Critica Sociale - anno XLII - n. 1-2 - 1-16 gennaio 1950
14 CRITICA SOCIALE sma, la più grave offesa portata contro l'ecumenismo cattolico. Dal canto suo, la Chiesa mise costantemente in ope– ra tutta la sua abilità diplomatica alla ricerca di una formula concordataria che· ne garantisse l'intangibilità · e non ne scuotesse troppo scopertamente l'autorità. La stessa alienazione d'autori,tà d'ei fondi ecclesiastici, vastissimi in Ungheria e in Polonia, non avrebbe tur– bato sensibilmente i rapporti tra .Chiesa Cattolica e Stato Comunista, se da quest'ultimo non si fosse fatto seguito con misure sistematicamente repressive deli'i1 attivitA dei sacerdoti, fino al clamoroso processo de) Primate ungherese (durante il quale un sinodo di ve– scovi «sconfessò» disciplinatamente Mindzenty per la sua pretesa attività «antinazionale»), alla creazione di Azioni « Cattoliche » furibondamente antipapiste e, naturalmente, filostaliniane al cento per cento, alla gra– duale soppressione delle scuole cattoliche e ai tentativi di sobillazione « ·classista » del basso clero, e con -unii martellante propaganda denigratoria nei confronti del Vaticano e della religione, « strumento di oppressione popolare», << coacervo di superstizioni », ecc. Il fallito tentativo della Chiesa di stabilire un << mo– clu; vivendi » con i regimi dell'Est, cli-mostra, più che che non l'eliminazione dei normali avversari politici e il rinnegamento di innumerevoli patti; la natura del comunismo, assolutamente refrattaria alla formula di pacifica coesistenza, di divisione dei poteri, di effettiva libertà delle coscienze, oltre che una pregiudizievole mancanza di finezza nel trattare la questJone religiosa. che realmente rivela il talento diplomatico di un pal– toniere (2). Ora la Chiesa, dove non è perseguitata, è ostacolata in mille modi e deve assistere impotente al violento affe,rmai:si di concezioni drasticamente contrarie ai suoi dogmi. Essa, gelosa uni-camente della propria libertà, vede sollevarsi la marea destinata a sommergere, con la sua, ogni altrui libertà. Il significato positivo della resistenza della Chlesa al comunismo, dove esso è al potere, è in questa difesa egoistica della ccpro-pria " libertà, dhe implica, suo malgrado forse, in quelle par– ticolari condizicmi di indiscriminata oppressione, un'ef– fettiva difesa della libertà di coscienza « per tutti ». Se i comunisti avessero accettato là mano cautamente tesa loro dal Vaticano, la Chiesa - garantita nella sua libertà .e autorità - concorrerebbe forse ora efficace– mente al consolidamento del loro potere (come la Chiesa autocefala russa), incurante della soppressione dei partiti democratici e dell'introduzione dello sta– kanovismo e clel lavoro forzato nel sistema produt- tivo nazionale. · Questa suprema ja ttura per le sorti della libertà non si è verificata. La Chiesa è provvidenzialmente perseguitata e rappr~senta oggi, piaccia o non, l'ul– timo barlume di organica op-posizione alle dittature dell'Est: un barlume che tarderil a estinguersi. E non v'è dubbio che le persecuzioni comuniste rafforzeranno il suo prestigio nel mondo infinitamente di più che non la sua attuale, credìamo, effimera preminenza sulle maggiori Chiese d'America e il su-o discusso predo– minio politico in Italia e nella penisola· Iberica. Pensiamo con rammarico alla persecuzione che mancò alla Chiesa in regime fascista. La data luttuosa clell'll febbraio assicurò al regime ancora un quindi– cennio di florida vita e coprì della benedizione apo– stolica il period·o più v:ergognoso della moderna storia d'Italia. . ( 2 ) VaJ la pe,n,a dL o-koNiaTe oon qua.ruta squisita, ipoor,isia Il olero ce~O$lov_acco ri-torse a svaJI1,taggi•odel Governo un pa– le~e te~tarti,vo di:. coo,x,uziome con1!eiruuto nel.la Il!Uova legge sui Mpporih fra Ch1ie.sa 'e Staito, contemp·lia.,nte, fira ip,at1t,ro un o~ruo a'\l 1 m·ento dei proventi dei sJIJlgoJi eccles,it8.iSti,ci,. ' « I,n un momento jn curi è 01Ho stucLi,o una ridru?;i1omie dei sa1l'8Jri e d<ille pen-slioni - !l'i<11po,s,er.o i Vescovi - il eil~ro n, 001 desi– ,:Mra ijrava,re U;lteo-,io!l'mente il bi'1amoio deUo Stato. e chiede che ,l'C somme a-d esso destinarre sia,nio devol,u-le a beneficio dei laivora.tori ». BibliotecaGino Bianco Bastò che il Mussolini