Critica Sociale - anno XLII - n. 1-2 - 1-16 gennaio 1950

I CRITICA SOCIALE 5 Ma l'errore consiste appunte;>-nel cons1derare co– me atteggiamento consapevolmente definitivo quello che ha portato alla soppressione del Comintern, in– vece che come espressione di una necessità tattica e dll'l tutto contingente. La risoluzione del 1935, in– fatti, era ispirata ad una evide!!te necessità tattica: all'impossibilità materiale . di ·:mantenere in quel tempo· contatti così stretti che permettessero in con– creto una azione. Tanto più che allora, con il fa– scismo trion.fante in Europa e molti partiti comu– nisti costretti alla clandestin-ità, non sarebbe stato possibile procedere a delineare una azione comune. Quanto all_a soppressione del .Comintern, n,on bi– sogna dimenticare che essa ha avuto luogo durante la guerra, e che aHor·a, come scrive il compagno Topalovich nel Peuple del 7-8 gennaio « l'interpre– tazione uffici-aie di Mosca fornita in occasione della dissoluzione ·dell'Inte,r-naz1onale comunis.ta è inesatta. In verità questa istituzione dive:ime un ostaeolo per Mosca, desiderosa di guadagnarsi la fiducia degli alleati durante la guerra. Questa dissoluzione per– mise a Mosca di acquistare il potere su tutti i par– titi comunisti e di perseguire in un paese una po– litica interamente opposta a quella fatta in un :paese vicino, secondo gli interessi dello Stato sovietico». Questa stessa mossa quindi con.ferma il carattere pèrmanente della sola politica possibile per il bol– scevismo: politica che la- costituzione del Comin– for:m appena cess·ate le ragioni che avevano con– sigliato la soppressione del Comintern, e la linea· seguita dallo stesso Cominform confermano in pieno. Emergono così, da questa ana'1isi., due fatti fon– damentali. Il primo è la rigidità del comunismo bols,cevico, che potrebbe magari cadere, ma non può mutare atteggiamento in quanto tutti gli elementi messi in moto da esso (polizia, macchina burocra~ tica, e la stessa instabilità, per cui nessuno è- mai sicuro della propria posizione e della pr0pria vita) spersonalizzana bensì spesso le iniziative, ma coll– servano il suo carattere ormai affermato. Ne con– s.egue che è vano sperare in lente evoluzioni da parte sua e c:p.e è opportuno mantenere tutte le iniziative tendenti a stabilire dei contatti o dei rap– porti con esso suiJ.piano deUa tattica contingente, tenendo ben presente il fondo e la sostanza del movi!;llento comunista. •II secondo, e più nuovo perchè iil primo aspetto era già noto da tempo, sebbene gli illusi siano sem– pre stati numerosi specie tra i socialisti italiani, è la crisi che i'l comunismo attraversa e della quale abbiamo cercato di delineare alcuni elementi. Su questo fatto si possono fare diverse consideraziòni, • e in effetti la nostra analisi non avrebbe senso se così non fosse, particolarmente dal punto di ·vista del socialismo democratico, anch'esso in crisi e noll soltanto nel nostro paese. Porre in rilievo le ra– gioni anche di questa cr1si, e trarne se è possibile ammaestramento, potrà essere 1'oggetto di altri ar– ticoli. PIERO GALLARDO Come abbiamo già ununciato nei fascicoli pre– cedenti, per :ragioni di economia, abbia.mo · d:o;yuto sospendere l'invio della Critica Sociale a.lile edi– cole. Rinnoviamo pertanto l'inv'ilto ad nostri lettori ed a.miei che abitualmente acquistavano le copie vo1'ta.per volta ad abbonarsi. Realizzeranno così un risparmio notevole ed aiuteranno meglio la ri– vista nella sua difficile vita. • • • In ultima pagina pubblichiamo i1 p1u recente elenro delle sottoscrmoni pervenuteci. B1bl1otecaljino t:jlanco -~--------------------- COME P-RIMA? Non deve fare affatto meravigÌia che, dopo tante precise assi<curazioni che a gennaio il problema del gov,erno •avrebbe dato luogo. ad una « crisi », si sia tornati a par1are di s·emplice « rimpasto », o