano i ritorno a.J Medio Evo. In cinque mesi il Governo non ha dato prova di re– primere neppure un -reato previsto dal Codice penale. Quando si incendiano le case, quando si minaccia la chiusura del Parlamento ... Musso1,1N1 - Sì! TUBATI- .. :la questione è di sapere se l'Italia deve vivere, se ha da essere un paese civile o se l'Italia è imbarbarita (rumori dei fascisti). Oggi. la Camera decide appunto se l'Italia debba essere J.'Italia Civile. Noii consegnamo il nostro voto alla storia> (1). · Il Ministero Facta viene battuto con 288 voti contro 103 e a risolvere la crisi è chiamato l'on. Orlando al quale Mussolini dichiara di essere disposto ad assumere la re– sponsabilità del potere anche con i socialisti, non essèndovi altra via di reale e duratura pacificazione che qudla di chia– mare al governo i .rappresentanti dei due .gruppi in lotta. Ad ogni modo, il fascismo, se sarà costretto, userà di tutti i mezzi per impadronirsi del potere ·(2). Ma Orlando rinuncia e neppur Bonomi riesce. Giolitti da Vichy, dov'è in cura, rinunciando a tornare in Italia, scrive: « Che cosa può venire di buono per un paese da un con– nubi,oDon Sturzo - Treves - Turati? Che programma si può fare quando il movente della crisi è unicamente la paura? Mentre il pericolo vero, unico, per il nostro paese è la marcia verso il fallimento, chi se ne preoccupa sul serio? Si invoca un_Mi'Ilistero forte e lo si comporrà di uomini in pieno di– saccordo fra loro, i quali, se avranno forza, l'adopereranno a combattersi. « Il nuovo Governo, o si getterà a capofitto nella lotta contro il fascismo, e porterà a vera guerra civile; oppure userà la _necessaria -prudenza, e i paurosi, ·che procurarono questa crisi, lo rovesceranno > (3). Il Vaticano fa sape.re sull'Osservat.ore Rom.ano che « nes– sun. rappo~to dire tto o in diretto intercorre fra la Santa Sede ed il partito ,popolare italiano col quale quindi nulla ha e che ved~r~ anc~e nella presente crisi ministeriale» (4). La cns1 continua così, insoluta, quando un'altra devasta- (1) Stampa, 2-0 luglio 1922. (2) Stampa, 23 lugldo 1922. (3) Stanipa, 26 iugllo 1922. (4) lbid. BibliotecaGino Bianco zione fascista piomba su Ravenna dove schiere provenienti dalle province finitime dànno fuoco alla sede della Fede– razione delle Cooperative diretta dai socialisti. La forza pub– blica spara sui socialisti e i .repubblicani: otto morti e nu– merosi feriti. Per protesta, in Romagna, viene procJamaito lo sciopero genera-le. Dopo due giorni, i repubblicani ravennati riconoscono « e.I partito fascista il pieno diritto di, svolgere la sua azione>, e gli agrari annunciano che non riprenderanno i rapporti con le org~nizzazioni operaie fino a quando « non rinunzieranno alle nefaste direttive che hanno condotto all'attuale situazio– ne> (5). Propulsore e costruttore del movimento cooperativo ra– vennate era Nullo Baldini di cµi così scriveva la Stampa: « Uomo di coraggio e: di pronta esecuzione, avrebbe potuto in questi giorni far leva sul risentimento. dei braccianti so– cialisti per gettarli violentemente contro ~ fascisti invasori. Ma Nullo Baldini non è uomo da alimentare la fiamma dei cuori già fervidi dei romagnoli, e da portarli alla guerra ci– vile, ~ischiando sopra una carta incel'lta trent'anni di la– voro fecondo e di conquiste. Le intimidazioni degli avver– sari non hanno fatto presa su di lui. Gli invasori lo hanno trovato al suo tavolo di lavoro, nella ·sede del Consorzio cooperativo>. (6). Ma ormai i deputati socialisti cl\e seguono il Turati si decidono a tagliare i ponti. In numero dv circa sessanta, ie– liberano che « il Gruppo parlamentare socialista, ricon::>sce i¼ proprio dovere di non arretrare davanti ad alcuna azione capace di far rispettare da parte di chiunque ne abbia rl do– vere la volontà chiaramente espressa dal!'Assemblea nazio– nale a difesa delle libertà e del diritto di organizzazione, intesi come pregiudiziale inderogabi.Je dell' avvenire civile dell'Italia e dei suoi ceti produttivi> (7). L'indomani,, per mezzo del Presidente della Camera, De Nicola, Turati è invitato a colloquio dal Re. In giacca nera, di àlpaga, cravatta svoldzzan1:e e cappello a cencio, egli si presenta al Quirinale, domanda a un valletto la strada, e, ricevuto dal Re, rimane a colloquio per circa un'ora. Al)a uscita, mentre cerca di sottrarsi per le viuzze attorno ,al Corso alle inchieste dei giornalisti, raggiunto, dice di aver espresso al Sovrano i,! pensiero dcl suo G.ruppo: « Essere, cioè, necessario per la pacificazione interna escludere dal Ministero in formazione tanto noi, quanto le destre>, in– dicando per la, successione l'on. De Nicola, col quale ebbe poi una conferenza il direttorio del Gruppo che aveva già conferito con l'on. Orlando, reincaricato, dopo un insu<;cesso dell'on. De Ne.va, popolare, 1i' comporre iJ, Ministero (8). « Andare coi fascisti nello stesso Ministero, spiegava ,I· Turatii al Giarnwle d'Itolia, significherebbe questo: andare noi inermi in -compagnia di gente armata. Sono 400 mila uomini bene equipaggiati, moralmente pronti a qualunque prova, pieni dii enitusiasmo>. Quindi, osservava che Ja, lo– gica politica imponeva la formazione di un governo .che sor– gesse dalle quattro democrazie, dai riformisti e· dai po– polari (9). Le chiamata, e la visita di Turati al Re, avvenimento de– finito· « storico>, fu, oome si capisce, commentato in modo vario e contrastante. Mussolini scrisse: « Non v'è dubbio che questo clamoroso « ralliement > di una parte del socialismo - la migliore, dal punto di vista intellettuale - alla monaréhia è stata accelerata dal:l'azione del fascismo. Senza, il fascismo è certo che il proletariato italiano non si sarebbe riscattato così rapidamente dalla ubbriacatum bolscevica, nè i riformisti si sarebbero preci– pitati a reclamare, attraverso le istituzioni attuali, la restau– razione dell'imperio della Legge. Non vi è dubbio che i socialisti ora agiscono in istato di necessità: non potendo inm-lzare le barricate, vanno al Quirinale>. « Il gesto di Turati, soggiungeva, crea l'irreparabile. Le scissione è un fatto còmpiuto >. « Da oggi iii partito che si frazionò a Livorno, torna a dividersi in due. E' nata la socialdemocrazuai: partito di ·governo o partito dù masse?>. (5) Stampa, 29 luglio 1922. (6) lb,M. (7) Stampa, 29 wgllo 1922. (8) li Secolo, 30 luglio 1922. (9) Stampa, 30 luglio 1922.

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