concedesse all'Azione Catto– lica piena autonomia organizzativa, invocasse a patroni delle sue imprese il mite Assisiate e }a Santa da Siena, escludesse dalle cattedre universitarie i presunti apo– stati della fede cattolica, bandisse la crociata antimas– sonica e antibolscevica - perchè la Chiesa lo ap– poggiasse come non aveva appoggiato mai alcun gò– verno d'Italia, all'infuori di quello... pontificio, nè in epoca preun,itaria nè, men che mai, dopo il fatale 20 settembre. Con la sola eccezione dell'enciclica « Non abbiamo bisogno», quando il regime parve minacciare l'auto– nomia dell' A.C., non ci fu vera fronda antifascista nel clero italiano tra il 1929 e il 1943. L'apogeo del fa– scismo non venne turbato da note discordanti prove– nienti dai pulpiti. I rapporti dei RR.CC. traboccavano di elogi per l' e< alto spirito » fascista del clero. I gio– vani « aspiranti » clell'Azione Cattolica parevano aspi– rare, più che alla perfezione cristiana, all'aquila do– rata e al grado cli capomanipolo. E gli i·ncensi delle sacre funzioni innalzavano a Dio le fervide preghiere degli officianti per la salute, ahimè non eterna, bensi corporale del Re Imperatore e dell'Uomo della Prov– videnza. E' storia di ieri e non v'è strepito interessato e do– vizia di veli pudichi che ne cancelli la ·memoria dalla mente degli Italiani. Se solo riandiamo per un istante ai fatidici giorni della conquista imperiale, ci sovven– gono, nel marzia'.e clangore che da un capo all'altro della Penisola si levava a salutare i « figli d'Italia» che andavano a iscrivere, sui poveri villaggi messi a ferro e a fuoco, il segno di Roma, le prediche infiam– mate, le aspersioni copiose, i corali di « Faccetta Nera » nell'oratorfo parrocchiale, e il ritratto clel Segretario, nel fiammante orbace del conquistatore di Gondar, fra le pagine pie demebdomadario diocesano! Fu poi la volta della Spagna. Ma allora l'enormità dell'ira anticattolica, maturata fra le genti castigliane in una successione senza fine di mancati rivolgimenti sociali, di anarchiche e indeterminabili convulsioni, in un bisogno parossistico di libertà che, tradizionalmente contrastato e respinto dall'alleanza antica fra il trono e l'altare, cerca va nel furore incontrollato delle rivolte una possibilità di acquietamento, determinò e giusti– ficò in certa misura la reazJone ardentemente filofa– scista del clero. Invero la persecuzione anticattolica spagnola non giovò a nessuno: nè alla Chiesa, che fu condotta a legarsi. a filo doppio coll'avanzante :('ascismo, nè alla Repubblica,- che s'illanguidi nel cieco piacere dell'eversione pura, perdendo incontanente, dentro e fuori di Spagna, innumerevoli simpatie (3). Ricordiamo che la Chiesa non fece subito il viso del– l'armi alla nuova Repubblica, e non solo alla caduta di Alfonso XIII ma anche- successivamente al « pro– nunciamiento » franchista e ai fatti del 19 luglio 1936. Tentò le vie dell'accordo finchè lo credette possibile, al fine di tutelare i, propri interessi spirituali e tem– porali, con i nuovi dirigenti dello Stato spagnolo. Nel frattempo moltiplicava i legami con la gente di Bur– gos, rappresentante della casta militare, vecchia al- - leata della Chiesa. Tuttavia, considerando la poca forza del movimento nazionalista e la maggior consistenza iniziale del Governo legittimo, la Chiesa avrebbe forse aderito facilmente, in quel tempo, ad un ragionevole accordo proposto dai Repubblicani, privando così i fa– scisti del suo decisivo appoggio. Proprio allora in Ita– lia, mentre la stampa :fascista tuonava e folgoreggiava. (3) Sori,ve il M<lltthews: Qua,Dldo, nei primi gi<ornli della guerra c:tJVlile,m1,glia1ia di chi'é".se fwron.o bruoiate, e monache, m0011aci, preti frnrono uccii,si, fil mondo rimase lettera.l,mente irn.ion·iidi-to, m-a, com mi.se d.'el'II'ore dii co:ed:ere che queste a.ziooii foss 1 t'To ' ll.na ,nuova e terribile i,nwenz,i,onie dei « f"O/SiSi ». Jrnivc– ce è u.n « vecchi•o costume S<pag-nolo » ~he -n:en tempi moder– ni cominciò. nel 1881-35. Dll.llMll-te la sellimana tragi-ca del 190,9 fu,rono b-ruc<iwti, soltanto in BrurceJ:lolll•a, più di settanta ch.iJese ed edHlci religio&i. (Ma,tthew": • E!>penien-ze del'la gue-r– ra di Spagina ».
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