Critica Sociale - anno XLII - n. 1-2 - 1-16 gennaio 1950

CRITICA SOCIALE 15 la. questione spagnola veniva con la debita cautela af– frontata dalla più autorevole stampa cattolica. « L'Il– lustrazione Vaticana » pubblicò editoriali del Gonella in ooi si auspicava l'evoluzione delìa Spagna rossa verso una maggiore tolleranza democratica e si giudicavano con serenità uomini e cose della II RepubbLca. La storia dell'ultima Repubblica Spagnola e del fascismo spagnolo non è ancora stata scritta. Molti aspetti di quella terribile lotta_ rimangono oscuri, e _quelli noti valgono solo per un approssimativo giu– dizio storico. Forse un giorno tenteremo di comporre quella fluida e rovente materia in una obbiettiva sin– tesi, e le conclusioni non saranno semplici. Concluderemo ora con la giustificazione pura e sem– plice dell'atteggia·mento del clero. spagnolo? Nient'af– fatto. Poichè, se fu ammissibile in un primo momento la reazione del clero (ed è concezione lecita in sede puramente politica, ma inconcepibile alla luce cli una morale cristiana effettivamente operante, la quale esige che la vendetta non già, ma l'amore, germogli dal sa– crificio e dalle persecuzioni), il suo concorso nel raf– forzare sempre. più la dittatura del « generalissimo » e il suo connaturarsi strettissimo con la medesima. per- cui non sembra ormai più possibile una scissione di responsabilità tra l'infimo monarca del Prado e i poteri ecclesiastici, rion -merita giustificazione alcuna e suona còndanna per la Ohiesa di Roma. La situazione culturale della Spagna, grazie ai luc– chi della censura governativa e clericale (uno stu– dente che salti la messa è diffidato « tout court » come « kantiano pericoloso»!), è paragonabiie soltanto, per il grado estremo -di arretratezza, a quella di certi paesi sovietizzati. In compenso, se la grande Spagna si ras– segna, al pari dell'eroe cervantino, _a campare di « suc– colente memorie » (l'ultimo suo poeta fu Lorca e Lorca appartiene, fuori della poesia, alla Repubblica, e chi è oggi complice della dittatura cammina nell'onda del sangue di Lorca), pare non vi difettino le voca– zioni ecclesiastiche... Mi accadde di udire, tempo fa, certe consolanti statistiche al riguardo da un semina– rista a colloquio con un collega, Il giovane chierico paragonava la condizione numerica del suo Ordine in Italia (non più di 200 vocazioni annuali) a quella di Spagna: circa tremila! Ma forse egli ignorava che, parallelamente alle vocazioni ecclesiastiche, fioriscono in quel fertile Paese le galere politiche, le camere di tortura e i plotoni d'esecuzione: Lo ignorava il seminarista entusiasta; ma non Io ignora Roma. * * * In funzione anticomunista fu pure l'inizi_ale filona-. zismo del Vaticano e· dei vescovi tedeschi. Varrebbe la pena di esaminal.'e, 'sulla scorta dei fatti e della co– piosa documentazione esistente, fino a che punto l'av– vento del comunismo in Russia e le sue ripercussioni politico-morali in tutto il mondo abbiano determinato la politica ecclesiastica .dopo il 1917, le collusioni tra la Chiesa e -i vari fascismi e il sorgere dei grandi ag– gruppamenti politico-sociali a guida cattolica in Italia, Germania, Austria, Belgio e Francia, con analoghe tendenze al predominio spirituale e al corporativismo. Fulminea fu la stipulazione del conèordato tra Hi– tler, regnante Hindenburg, e la Santa· Sede, nei primi mesi del regime nazional-socialista, la cui natura di– sumana ei:a fin d'allora ben nota. Tuttavia, ·verso la Germania," che andava svolgendo una frenetica cam– pagna di distruzione dei valori religiosi, la Chiesa mantenne un più dignitoso contegno e nel marzo 1937 Pio XI condannava finalmente il nazional-socialismo con l'enciclica « Mit ·brennender Sorge » e in segulto l'« Osservatore Romano », con chiari riferimenti, bollò più volte la politica « a base zoologi·ca » con cui Hi– tler intendeva eseguire, per decreto divino, l'invoca-. zione introdotta dai giovani nazisti nel « Pater No– ster »: - Conserva puro il nostro sangue. « Questa evoluzione della politica .della Santa Sede - nota il