Critica Sociale - anno XLII - n. 1-2 - 1-16 gennaio 1950
4 CRITICA SOCIALE .:_ _________________ _ Essa, infatti non è tanto crisi dei vari partiti co– munisti dei 'vari paesi, sia occidentali come orien– tali, quanto è crisi del sistema po!itico chi'; l'Unione sovietica si è venuta costruendo m obbedienza alle esigenze del suo espansionismo e ad un tempo della difesa del suo regime (difesa che non può effet– tuarsi, secondò una « dialettica » intrinseca dell'an– tidemocrazia se non mediante un avanzamento con– tinuo delle linee esterne, che distragga l'attenzione delle masse dalle loro privazioni e ne faccia tacere il malcontento davanti ad esigenze superiori, o me– diante un continuo estenuante puntellamento delle linee interne). Ora, gettando la colpa di tutta que– sta crisi su Tito e sulla sua ribellione, bollando di deviazione nazionalistica, cioè di fascismo, il titoi– smo, che si sarebbe venduto al capitalismo occi– dentale, e quindi facendo risalire alla corruzione da parte di agenti di Tito, che sarebbero poi più propriamente agenti dello stesso capitalismo occi– dentale, i « ,tradimenti » dei dirigenti comunisti (i Rajk, i Kostov, i Markos, i Gomulka ecc.), che più non rispondono alle esigenze moscovite, si tende a dare, con ogni probabilità in piena coscienza e volutamente, una interpretazione individualistica e psicologica di questi avvenimenti (oh, le profonde analisi marxistiche dei fenomeni storici! oh, il com– pleto disprezzo delle considerazioni sul valore dei fattori economici sugli avvenimenti politici da parte di questi s·ed-icenti discepoli fedeli di Marx). Una interpretazione simHe è evidentemente tutta tesa a mmimizzare gli avvenimenti, a deviare l'atten– zione dei popoli daHe vere ragioni, economiche e politiche, della crisi steissa, facendo invece conver– gere quell'attenzione, non diversamente da come procede lo scandalismo borghes e, sulla degenera– zione morale di singoli nomi.mi , ie'ri pure ed eroi– che figure, oggi misera bili delin quenti. Abbiamo detto che questo modo di interpretare le cose è con ogni probabilità. cosciente e voluto: e infatti qualche risultato pur dà,· anche presso al– cuni d! c_oloro che ~i ri,bellano ~i .procedimenti b?lscev1ch1. Quando _si leggono scritti come quelli d~ J~an Cassou, ..o di Vercors (nella rivista Esprit di dicembre), gia filocomunisti o tuttora filocomu– nisti_, in~ignati. •soprattutto ,.a proposito- dei pro– cessi RaJk e Kostov, per 1mganno perpetrato ai da~mi. d~l proletariato; per la menzogna, e che qumd1 s1 ribellano da un punto di vista esclusi– vamente morale (e siamo certi che questo sarebbe anche l'atteggiamento di molti comunisti se non fossero « imbottiti » da una propaganda di fronte alla, qt~ale ,si rifiutano di aprire gli occhi), s·alvand-0 pero, m un certo senso; II valore « metafisico » e le P?ssibilità future del comunismo anzi del bol– scevismo, .non si può negare che, ~nche venendo s1;11_ascher~ti .sul. pian~ moraie, agl:i occhi degli spi– r_1t~?nest~,. 1 dirigenti del Cremlino salvano la va– !1d1ta pohhca !1el!a loro azione. Ed anche quando 1 co.mmentatori rile~an? 1~ ye_ra :agione dei pro– cessi ~ deUe repressiom, c1oe 11 violento rinnovato tentahv? dell'_Unione sovietica di asservire total– me~t_e 1_paesi della sua orbita, per quei fini di poh_tJ.camtel'na, e soprattutto inte,rnazionale di cui abbiamo fatto cenno nell'articolo precedente' spesso sfugge all'esame un fatto di importanza storica che p_otrebbe _3:vere conseguenze politiche import;ntis– SIIJ?-e, 3: pm o meno lunga scadenza: la crisi invo– lutiva m atto neI movimento comunista crisi che no~ ha prece~enti - co~e non ha precedenti l'epu– razione che s~ sta compiendo - e che, svolgendosi s~1lte:reno d1 una azione politica già da tempo in v1~ d1 co~creta r_ealizzaz~o1;1~ e non più mutabile, coi~volge m ~ealta la vahdita della posizione ideo– logica e pratica de_l comunismo stesso, quale si è v~nuto co~truendo m trent'anni di attività in Rus– sia e fuori. Come .si . ved~, an_che ~e Tito dà il nome alla f?r1;11ad1 ri~elhone m cm la crisi del comunismo _s1 mcarna, Il .fenomeno supera di gran lunga la ~ersol!