Critica Sociale - anno XLII - n. 3 - 1-16 febbraio 1950

CRITICA SOCIALE 35 cliiìista. Seèondo ii relatori"!, qui non si tratta di deci– d~l'è :Sè in un dato Iilòmehto e in 'Ùri dato caso sià lecito introdurre, per impellenti ragioni di eccezionali necessit(l cÒncrete, la disciplina· militare in qull.lche fab– brica od officina. No, « la questione è più profonda: essa concerne le ba•si stesse dell'economia socialista ». Il fatto è che il socialismo esige - secondo il relatore - una completa unificazione della volontà e delle ats tlv1tà umane: e ciò si trova soltanto nell'esercito. « Che cosa è l'eseréito? L'esercito è l'unica organizzazione in cui l'uomo è obbligato a sacrificare la propria vita in– teramente -ed incontestabilmente ». Ma anche la rivo– luzione socialista pretende daH'uomo « l'eccezionale ca– pacità di sacrificare se stesso » per « poter manifestare in pieno la propria energia lavorativa». Dunque, la società deve essere fatta ad immagine e somiglianza dell'esercito. E per dissipare l'eventuale dubbio che po– trebbe sorgere in qualche timorata anima marxista sulla insufficiente ortodossia di tale affermazione nei riguardi dei sacri comandamenU della dottrina socialista, il re– latore ricorre alle seguenti cavillose sofisticherie. Mlarx ha detto che è necessario .prendere gli elementi costruttivi del futuro 'assetto socialista dalla obbiettiva real~à esistente, ma non ha precisato, però, quali ele– menti occorre prescegliere. Perciò noi siamo costretti, adoperando il metodo di Marx, ad andare più in là dello stesso Carlo Marx. « Questa è una nuova I espe– rienza. In nessun libro,, e· non soltanto in quelli scritti dai menscevichi, ma anche nei libri molto più serii, noi non troveremo nulla al riguardo. Marx non ci ha indicato in proposito nessuna norma di condotta nè al– cuna forma di organizzazione. Quindi, noi stessi dob– biamo ora costruirle, crearle ed elaborarle ». Fortuna– tamente qui ci _viene in aiuto l'esempio dell'esercito, esempio oltremodo istruttivo. Chi non sa, per esem– pio, che il maggior ostacolo alla trasformazione socia– lista della convivenza umana è costituito dalle ostinate tendenze individualistiche? Ebbene« l'esercito non tiene mai conto dei cosiddetti sacri diritti della personalità umana e richiede, anzi, i sacrifici in nome degli in– teressi della collettività ». E poi nell'esercito vige « quel diritto dell'intero di -comandare e dare ordini ai suo; componenti, che noi dobbiamo trasferire nel campo del lavoro». Onde la conclusione: « Noi abbiamo bisogno di creare un apparato economico eccezionalmente auto– ritario, il quale può dire a ciascuno: tu soffri, tu lavori troppo, lo so, ma ciò -nonostante io ti ordino di met– terti al lavoro, anche difficile, in nome degli interessi della società. Appunto questa è la militarizzazione del lavoro ». (confiinuai) . J. J. Scmu:mER FAT·TI E COMMENTI della stampa italiana ed estera li conflitto dellaSAAR Su,1'eollltrasto .frameo-tedesco a, ,proposito della, questione del– la Saar riproduciamo il seguente articolo del compagno Léolll Blum appa,rso su-I Popul•aire del 17 gennaio, in cu;, è es,po~to un punto di vista obiettLvo e non esente da