di « av– vkendamento », _et similia, per po,i ribadire an– cora una volta - secondo le fonti autorizzate del Viminale - che si tratterà- invece proprio di una «crisi». Il fatto è che· mai come in questo caso alla diversità dei nomi e dei concetti ha corrisposto una così tenue differenza di procedimento e di so– stanza, La « crisi » rassomiglierà infatti, in defi– nitiva, ad un « rimpasto >i. E si comprende che De Gasperi non abbia avuto nessuna fretta di precj– pitare con la formale apertura di una crisi, che, tra il resto, avrebbe accentuato le rivalità del par– tito e di uomini sulla destinazione dei singoli di– casteri, un processo di riassestamento che egli sta già imbastendo e perfezionando, padrone in so- stanza _della situazione. · Quella che di De Gasperi è la maggiore e la più ammirevole dote e che lo eleva a,l di sopra degli ·uomini che lo a,ttorJiltano - un'assorta e ferma se– rietà nel gioco che conduce, senz:a spazientimentì e senza impuntamenti, lasciando tempo al tempo - ha avuto anche in questo caso una non improba- e non sorprendente vittoria. Intorno a lui, e per– sino nel suo stesso partito, le acque hanno flut– tuato e ri'bol'lito - oh, semplice « ma•r,etta », chè di tempeste in Italia ~on è proprio il caso in questo momento di par,lare. E a lui va il merito di non < essersene minimamente sbigottito e di avere saputo attendere, con quel suo rado sorriso, ·mezzo di fi– ducia e mezzo di scetticismo, che il modesto col,po di vento passasse - Hato è fiato -, al ripa·ro di queH'approdo di fortuna che ha preso nome e fi– gura cli « 1nterinato ii, per riprendere la rotta con la barca e. possibilmen:te con l'equipaggio di prima. Non vogliamo sbizzarrirci in profezie circa la struttura e la composizione del nuovo governo. Vi saranno certament,e degli « avvicendarmenti i>, come ora si chiamano quelli ·che, nei termini militari di un tempo, si chiamavano « siluramenti ii. Ed è fa– cile, in fondo, intuire sin d'ora chi saranno i pre– destinati ad andarsene e chi i favoriti ad un nuovo imbarco. Non vogHamo sottovalutare questo fatto che, sia pure in settori particolari, significherà ab– bandono di certe posizioni o di certe resistenze politiche, e certamente nel senso di ulla maggiore dociUtà. Quanto alla combinazione politica del· nuovo go– verno è prematuro pronunciarsi, anche perchè pro– prio a questo riguardo sta esercitandosi e ancor più si eserciterà la consumata abilità trasformistica e mediatrice d,i De Gasperi, indisoussamente e fatal– mente design~to alla direzione del nuovo governo. Le difficoltà non verranno certo nè dal P .R.I., or– mai « allineato ii incondizionatamente, per lo meno nella sfera dei suoi dirigenti, e nemmeno dal P .S.L.I. che, nel momento stesso in cui ritirava i suoi uomini dal governo, riaffermava, non secondo a nessuno, la validità della « formùla del 18 aprile», otfenendo a ciò una convalida nel recente congresso di Napoli, e le cui condizioni per la partecipazione . al governo, come rilevava persino il « Corriere della Sera ii, sono, neila loro genericità ed elasticità, tut– t'altro che un ostacolo insuperabile. Le difficoltà maggiori verranno indubbiamente dal Partito Li– berale. La posizione antiregionalista di questo par– tito, e l'insistenza nel richiedere un referendum po– polare - che significa la lung,a remora della ap– provazione di una legge sul referendum, e quindi un differimento dell'attuazione della intera riforma regionale - costituiscono un grave ostacolo: nè sembra possa servire da moneta di scambio l'at– tenuazione, assecondante le preoccupazioni liberali, del progetto di riforma agraria, annunciata nel Con– siglio dei Ministri. La D.C. anche recentemente si è troppo e volutamente impegnata a fondo sull'at– tuazione della riforma regionale per cedere su di

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