Salvatorelli - subì un certo arresto con 81b110 eca mo ts1anco la morte di Pio XI (1° febbraio 1939) e la sua, sosti– tuzione con Pio XII». Non si può proprio dire che le ripugnanti dittature di Tiso in Slovacchia: e di Pa– velic in Croazia, ultima virulenta incarnazione del fa– scismo centro-europeo, abbiano avuto una benchè mi– nima eco sfavorevole in Vaticano. Dopo la guerra, il comunismo non cessò di rappre– sentare la preoccupazione dominante della Chiesa. E parallelamente si accentuò l'odio dei dirigenti sovie– tici e dei comunisti contro di essa. Nella propaganda russa, il Vaticano ebbe ed ha tuttora un posto d'onore. accanto alle « jene di Wal! Street », fra le potenze . capitalistiche minaccianti i pac'fici popoli dell'URSS. Vi fu, invero, una « pausa di respiro » nella lotta anticattolica tra il 1945 e il definitivo_ imporsi della dittatura comunista nei Balcani. Fu l'epoca dei ten– tativi- di « appeasement ll, che abbiamo già menzionata. In Italia, questo periodo fu contrassegnato da nume– rose solenni dichiarazioni, da parte dei dirigenti e della stampa comunista, che la fede cattolica non sarebbe di ostacolo ad alcuno per l'appartenenza al Partito: dichiarazioni non mai smentite, neppure in occasione del « rafforzamento ideologico ll in senso rigorosamente materialistico, promosso· dal Comitato Centrale dopo le elezioni di aprile, che praticamente ribadiva, per uso interno dei << militanti l>, l'inconciliabilità delle due dot– trine. Sorsero, in quello stesso periodo, movimenti di « Sic nistra Cristiana ll, in funzione più antidemocristiana che anticattolica, aventi qùindi finalità essenzialmente politiche, e di « Comunisti Cattolici » - principali espo– nenti, per l'Italia, il Dott. Franco Rodano e Marisa Cinciari Rodano; loro palestra la non sospetta « Ri– nascita ll - che irritarono non poco il Partito D.C., sofferente, come ognun sa, d'Una singolare psicopatia che lo rende particolarmente ombroso alla più fioca minaccia di èoncorrenza elettorale, ed accentuarono le apprensioni (n'era proprio il caso) deÙe ·sfere v~– ticane. Tali movimenti caddero, in Italia, ancor prima del ·18 aprile; ma ne esistono tuttora, meno inconsi– stenti, in Francia, e· nei paesi orientali rappresentano addirittura, in forma ben più scoperta; le avanguardie battagliere dello scisma in atto dalla Chiesa di Roma. * * * A differenza che per il 2 giugno '46, i comunisti, giuocando · due anni più tardi la carta· frontista, con– fidarono troppo nel << gariJbaldinismo » anticlericale del popolo italiano, fecero molto rumore contro la Chiesa, improvvisando pasquinate· e denunciando sui loro gior– nali, in appendici « storiche >l, i misfatti dei Papi - e si ebbero in risposta la gargantuesca messe di voti democristiana. Il popolo ita.Jiano ama il libello anti– pretesco e sa andare mirabilmente in solluchero per le più fosche e sentimentali appendici (4): ma non pensa affatto - molto saggiamente invero - di dover dare ai suoi gusti un significato e una port2 ta poli– tica qualsiasi. Il dì 1 ° luglio 1949 il Santo Officio emise il decreto di scomunica contro i comunisti. Abituata ai grandi anatemi di natura politica, l'opi– nione pubblica mondiale reagì con un moto di gene– rale stupore a questa che, provenendo dalla massima · autorità della terra in materia di religione, suonava condanna essenzialmente religiosa per motivi reli-giosi. Tralasciando le interpretazioni di gusto provinciale dei comunisti (basti dire che in tutti i loro commenti la parte più sapida era costruita a base di « reazione im– perialistica l> e di « crisi del capitalismo nord-ameri– cano ll) e quelle cattoliche di stretta o_sservanza, sar!:L opportuno riassumere le opinioni delle correnti 1ai0he, (4) Affetta da un vero e prop,r,io i9!erismo cuHul'ade, l'Uni– tà, edizi-001e piem<mtese, es•auri-ta la -pubblioa.zi.one del « Pon• te deti So.spi-ri » di M-i-chel·eZévaoo, ba mi•ziato la divulgazio– ne a• ,puntate de « <La Portatrice di Pane », romanzo popolare del Viooonte Sa veri.o di Montepiill I

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