ori,tiche nei• con– lf,rontl del governo francese. « Tutti i corrispondenti- del-la stampa lo ha:nno segnalato: quello stooso Robert Scbuma,n che i ,partiti e i g-ioI'naH tede– schi si compi,acevano di co,llna,re di complimenti e di moi111e, nel quale rjsiedevan,o tutta .la foro attesa e tutte le loro spe– ranre, è 6tato ,a,ccolto a ,BOOl"'da una tempesta di ,proteste e di recrtlmi,nazioni unanimi. Come spiegarsi questo fenomeno sorprendente? Già il nostro ami-co ,Grumbach ne ha mostrato le ragioni nel suo artieolo di ieri. Proprio p-rima deHa par– tenza di Robert Schuman p~r La Gei ,man.ia , il Quay d'0rsay aveva reso pubbJ.ica ,la, firma odierna tra ..i governo francese e i,! governio della Saar di cornvenzioni rigua•rda,nti speci-al– men1e loca,zione a lungo termine deHe m.iniere del-la Saar aJla Firancia, unione delle lfer.rovie aUa -rete francese, ecc. ecc. E' questo ain.nuncio improvv,iso e -ino.pinato che ba sconvolto gli ambienti governativi e politici nella Germania ocoidentalc. mo Bianco Su che cosa s.i fonda questa ~Lvo!ta di opinione? Pdnià -dì tù,ttò •!-ti carattere 'deHe convelizi'on.i, ~nriu,nelate. Il governo Adenauei: aveva, tutto ,somm&lto, a,vutò il sud vanta·ggl'o dàll'u– .ni-0ne economica della Saa,r aha Francia. Mà l'insième dellè convenzioni aru.unelate gli sembrava· eccedere 14 semplice unio– ne, come era conoepi.ta finora, e comportare una vera f.ntegrazio– ,rie dell'economia del.!,a Saar in quella fmneese. D'altra parte il go,verno Adelllauer non si è mai- posito, in realtà, che sul p.i8Jllo del tempor8Jlleo- o addicittu,ra del p.rovvisorio : le con– ven,z,ioni si pongono sul phm.o de!Oa durata. Aiola vi-gi-llia di ,ra.ssegWl1'e •la sua tutela, pol-itica, i,! governo francese ha vi– si·bHmente voluto con,soUda,re J'imp,i·a,nto economico del.la Fran– cia neHa Saar •lega,ndo ,ogni governo ipresente o futuro di que– Sllo .paese con contratn a .lungo termine. Infine, ed è iii punto •p,iù acuto del .Jitigio; la Germania contesta in modo categorico la và-lidità giuriJdi,ca di questi contratti. nue -tes,i .di- di,ri,tto "ii oppongono formalmente. Tesi Schu– malll: la Germania di flonn s,i impdocia di quel-lo che ,wn la ri-gu=da. Es-sa non ha ,niente a che vedere con .1,. gestione degli a.ffari del-la Saar. La Saar è uno Stato sovrano. Essa lo è ai, termici della Costi,tuzione vo-ta,ta da.J suo Par,lamento dopo de· el'ezi"on.i ,per,fettamente 1dbere e in confo11II1ità di un acco,rdo .i,ntercorso ~ra gl,i AUeati. .Tesi Adenauer: la Saar è compresa nell'Unità tedesca•. Essa non potrà esserne di,sto-lta che da una elausola del t-ratt1<to d-i paoe. Fino al-la conclu– s.ione d.i- questo trattato, non es,io:.te e IIJion ,può esistere nella Saar che uno Sllato d•i fatto e u.n governo di fatto. Questo non ha qua.Jdtà per adienare con contratti a, lunga rscaoonza lo sf,ruttamento -delle riechezze nazi-ona!J, della Germa,nia. Solo un governo largamente rrappresentati-vo del-l'Unità tedesca, come H govero-o, d-i Bonn, potrebbe. a rigo-re entra,re ;., negozi.ali co,i la F.-a,ncia su questo punto. Ta.J,e è ,ii confliJtto. Senza dubbi-o esso era- evHabi-le. La Fran– oia non •ha "econdo m.e .che un i,nteresse attuale nel<la · Saar, quel!