-a del d_ittat?re jugoslavo e quelle -delle vit– time u;mocenh dei « processi » di Sofia e d · B dapest e di quanti altri si faranno pubblica~enf; o nascostamente. E quindi, quando si crea a Mosèa u~ nuovo <!elitto, giuridicamente definito come « ti– toismo », s1 maschera in realtà un fatto ben più BibliotecaGino Bianco grave. In altri termini, il comunismo stesso è in gioco, dal mome1nto che entra in gioco iJ sistema po– litico economico russo che con il comunismo si è pienamente identificato. Il carattere permanente della politica bolscevica. E' noto che il comunismo ha tratto forza d·a at– teggiamenti tattici che nel passato hanno potuto giovare al suo programma, facilitandone l'espan– sione anche in paesi in cui la struttura sociale ed una certa maturità delle classi lavoratrici (in Fran– c-ia, ad esempio, ed anche in Ita'1ia) avrebbe dovuto .portare queste piuttosto. verso le forme di lotta del socialismo democratico che verso quelle del bolsce– vismo, così come è avvenuto nei paesi anglosas– sono e scandinavi. E questo a prescindere .dagli errori commessi e dalle incertezze manifestate, sia nel senso del riformismo con le facili degenera– zioni di carattere bO'rghese e paternalisti:co che esso comporta alla lunga, sia del massimalismo con– fusionario che riecheggia il comunismo con rnna ri– gidezza moralistica sterilizzatrice, sia del rivoluzio– narismo lutto verbale, che ciancia di superamento a sinistra del comunismo senza avvalersi di alcuna concreta esperienza storica e di alcuna capacità d·i rea.Uzzazion.e tecnica sul terreno pra•tico dei so– cialisti occidentali, e italiani in particolare. Ma sa– rebbe un errore credere che in realtà, per la sua effettiva elasticità tattica e la sua spregiudi-catezza, il comunismo bolscevico sia stato o possa tornare ad essere capace di larghezza e di elasticità effet– tiva sul piano strategico. Questo sarebbe possibile soltanto se si potesse concepire un comunismo• senza la Russia sovietica, ciò che, malgrado il fenomeno del titoismo, è assurdo; tanto è ·vero che nei paesi anche dell'Europa orientale dove il comunismo è ora al potere, e dove la struttura s0ciale era la più adatta all'affermazione di 11n movimento di quel genere, esso ha raggiunto le sue mete unicamente grazie all'arpporto dell'armata sovietica, Una ecce– zione a questo stato di cose può essere rappresen– tata dalla Cina. Ma qui, valgono altre considerazioni specialmente sullo stato di quel paese, che non trov~ rispondenza i-n alcun paese europeo, e anche in Asia non ha finora imitatori. Del resto un giudizio in sede storica del comunismo cinese s•arebbe ora prematuro. Ed è comunque istruttivo l'atteggiamento di ribellione dei comunisti giapponesi nei confronti dell'U.R.S.S. Anche l'esempio, che potrebbe venire portato, di una capacità, da parte del comunismo, di adattarsi ad esigenze diverse da quelle della Russia sovie– tica, ,costituito daH',atteggiamento tenuto dai diri-. , genti bolscevichi con la soppressione del Cdmin– tern, non regge, In quel momento, infatti i di– rigenti mo<;coviti spiegavano il provvedime~to con queste ragioni: che molto tempo prima deUa guerra e:a a~pars<? eviden!e che con la complicazione della s1t~azio~e I!}ternazio!1ale e _Io sviluppo_-di ciascuno dei paesi, diventava 1mposs1bile trovare la soluzione dei pro~lemi dE;i diversi paesi da parte di un solo centro mternaz1onale. Che gli avvenimenti di un quarto. di secolo e l'esperienza dell'Internazionale comumsta avevano provato che la forma dell'unione ~ei lavor:itori ammess~ dal _primo congresso del- 1Internazionale comumsta rispondeva unicamente ai bisogni del periodo iniziale del movimento ope– rl;lio. E c~e p~rciò, a mano a mano che questo mo– v~men!o s1 sviluppava e che i problemi sociali dei d~vers1 ~aesi diventavano più complessi, la forma d1 orgamzzazione centralizzata dell'inizio diventava u~ ostac_olo. ~I ra~foi:zamento del partito operaio. E gh _stessi d1nge,n,h r1co·rdavano allora la raccoman– dazione del VII congresso delrl'Internazionale comu– nista del 1935 al Comitato centrale dell'Internazio– n~le,. di. non i1!1mis~hiarsi direttamente nelle que– shom d1 orgamzzazione dei partiti comunisti e di P:E:nd~re come punto di partenza di tutte le de– c1s1om le condizioni concrete e specifiche di cia– scun paese (1). (1) Questi precedenti s0010 s-tati rfoord<111i'recentemente de.– gli jugosdavd dn polemica con i dLrigènti dèl Orern,Jino, per mostrarre crune essi S(>D,O tuttOINl suHa v-ia <lei comu,:¼imo, <t.rad-ifo ds quel.J.i, e· non SIÌ. confondomo con f trotzk.i3ti.
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