-o rdel ~o ..p.provvigion,amento illl ca.r-bone; e che un ;n– teresse eventua·le, quel-lo .del-le 6Ue Ti.paraztoni. Dopo aver fatto ric-onoscere questo interes,se dagli a'1leàti, come Georges Bidault aveva fatto a iMosca nena p.-ima,vera del 1947, io non credo che fos-s,e ·jmpossib,i,Je fall'1i·oci,conoscere dalla. Germania. La iF,rainci,a har preferito ori,entar,s,i vens-o :l'« un.io· ne econo•m•i– ca »; non è -il .luogo di •spiega,re come e ,perchè. Ma l'unio,ne econonù.ca era una forµiula ambigua, ~equivoca, di cui.i si sa.– rebbe dovuto pirevedere C'he s,i "vHup.perebbe fo-ta'1meute sia nel '5ens·o dell'unione poli.t-ica, cioè del-l'annessione a.perla o ma,scherata-, .sLa nel sens-o del'l'autOOlomJa. La F.-a,ncia esclu– deva iJ. pnimo partito. Essa si è dunque tro ·va.ta chiusa su_lla seconda. E difa.Ui ,si è ·s.forzata di erigere la Saar i[IJ StaJto auto.nomo, :in Stato sovrano, non, unito a,Ha F.ra- ncia- ma. stac– cato d"'1-la .Germania. -E' ques.ta ,pos,izione che essa di.fende oggi : è a questa iposiziione che la ,Germania, si o-ppone. Ma quello che ridu•ce molto J'Jmportanza della. posizione deUa o.pposiziOllle, è ehe in fin d.ei conti, la Saa.- non rapp.-eserita un inteneisse magg,io-re nè p~r la. F.-a.ncia nè per !.a Germania. Non vi: è di che commuoversi fanto. Sul 'Piano della ragione nOlll· si ,coricepi•rebbe che ,la dii.pula -sulla Saarr esercitas-se una ri.sona,nza ~ave ,mU'insieme deUc reiaz,ioni: fra:nco-tedesche. La questione del earbone deve es-sere so!ubi,!e senza troppa fatica. Lo statuto politi-co del.Ja Saa,r fo 8"'rebbe egua•lmente se ci si int-erulesse una buona volta, da una parte e daH'a.Jtra, sud pri,ncipfo èbe esso. di,pende prima d•i tutto da.Jla vo,!'ontà del,J.a popol-a,ziorne, volontà '1ibeoomente, chiaramente ed espli– ci,tamente es1p,ressa,, ciò che non è stato· fartto fluo ad ora; e .poi dalle sti.pulaziond del trattato di pace. Resta H c,onfliJtto dJ di·ritto inte1~nazionale, iii' conflitto sul.la co,ndizione e sul,la capacità gi•ul'iodi•che del governo dri fatto oggi installa,to nella Saa,r. Ebbene, que&to ,genere di contestad-one si arbitra o si ~i.udi,ca. Vi sono tribuna.Ji .per questo .pro-cesso. Ce ne sono anzi moJti md. pa,re, e non si avrebbe che 1'imbarazzo ·della scel,ta•: Corrte deJ.l'Aja, Con,s-iglfo del'l'Europa, Consiglio di si– curezza dell'0.N.U. L'es&ernzia-le è di restare calmi•. Ma Robert Schuman è molto ca.Jmo, e il Dr. Adenauer -lo è pure, qua-ndo. vuo'1e ». LaGermaniall'iniziodel 1950 Da Libera Stampa del 24 gennai-o riproduciamo il seguente 0,rticolo del· compagno Erich Ollenhauer, vice P,residente del Parti1o socia-ldemocratico tedesco. « P,e,r il po.polo tedesco il 1949 è stato un anno ricco di avvenimenti importanti. Non pochi, di questi fatti ci permet– tono di sperare e d·i Tiprendere coraggoio. La lotta per la li– bertà di Berlino si è chiusa co.n la netta sconfitta dei russi. Berlino è semp.-e uno degJi. ava·mposti della democrazia, avam– posto che si appoggia su una maggioranza de,i due terzi del partito socia'1democrat.ico. Un'organizzazione staJtale comune è stata conferita alle zone

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